I tre rebus della Banca di Roma
Corriere della Sera
Deleghe, sofferenze e privatizzazione i nodi che dovra' affrontare il neopresidente Geronzi. La necessita' di mezzi freschi. Il rinnovo del patto di sindacato con l'Iri. Il ruolo di Emanuele
L'uscita di Pellegrino Capaldo apre una nuova fase per la Banca di Roma e pone una serie di interrogativi. Se non altro perche' accende i riflettori su una banca che negli ultimi anni e' cresciuta molto acquisendo un ruolo sempre piu' ampio nel sistema creditizio e finanziario e che si trova ora a consolidare il cammino fatto. E perche' pone fine ad un sodalizio, il duo Capaldo Geronzi, che non ha, cosa non troppo usuale anche nel felpato mondo creditizio, mai fatto trasparire all'esterno crepe o dissidi. Cosi' come nel segno dell'armonia, a risposta delle voci che invece cominciavano a suggerire qualche problema di intesa, e' stato annunciato l'addio natalizio di Capaldo, che ha deciso di tornare ai suoi studi, approfittando della scadenza del '95 senza aspettare quella del bilancio. Capaldo lascera' domani sia la presidenza della Banca di Roma sia quella dell'ente azionista, la Fondazione Cassa di risparmio di Roma. Nel primo incarico sara' sostituito dal direttore generale Cesare Geronzi, nel secondo dal vicepresidente Emmanuele Emanuele, che dopo anni di oscura militanza ai vertici della Cassa, iniziata sotto l'egida del Psdi e percorsa sfuggendo all'avvicendamento, arriva a conquistare la ribalta. Cambiera' qualcosa, ora, nella gestione? Il contemporaneo trasferimento di Geronzi alla presidenza indica che non ci saranno i grossi sussulti che in genere accompagnano le sostituzioni ai vertici delle aziende con la suspense di nuovi ingressi. La decisione poi di nominare alla direzione generale, al posto di Geronzi, il condirettore Antonio Nottola, fedele comprimario del "duo", dimostra che la squadra di vertice rimarra' compatta, impermeabile anche a possibili problemi di revisione o discussione di deleghe al suo interno. La compattezza del resto e' necessaria per una banca che si trova ad affrontare forse uno dei passaggi piu' delicati del suo processo di espansione che si e' articolato sulla fusione a tappe successive di tre aziende, la Cassa di Roma, il Banco di Santo Spirito e il Banco di Roma e che si sta sviluppando con l'annessione nel gruppo della Banca Nazionale dell' Agricoltura. Una strategia troppo ambiziosa? C'e' , nel mondo bancario, chi lo sostiene osservando i riflessi sui dati di bilancio che non possono proprio dirsi brillanti. Nonostante l'ampiezza dell'attivo, il numero dei dipendenti e degli sportelli, la Banca ha raggiunto nel primo semestre del '95, seppure migliorando rispetto al '94, solo un utile di 53 miliardi, lontano da quello toccato da altre "grandi" ed ha fatto registrare un free capital negativo per oltre tremila miliardi, giustificati solo in parte dall' esborso per l'acquisto del controllo della Bna. Ci sono poi l'alto livello delle sofferenze e la prospettiva di dover assorbire con il prossimo bilancio, che sara' consolidato, e che gia' nel primo semestre e' in perdita, anche i mali della ex banca del conte Auletta Armenise. "La Bna e' sulla via del riequilibrio dei conti", assicurano peraltro alla Banca di Roma, ricordando gli esiti dell'ispezione della Banca d' Italia che, dicono, si e' conclusa senza addebiti, dopo quasi un anno, la scorsa estate. E mostrando indifferenza per "le malignita' " che circolano nel mondo bancario sul sovraffaticamento finanziario della banca ma anche per le attese di un'operazione sul capitale che dovrebbe essere gestito, mercato permettendo, dal confermato sodalizio tra gli azionisti Fondazione ed Iri. Il piano per reperire capitali dovrebbe segnare l'avvio della privatizzazione, sollecitata a tutte le fondazioni da Lamberto Dini: una scadenza questa che rappresentera' uno degli snodi piu' delicati della nuova gestione Geronzi. E Capaldo, dopo 8 anni da "stratega", davvero si accontentera' di dividere il tempo tra il suo prestigioso studio professionale e l'universita'? Di sicuro, nei prossimi mesi, sara' il candidato ideale per tutte le poltrone di spicco che dovessero risultare vacanti, dal mondo dell'impresa e della banca a quello politico e di governo, ma chi ha ricevuto le sue confidenze assicura che Capaldo intende prendersi del tempo per ritemprarsi. Per potersi, pero' , poi ripresentare ancora sulla scena.