E Geronzi promette un Duemila da primato
Il sole 24 ore
Un gross margin di 5,411 miliardi (rispetto ai 4.846 del '96) e un risultato di gestione di 2.373 miliardi quasi il 70% in più rispetto ai 1.412 miliardi messi nel conto economico nell'ultimo esercizio
MILANO - Un gross margin di 5,411 miliardi (rispetto ai 4.846 del '96) e un risultato di gestione di 2.373 miliardi quasi il 70% in più rispetto ai 1.412 miliardi messi nel conto economico nell'ultimo esercizio. Sono questi i target per l'esercizio Duemila del piano industriale che il presidente Cesare Geronzi ha elaborato già nei primi mesi del'97 a supporto della complessa manovra sugli assetti di controllo della Banca di Roma. Le prospettive di rilancio della redditività gestione (dal 13,4% al 21,4% in quattro anni se rapportate ai mezzi propri) sono infatti essenziali per suscitare l'interesse dei nuovi investitori privati. E' infatti questa la principale garanzia di più agevole smaltimento delle sofferenze, che hanno raggiunto, in bilancio, il 9,2% su oltre 80 mila miliardi di impieghi. Svalutazioni e accantonamenti su rischi hanno impedito fin dalla sua nascita, nel '92, il raggiungimento da parte del polo bancario capitolino di una redditività netta soddisfacente. Anche nel '96 l'utile netto è stato di soli 103 miliardi su un patrimonio netto contabile di 10.500 miliardi. Per ritrovare gli utili, Geronzi e il direttore generale Antonio Nottola hanno messo a punto interventi sia sul fronte dei costi che dei ricavi.
L'accordo raggiunto lo scorso giugno con le organizzazione sindacali ha consentito di varare una terapia d'urto sul versante cruciale del costo del lavoro, con risparmi superiori ai 330 miliardi e l'ipotesi di gestione concordata di circa 3mila esuberi su oltre 31mila addetti di gruppo. Nel frattempo, Geronzi ha alleggerito di circa 550 miliardi le partecipazioni e di oltre 600 addetti gli organici con la cessione di Interbanca e di 55 sportelli ala Banca Antoniana Veneta.
Nel dettaglio del trend economico ipotizzato, la prevista contrazione del margine d'interesse (68 miliardi) sarà compensata da un balzo deciso dei proventi da servizi, soprattutto nel risparmio gestito. La Banca di Roma vuol difendere in maniera selettiva la sua quota di mercato (6% nei depositi) con una riselezione del portafoglio crediti. L'ammontare dell'asset management punta invece a quintuplicare entro il 2mila gli 8.700 miliardi di patrimonio amministrato a fine '96. L'impatto positivo sul margine d'intermediazione (compreso l'impulso nell'attività bancassicurativa con Toro e nelle carte di debiot-credito) è stimato in almeno 400 miliardi. Un piano di profonda riorganizzazione organizzativa e informatica (outsourcing) prevede ulteriori risparmi.
L'accordo raggiunto lo scorso giugno con le organizzazione sindacali ha consentito di varare una terapia d'urto sul versante cruciale del costo del lavoro, con risparmi superiori ai 330 miliardi e l'ipotesi di gestione concordata di circa 3mila esuberi su oltre 31mila addetti di gruppo. Nel frattempo, Geronzi ha alleggerito di circa 550 miliardi le partecipazioni e di oltre 600 addetti gli organici con la cessione di Interbanca e di 55 sportelli ala Banca Antoniana Veneta.
Nel dettaglio del trend economico ipotizzato, la prevista contrazione del margine d'interesse (68 miliardi) sarà compensata da un balzo deciso dei proventi da servizi, soprattutto nel risparmio gestito. La Banca di Roma vuol difendere in maniera selettiva la sua quota di mercato (6% nei depositi) con una riselezione del portafoglio crediti. L'ammontare dell'asset management punta invece a quintuplicare entro il 2mila gli 8.700 miliardi di patrimonio amministrato a fine '96. L'impatto positivo sul margine d'intermediazione (compreso l'impulso nell'attività bancassicurativa con Toro e nelle carte di debiot-credito) è stimato in almeno 400 miliardi. Un piano di profonda riorganizzazione organizzativa e informatica (outsourcing) prevede ulteriori risparmi.