Nasce la banca n.1
Italia Oggi
Milano – E’ confermato. La nascita della Superbanca tra Banco di Roma (gruppo Iri) e Cassa di risparmio di Roma, è prossima. Il progetto di collegamento tra i due istituti di credito sarà esaminato dal comitato di presidenza dell’Iri, che si riunirà lunedì prossimo. “Con riferimento alle indiscrezioni apparse sugli organi di stampa – è scritto in una nota dell’istituto di via Veneto – si precisa che sono in corso i necessari approfondimenti in vista di una possibile concentrazione fra la partecipazione che deterrà alla Fondazione Cassa di Risparmio di Roma nell’azienda di credito Cassa di Risparmio di Roma – Banco di Santo Spirito e la partecipazione Iri nel Banco di Roma”.
Lunedì il via libera dal comitato di presidenza dell’Iri. Sull’intesa il sì anche di Franco Piga
Milano – E’ confermato. La nascita della Superbanca tra Banco di Roma (gruppo Iri) e Cassa di risparmio di Roma, è prossima. Il progetto di collegamento tra i due istituti di credito sarà esaminato dal comitato di presidenza dell’Iri, che si riunirà lunedì prossimo.
“Con riferimento alle indiscrezioni apparse sugli organi di stampa – è scritto in una nota dell’istituto di via Veneto – si precisa che sono in corso i necessari approfondimenti in vista di una possibile concentrazione fra la partecipazione che deterrà alla Fondazione Cassa di Risparmio di Roma nell’azienda di credito Cassa di Risparmio di Roma – Banco di Santo Spirito e la partecipazione Iri nel Banco di Roma”.
Subito ha preso il via il balletto delle ipotesi, la più accreditata delle quali prevede uno scambio azionario tra la Cariro e il Banco di Roma, la più piccola delle tre banche di interesse nazionale. Secondo alcune indiscrezioni trapelate ieri da ambienti bancari, inizialmente l’Iri dovrebbe cedere una quota compresa tra il 5% e il 10% del Banco di Roma alla holding guidata da Pellegrino Capaldo e nata dalla fusione tra Santo Spirito e Cariroma. Successivamente, entro il ’92, si giungerà ad un vero conferimento. A operazione conclusa, la Cassa di risparmio di Roma dovrebbe avere il 51% della nuova Superbanca, mentre l’Iri si accontenterà di una quota significativa di circa il 30%. Il resto del capitale sarà collocato sul mercato.
Sembra impraticabile, invece, l’ipotesi di un acquisto diretto, da parte dell’Istituto guidato da Pellegrino Capaldo, del 51% del Banco di Roma. La Cariroma, infatti, dovrebbe sborsare oltre 2 mila 500 miliardi. Inoltre, a norma di statuto, l’Iri non può scendere al di sotto del 51% nel capitale delle tre Bin. In ogni caso, quale che sia la formula scelta, dal matrimonio tra i due istituti dovrebbe scaturire il primo colosso del credito italiano, con una raccolta di circa 100 mila miliardi, un patrimonio di 8 mila 500 miliardi, 24 mila dipendenti e 800 sportelli.
Dopo le voci, dunque, le conferme. Anche se i dettagli dell’operazione sono ancora indefiniti e la stessa Consob, al di là della comunicazione dell’Iri, non ha ricevuto ulteriori chiarimenti. “L’Iri si è impegnato a fare un comunicato stampa dopo la riunione del Consiglio di amministrazione di lunedì prossimo – ha detto il presidente della commissione Bruno Pazzi – allora sapremo, nella sostanza, in che cosa può consistere l’operazione”. Pazzi che ha precisato che “era inutile sospendere il titolo del Banco di Roma per una settimana, magari dieci giorni, senza motivo. Una sospensione sarebbe giustificabile soltanto in presenza di movimenti anomali”. L’annuncio dell’Iri ha comunque messa a rumore il mondo bancario e politico italiano. Il ministro delle Partecipazioni statali, Franco Piga si è dichiarato favorevole all’ipotesi della Superbanca romana “ma parlerò – ha precisato – solo dopo il comunicato ufficiale di lunedì. Questi sono grandi temi, che richiedono dichiarazioni mediate”. In serata, è arrivato il commento del presidente della commissione Finanze della Camera. Franco Piro. “Vedo che il titolo del Banco di Roma è sottoposto a tensioni ed è arrivato a 2 mila 780 lire, vicino al suo massimo storico. A questo punto è necessario fare poche dichiarazioni e molte riflessioni”. Soddisfatti i democristiani, critici i comunisti. “E’ un progetto di grande significato – ha commentato il relatore di maggioranza sul ddl Amato, Luigi Grillo (Dc) – non posso che essere soddisfatto”. Il capogruppo del Pci in Commissione Finanze ha ribadito le perplessità del suo partito. “La commissione deve intervenire – ha spiegato – per sapere quale sia la direzione di marcia del governo. Per parte nostra non siamo assolutamente d’accordo con il modo in cui si sta procedendo”. I repubblicani, dal canto loro, hanno espresso curiosità per l’iniziativa.
L’euforia degli accorpamenti sembra, intanto, contagiare anche le altre Bin. A Milano, Camillo Ferrari, vice presidente della Banca commerciale italiana ha ventilato la possibilità di una fusione tra Comit e Credit.