Nasce a Roma la Superbanca

Il Sole 24 ore

Roma – Per l’alleanza tra la Cassa di risparmio e Banco di Roma i giochi sembrano fatti. Il progetto che dovrebbe dar vita al grande polo bancario capitolino, uno dei maggiori gruppi creditizi in Italia e in Europa, approderà lunedì all’esame dei vertici dell’Iri, comitato di presidenza e consiglio di amministrazione. E dagli organi dell’ente di via Veneto, azionista all’87% del Bancoroma, l’operazione dovrebbe avere, a meno di improbabili sorprese, un via libera definitivo forte com’è dell’intesa raggiunta nelle ultime settimane in sede politica tra i due maggiori partiti di Governo, Dc e Psi.

Il nuovo istituto, ce avrà oltre 800 sportelli, partirà entro il ’92 – A Via Veneto sarà destinato il 30%

Roma – Per l’alleanza tra la Cassa di risparmio e Banco di Roma i giochi sembrano fatti. Il progetto che dovrebbe dar vita al grande polo bancario capitolino, uno dei maggiori gruppi creditizi in Italia e in Europa, approderà lunedì all’esame dei vertici dell’Iri, comitato di presidenza e consiglio di amministrazione. E dagli organi dell’ente di via Veneto, azionista all’87% del Bancoroma, l’operazione dovrebbe avere, a meno di improbabili sorprese, un via libera definitivo forte com’è dell’intesa raggiunta nelle ultime settimane in sede politica tra i due maggiori partiti di Governo, Dc e Psi.

Dopo lo stillicidio delle voci e delle indiscrezioni circolate con sempre maggior insistenza negli ultimi giorni, ieri per il progetto della super-banca romana è stato il giorno delle conferme. E’stato Bruno Corti, membro socialdemocratico del comitato di presidenza Iri, non solo ad ammettere per la prima volta l’esistenza delle trattative in corso ma addirittura a annunciare ai giornalisti, a margine di un convegno, della Dc sulle privatizzazioni, che l’operazione era giunta ad un tale stadio di maturazione da affrontare – lunedì appunto – il vaglio del consiglio di amministrazione dell’istituto a partecipazione statale. Di fronte a dichiarazioni che non lasciavano più dubbi lo stretto riserbo dietro al quale si era finora trincerato l’Iri (pochi minuti prima delle dichiarazioni di Corti, Franco Nobili, aveva liquidato la questione con un laconico “se ne parla da tanto tempo …”) non aveva più molto senso. E, infatti, puntuale è arrivato un comunicato ufficiale di via Veneto.

Riferendosi alle indiscrezioni riprese anche dalla stampa la breve la nota dell’Iri precisa che “sono in corso i necessari approfondimenti in vista di una possibile concentrazione nelle forme previste dalla legge 218/90 (le legge Amato ndr.), fra la partecipazione che deterrà la Fondazione Cassa di risparmio di Roma nell’azienda di credito Cassa di risparmio di Roma-Banco di Santo Spirito e la partecipazione Iri nel Banco di Roma. Il progetto - conclude la nota – sarà esaminato nella prossima riunione del consiglio di amministrazione dell’istituto convocato per il 29 ottobre. Delle deliberazioni del consiglio sarà opportuna informativa”.

La precisazione dell’Iri è intesa anche a dare un primo inequivocabile segnale al mercato e a contrastare ulteriori pressioni speculative sulle azioni del Bancoroma.
Un segnale richiesto ufficialmente dalla Consob (così com’era stata sollecitata dalla commissione la smentita da parte della Cassa di Roma di un Opa nei confronti del Bancoroma), accolto positivamente da Bruno Pazzi. E proprio il presidente della Consob ha sostenuto che gli scambi che hanno riguardato le azioni della banca Iri non sono stati tali da richiedere una sospensione del titolo, lasciando intendere che questa linea sarà tenuta anche di qui alle riunioni del cda di lunedì e delle ulteriori informazioni sull’operazione promesse per allora da via Veneto.

Su come e in che tempi nei dettagli si arriverà alla costituzione del polo si hanno, per il momento, delle ipotesi. La nota Iri fa riferimento alla “concentrazione” delle partecipazioni della costituenda spa Cassa di Roma-Santo Spirito e quella dell’istituto di Antonio Zurzolo. Sembra pertanto certo che, operativamente, tutto dovrebbe partire all’inizio del prossimo anno non appena realizzata la modifica dell’assetto istituzionale della banca guidata da Pellegrino Capaldo e Cesare Geronzi in base alla legge Amato.

Esclusa la strada di una fusione immediata tra la nuova azienda e il Bancoroma, l’operazione – stando alle indiscrezioni – dovrebbe essere graduale ed avvenire mediante conferimenti successivi in modo da poter beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla disciplina per le plusvalenze emerse. Si parla al riguardo della costituzione di una holding, alla quale verrebbero conferite le attività di Cassa-Santo Spirito e una quota inizialmente limitata (10-20%) della banca Iri, e del contestuale avvio di una strategia di gruppo. Si passerebbe successivamente a conferire (in uno o più passaggi) la restante partecipazione dell’ente di via Veneto nel Banco, per arrivare entro il ’92 (data in cui verranno meno i vantaggi della legge Amato) all’assetto finale del polo: un gruppo al cui vertice sarà la holding, controllata al 51% dalla Fondazione Cassa di Roma, con una presenza dell’Iri significativa ma di minoranza (si parla di un 30%) e con la restante parte del capitale collocata sul mercato. Ridimensionate ad una semplice “cooperazione” in campo assicurativo e parabancario, sono state invece le notizie circolate sul ruolo della Caja di Madrid. Lo stesso istituto spagnolo ha precisato il contenuto delle trattative in corso con la Cassa di Roma, smentendo contatti con l’istituto dell’Iri.

Al di là dei dettagli tecnici, l’ipotesi di un’operazione che porterà, una volta completata, alla costituzione di un gruppo tra i maggiori in Italia (ai dati di fine ’89 il gruppo disporrebbe di una patrimonio di 8.500 miliardi, di 24mila dipendenti e di 800 sportelli) è stata subito al centro di molti commenti politici e sindacali.

D’accordo, ovviamente, sul progetto (che ha già ottenuto il via libera di Tesoro e Bankitalia) il ministro delle Partecipazioni Statali, Franco Piga (“solo dopo la riunione del consiglio d’amministrazione dell’Iri, potrò fare altre dichiarazioni” ha affermato), positive sono anche le prime reazioni della Dc e di parte dei sindacati.

Caute, anche se non negative, le valutazioni a caldo dei repubblicani, mentre Franco Piro, presidente socialista della commissione Finanze della Camera ha sostenuto l’esigenza di “fare poche dichiarazioni e molte riflessioni”. Critici, invece, i comunisti che con Antonio Bellocchio hanno ribadito le loro perplessità sull’operazione.

Mario Calderoni