Orsi & Tori

Milano Finanza

Amato è dunque il più amato dagli italiani. Cesare Geronzi e Pellegrino Capaldo sono per la seconda volta consecutiva i banchieri dell'anno. Luciano Benetton...

Amato è dunque il piú amato dagli italiani. Cesare Geronzi e Pellegrino Capaldo sono per la seconda volta consecutiva i banchieri dell'anno. Luciano Benetton... Quant'è cambiata in un anno l'Italia economica e finanziaria? Onestamente assai di più di quanto emerga dal sondaggio annuale sui protagonisti del 1992 pubblicato su questo numero di Milano Finanza. E non soltanto perché dalla crescita del '91 si è passati alla gravissima crisi di quest'anno. Il cambiamento più grande sta proprio nel presidente del consiglio Giuliano Amato. E il più amato nonostante abbia spremuto gli italiani più di ogni al altro capo di governo della storia.
Ma gli italiani non sono masochisti. II voto per il presidente del consiglio è la conferma, invece, della consapevolezza del paese, della coscienza che quanto è stato fatto è indispensabile. Penso che in ore come quelle attuali debba essere letto con grande soddisfazione e fiducia. Il paese capisce e apprezza chi marcia nella direzione giusta. Mentre i partiti sembrano crollare sotto il peso degli errori di un regime che é durato troppo a lungo per non diventare corrotto; mentre il socialismo riformatore sembra travolto dagli incidenti dell'uomo che più di tutti lo aveva portato a dignità e dimensione europea; mentre la lira sembra esprimere ancora una volta la sintesi di nuova sfiducia verso l'ltalia da parte dei mercanti internazionali; mentre tutto ciò accade, il paese è lucido e capisce qual è la strada
da seguire.
II fenomeno Amato menta di essere analizzato proprio per evitare il rischio dell'applauso pecorone. Innanzitutto l'intelligenza che è sancita da tempo dalla definizione di «Dottor Sottile». Sembrava che si potesse esprimere soprattutto nelle analisi di diritto costituzionale e politica nelle opinioni su Panorama o su L'Espresso; quindi un'intelligenza da professore. Gli anni trascorsi a palazzo Chigi a fianco di Bettino Craxi, come sottosegretario alla presidenza, avevano già dimostrato che quell’intelligenza non è solo accademica ma riesce a tradursi in efficacissima operatività. Come ministro del tesoro c'era stata la conferma della dimensione concreta con il varo di una legge fondamentale come quella che sta riformando il sistema bancario. Ora come presidente del consiglio essa si è potuta esaltare con un solo infortunio eclatante, dal quale è nata anche la frattura con il governatore Carlo Azeglio Ciampi, non si sa ancora quanto ricomposta: la conferenza stampa per annunciare la svalutazione della lira; in quella circostanza Amato, che aveva chiesto senza successo a Ciampi di essere al suo fianco, abusò della sua intelligenza pretendendo di dimostrare agli italiani che svalutando la lira aveva ottenuto una vittoria nei confronti della Germania, costretta ad accettare il riallineamento e l'abbassamento dei tassi il giorno successivo.
Un vero passo falso che però Amato ha prontamente corretto con una chiara ammissione dell'errore. Dopo l’intelligenza, la capacità di essere socialista pieno, senza rompere con i giornali-partito, e il mondo che gli sta dietro, nemici giurati del Psi. Un vero miracolo di equilibrio, visto che anche nei momenti di più duro attacco di Repubblica al suo partito, senza compromettersi, Amato è riuscito a dialogare con quel mondo. Merito, molto, delle autentiche amicizie del passato; per esempio con Andrea Manzella, ex capo di Gabinetto di Giovanni Spadolini, o con Luigi Spaventa, l'economista che per alcuni anni è stato presidente di società del Gruppo De Benedetti. Conoscendone la trasparenza e l'intelligenza, sicuramente sia l'uno che l'altro (entrambi opinionisti di Repubblica) hanno fatto da filtro alle bordate del giornale di Eugenio Scalfari.
Terzo: la credibilità presso il mondo sindacale. L’accordo sul costo del lavoro è stato il vero capolavoro di Amato. Per esso il presidente del consiglio ha messo sul piatto anni di rapporti e di consulenze amichevoli alle tre confederazioni, culminate a un certo punto della sua carriera nella responsabilitá di capo dell'ufficio studi della Cgil. Quarto, la lucidità di capire il ruolo fondamentale che nei prossimi anni avrà il mercato finanziario e quindi la decisione di puntare decisamente sugli strumenti che non solo possono consentire le privatizzazioni ma che finalmente possono introdurre anche in Italia il capitalismo popolare e la democratizzazione dell'economia. Amato sa che senza i fondi pensione, i fondi chiusi, i fondi immobiliari e senza la creazione di tre o quattro milioni di nuovi azionisti l'Italia rimarrà un paese capitalista a economia incompiuta. Chi gli ha parlato negli ultimi giorni ha avuto la conferma che il presidente del consiglio è determinato a far varare in parlamento entro poco tempo la legge rivoluzionaria sui fondi pensione. Il progetto di legge ora all'esame del parlamento porta la firma dello stesso Amato e del deputato democristiano Giacomo Rosini. II presidente del consiglio lo aveva messo a punto nella precedente legislatura, quando era vicesegretario del Psi, con 1'aiuto di alcuni esperti fra cui il presidente del Mediocredito centrale, Gianfranco Imperatori, autore di un libro base sui fondi pensione. Quella versione era troppo sbilanciata a favore delle compagnie d'assicurazioni: la versione ora in itinere è stata riequilibrata e configura in maniera equilibrata lo strumento che da solo può democratizzare l'economia.
Per vederlo approvato e vincere in un colpo solo due battaglie Amato dovrà però convincere gli imprenditori a rinunciare ad almeno una parte del Tfr che oggi contribuisce all’autofinanziamento delle imprese: parallelamente i lavoratori dovranno impegnarsi a una maggiore contribuzione volontaria e il governo dovrà concedere agevolazioni fiscali. Se riuscirà a combinare questo mix.
Amato otterrà il più importante risultato istituzionale per l'economia e darà un senso compiuto alla sua idea che molte delle aziende da privatizzare dovranno diventare public company, con migliaia e migliaia di piccoli azionisti diretti e alcuni milioni indiretti attraverso i fondi pensione.
Nel votare per Amato sicuramente gli opinion maker interrogano dal sondaggio di Milano Finanza hanno avuto presente non solo quanto Amato ha già fatto con il varo della finanziaria e dei tre decreti delegati. Ma anche della rivoluzione copernicana che intende compiere con la creazione dei fondi pensione e delle public company.
Amato sa bene che un'occasione come quella attuale non gli capiterà più. Sa bene che schierandosi, come ha fatto, in maniera così trasparente e razionale per la solidarietà a Craxi, la sua forza di presidente del consiglio non viene meno. Sa bene che perfino Umberto Bossi, di fronte al baratro che potrebbe esserci [dono?] di lui è diventato un suo involontario sostenitore. Sa quindi che sta giocando una partita decisiva per il paese. Ma anche gli italiani, votandolo come uomo dell'anno, hanno dimostrato di essere consapevoli che proprio Amato è la carta migliore che il paese puó giocare in questo momento.