Presentazione del libro “Enrico Cuccia, Relazioni di Bilancio Mediobanca 1947-1982”
Milano – 4 dicembre 2007 - Palazzo Reale – Sala delle Cariatidi Introduzione del Presidente di Mediobanca, dott. Cesare Geronzi
Milano, 4 dicembre 2007 - Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi
Introduzione del Presidente di Mediobanca, dott. Cesare Geronzi
In occasione del centesimo anniversario nella nascita di Enrico Cuccia Mediobanca ha ricordato la figura del suo fondatore con un volume di scritti inediti che verrà presentato a Milano il 4 dicembre 2007.
Nel ricordare la figura di Cuccia, Geronzi si è soffermato sul grande patrimonio di contatti internazionali che contraddistinsero la lunga stagione del più influente banchiere italiano, amico di Meyer, Rohatyn e tanti altri. E questa eredità, una delle tante, dovrebbe spingere l’istituto a guardare all’estero per realizzare un’operazione importante. “Mediobanca ha tutte le risorse necessarie, - continua il Presidente Geronzi - solidità patrimoniale, grandi talenti professionali. Non solo con Pagliaro e Nagel, ma anche con Cereda, Di Carlo, Vinci e molti altri. Eccellenze così e tutte insieme non se ne trovano facilmente nel mondo”. Torniamo a Cuccia e al centenario. “Lo conobbi negli ultimi dieci anni della sua vita e il rapporto è sempre stato intenso, di reciproca stima e di affetto da parte mia. Il nostro primo incontro risale a quando, come Cassa di Risparmio di Roma, comprammo il Santo Spirito. Discutemmo molto del famoso tentato acquisto a fermo da parte di Mediobanca delle azioni Stet”. Per una cifra, guardando oggi a Telecom che ne è figlia, ridicola: dodicimila miliardi dell’epoca. “Poi un giorno – prosegue Geronzi – pensammo all’idea di mettere insieme Comit e Banca di Roma. Trattammo fra la metà del ’98 e la prima parte del ’99. Forse quello fu il momento in cui Cuccia, cominciò a preoccuparsi per il dopo e dove, per la prima volta, e ne rimasi colpito, cominciarono addirittura a mancargli di rispetto. Ricordo un’ultima drammatica riunione fra le due banche e Mediobanca nella quale il progetto si arenò. Dopo pochi giorni partirono le due Opa incrociate del San Paolo sulla Banca di Roma e di UniCredit sulla Comit. Mi telefonò, un po’ rattristato, e mi disse “Io mi occupo della Comit, lei se la cava certamente da solo”. Le cose si sa come andarono. Le due Opa fallirono.
Visualizza il testo integrale dell'intervento