Il polo romano prende forma
Il Giornale
Roma – I dettagli dell’operazione sono ancora da verificare e limare. Tuttavia, già lunedì – al termine del consiglio dell’Iri – potrebbe emergere uno schema di massima del nuovo polo bancario romano, quello che vede insieme la Cassa di Risparmio della capitale, il controllato Banco di Santo Spirito, ed il Banco di Roma. I “sì” che contano quelli politici e quello dell’autorità monetaria, sono già stati pronunciati; tocca ora all’istituto presieduto da Franco Nobili, che è in queste ore a Londra in concomitanza con la visita britannica del presidente Cossiga, tornerà in sede lunedì per dare, in qualità di azionista di maggioranza del Banco di Roma, il via libera al “polo”.
Si studiano gli ultimi dettagli in attesa dell’ok dell’Iri
Roma – I dettagli dell’operazione sono ancora da verificare e limare. Tuttavia, già lunedì – al termine del consiglio dell’Iri – potrebbe emergere uno schema di massima del nuovo polo bancario romano, quello che vede insieme la Cassa di Risparmio della capitale, il controllato Banco di Santo Spirito, ed il Banco di Roma. I “sì” che contano quelli politici e quello dell’autorità monetaria, sono già stati pronunciati; tocca ora all’istituto presieduto da Franco Nobili, che è in queste ore a Londra in concomitanza con la visita britannica del presidente Cossiga, tornerà in sede lunedì per dare, in qualità di azionista di maggioranza del Banco di Roma, il via libera al “polo”.
La strada che sarà probabilmente battuta dal punto di vista societario (anche se in queste ore sono in corso serrati colloqui in materia), è quella di conferire le quote del Banco di Roma alla costituenda Cassa di Risparmio Holding. I conferimenti saranno probabilmente diluiti nel tempo, finché – comunque entro il 1992 – il controllo della “bin” passerà nella mani della Cassa. L’Iri deterrà una quota di minoranza, ed il resto verrà immesso sul mercato. Vale la pena di ricordare ancora che, ad operazione ultimata, nascerà la prima banca italiana per “total assets” (attività totali), e sportelli.
Ed è proprio la presenza più vasta in termini numerici e geografici del Banco di Roma sia sul territorio nazionale sia all’estero ad aver suggerito la concentrazione con un’altra banca – la Cassa, appunto con il controllato Santo Spirito – che ha avuto finora una rilevanza geografica limitata all’Italia centrale. La rete nazionale ed estera del Banco di Roma consentirà al nuovo “polo” una presenza internazionale importante sia dal punto di vista strategico sia di immagine. Nulla infine, se non valutazioni di carattere aziendale, dovrebbe impedire alle tre “firme bancarie” del gruppo di sottoscrivere accordi con istituti esteri, nel più ampio quadro del processo di internazionalizzazione. La definizione di “superbanca regionale” che qualcuno ha usato non sembra dunque corrispondere alla realtà del prossimo “polo”.
Il favore con cui la Banca d’Italia ha visto l’operazione nasce da due constatazioni: la prima concerne la conoscenza diretta delle stato patrimoniale solido della Cassa e della dirigenza dell’azienda (Cesare Geronzi, direttore generale della Cassa è stato a lungo un uomo Bankitalia); la banca centrale pensa inoltre che questo possa rappresentare un utile precedente che sproni gli istituti bancari a quei processi di fusione e di accorpamento necessari per affrontare la concorrenza in Europa.
L’opposizione di natura politica all’operazione si limita la partito comunista. Per il resto le cose sembrano andare via piuttosto lisce, con una maggior cautela repubblicana che comunque non cela progetti di “siluri” al nuovo polo bancario. “Condivido questa operazione – ha detto il democristiano Luigi Grillo, che fu relatore alla Camera del disegno di legge Amato sulla riforma delle banche pubbliche – e non capisco la posizione di retroguardia assunta dal Pci, che invece critica la fusione”. Secondo il deputato dc, la posizione comunista è dovuta al fatto che il progetto di “superbanca romana” è giunto quando ancora i decreti di attuazione della legge Amato non sono stati approvati dal Parlamento. “Va invece apprezzato – ha aggiunto Grillo – che i due istituti di credito si siano mossi con tempestività, delineando un progetto su cui, poi spetterà al Cicr pronunciarsi”.
Il Parlamento sarà comunque presto informato nel dettaglio del progetto Cassa- Bancoroma. La commissione Finanze di Montecitorio ha chiesto un’audizione al ministro del Tesoro, Guido Carli, ed a quello delle Partecipazioni statali, Franco Piga.
g.b.b.