Superbanca romana, nascera' cosi'
Corriere della Sera
SANTO SPIRITO e BANCO di ROMA danno il via alla megafusione. Geronzi in MEDIOBANCA? si chiama BANCA di ROMA
Roma, caput mundi bancaria. Mentre infuria la battaglia per il controllo della Banca nazionale dell' agricoltura, ieri e' nata la Banca di Roma. Insomma, tutte le principali questioni del mondo creditizio italiano sono in questo momento concentrate nella capitale. Quasi uno scherzo del destino (o meglio l'avvicinarsi dell'elezioni politiche, sostengono i maligni). Se da una parte il Conte Giovanni Auletta Armenise lotta per non perdere il controllo della seconda banca privata italiana, dall'altra parte i consigli d'amministrazione del Banco Santo Spirito e del Banco Roma hanno deliberato la fusione del primo istituto nel secondo. Roma rischia di perdere il controllo della Bna, ma da' il via libera alla costituzione del piu' grande raggruppamento creditizio. Arriviamo pero' alle cifre. Il rapporto di concambio, sulla base di una valutazione effettuata da Mediobanca e dalla Warburg, e' stato determinato in un' azione Banco di Santo Spirito per ogni azione Banco di Roma. Ieri i due titoli presentavano le seguenti quotazioni in Borsa: 2.460 lire per le Banco Roma e 2.650 per le Santo Spirito. In seguito alla fusione, il capitale della neonata Banca di Roma risultera' cosi' suddiviso: Sipab 67,55%, Iri 13,35%, Ente cassa di risparmio di Roma 10,08%, altri 6,68%, gestione speciale Iri a fronte dei warrant da prestito Mediobanca 7% 89.94, serie speciale Banco Roma 2,34%. Entrambi i consigli di amministrazione hanno deciso che il progetto di fusione sara' esaminato dall'assemblea degli azionisti convocata, in sede ordinaria e straordinaria, per il prossimo 30 di aprile. Nel corso delle riunioni di ieri sono stati forniti anche alcuni dati relativi ai bilanci dei due istituti di credito. Il Santo Spirito, presieduto da Pellegrino Capaldo, nel 1991 ha visto gli impieghi superare quota 30.000 miliardi (17,4%) mentre i mezzi fiduciari sono saliti sopra i 39.000 miliardi (11%). Il patrimonio ha raggiunto 5.880 miliardi complessivi; la rete operativa in Italia ha superato i 500 sportelli. L'utile netto e' di 233,5 miliardi, con un incremento del 14% rispetto al ' 90, che consentira' di proporre all' assemblea la distribuzione di un dividendo di 50 lire per azione, contro le 40,12 dello scorso anno. Da segnalare che l'utile lordo e' stato pari a 1.062,2 miliardi, con una crescita del 10%. I conti esaminati dal consiglio del Banco di Roma, presieduto da Antonio Zurzolo, hanno registrato invece un margine lordo di 637 miliardi di cui 61 da proventi straordinari, contro un utile di 788 miliardi nel 1990 (ma con 243 miliardi derivanti da consistenti dismissioni di partecipazioni). Sulla base di questi risultati e' stato deciso di proporre un dividendo invariato di 50 lire e la destinazione a riserve di 77 miliardi. Gli impieghi complessivi ammontano a 48.854 miliardi con una quota di mercato salita al 3,51%; la raccolta globale all' interno e all'estero ammonta a 57.563 miliardi; la rete operativa conta su 438 sportelli in Italia. Il patrimonio netto, tenuto conto delle rivalutazioni immobiliari imposte dalla legge 408.90 e dell'utile di esercizio, ha superato i 4.000 miliardi di lire. Infine un particolare interessante. Cesare Geronzi, attuale amministratore delegato del Santo Spirito, dovrebbe prendere nelle prossime settimane il posto di Marcello Tacci nel consiglio d'amministrazione di Mediobanca. Un banchiere ritenuto vicino al presidente del Consiglio Giulio Andreotti entrera' dunque nel gotha finanziario laico. Un ulteriore segno che i rapporti tra Mediobanca e Andreotti sono migliorati. Questo cambiamento di clima potrebbe produrre notevoli conseguenze nel panorama finanziario italiano. E, in particolare, nei futuri assetti azionari di via Filodrammatici, sapendo che il 30 giugno deve essere rinnovato il patto di sindacato che controlla Mediobanca.