Grandi manovre alla Banca di Roma
La Repubblica
Grandi manovre in vista alla Banca di Roma. La grande banca romana è alle prese con problemi di esuberi e con una redditività insoddisfacente
ROMA - Grandi manovre in vista alla Banca di Roma. La grande banca romana è alle prese con problemi di esuberi e con una redditività insoddisfacente. E starebbe pensando, da un lato, di rafforzare la struttura operativa, attraverso una serie di nomine, e, dall'altro, di cedere alcune partecipazioni minori, in modo da riequilibrare il free capital. Secondo voci che circolano con insistenza in ambienti finanziari, il presidente dell' istituto, Cesare Geronzi, starebbe pensando di potenziare lo staff di vertice, aumentando il numero dei collaboratori del direttore generale, Antonio Nottola. Sempre secondo queste voci, la manovra potrebbe essere completata entro l'anno, con la nomina di tre nuovi vicedirettori generali e l'ingresso di un alto dirigente esterno. Chi? Negli stessi ambienti, si fa il nome di Cesare Farsetti, attuale direttore generale di Rolo Banca 1473, ed ex direttore di CariMonte. Un banchiere con la fama di "tagliatore di teste" che potrebbe essere utile nell'affrontare il nodo esuberi all' interno dell'istituto. Nelle scorse settimane, infatti, Geronzi aveva detto che la Banca di Roma ha circa 3.000 esuberi sui 30.000 dipendenti del gruppo, una percentuale del 10%, in linea con quella media del sistema bancario. Successivamente, nel corso di un incontro con i sindacati, Nottola aveva spiegato che attualmente il problema non esiste e che il presidente si riferiva a esuberi che potrebbero emergere in futuro, al termine di un piano triennale di migliore informatizzazione della banca, in grado di aumentare le economie di scala. Ma prima o poi il problema andrà affrontato. E secondo le voci, Farsetti, che potrebbe andare ad affiancare direttamente Nottola con il grado di condirettore generale, sarebbe l'uomo giusto. Anzi, si racconta che sarebbe stato proprio il presidente del Consiglio, Romano Prodi, a suggerire il nome di Farsetti a Geronzi, nel corso di un colloquio svoltosi recentemente a Palazzo Chigi. La Superbanca romana ha inoltre il problema di riequilibrare il free capital e aumentare la redditività, come tutto il sistema. Dalla relazione al bilancio semestrale, chiuso con un utile netto di 70,8 miliardi e un risultato lordo di 746, emerge che dietro l'aumento del 30% degli indici di redditività c'è una perdita delle attività ordinarie di 120,9 miliardi. E' la prima volta da quando è nata la Superbanca romana che il risultato ordinario dell'istituto registra una perdita. Il bilancio semestrale ha infatti chiuso in utile grazie a proventi straordinari per 241 miliardi, che hanno determinato un profitto ante-imposte di 120,3 miliardi (70,8 netto). Nella relazione si sottolinea che sul risultato ordinario "gravano, in particolare, le minusvalenze contabilizzate sul comparto partecipazioni". Tra queste spicca il caso della francese Banque Generale du Commerce, per la quale "il conto economico ha subito rettifiche di valore per 240 miliardi e accantonamenti per oneri di circa 40 miliardi". I vertici della Banca di Roma, starebbero quindi pensando anche di far leggermente "dimagrire" l'istituto, cedendo alcune partecipazioni non strategiche. E si parla della vendita delle quote possedute nelle Casse di risparmio e di una "riflessione" sull' estero e sulla Banca Mediterranea.