Lunedì all’esame Iri la superbanca romana
Il Giornale
Roma – Mettete insieme la settima, l’undicesima e la diciottesima banca del Paese per attività totali ed avrete due risultati: il primo istituto di credito nazionale, ed una banca capace per dimensioni di confrontarsi con l’agguerrita concorrenza europea.
Roma – Mettete insieme la settima, l’undicesima e la diciottesima banca del Paese per attività totali ed avrete due risultati: il primo istituto di credito nazionale, ed una banca capace per dimensioni di confrontarsi con l’agguerrita concorrenza europea. Non è un ragionamento nuovo, e chissà quante volte è stato fatto negli ultimi mesi dai propugnatori del “polo romano” che vede insieme Cassa di Risparmio di Roma, Banco di Santo Spirito e Banco di Roma; ma, dopo tanto tam tam, le cose devono essere giunte al momento cruciale. L’Iri, azionista di maggioranza del Banco di Roma ha reso noto che il progetto di concentrazione tra i due istituti (la Cassa controlla già il Santo Spirito) sarà esaminato nella riunione del consiglio di lunedì prossimo, 29 ottobre. Franco Piga, ministro delle Partecipazioni statali, ha detto di essere d’accordo (“certo che lo sono”) sull’operazione. Il Financial Times ha pubblicato sempre ieri un servizio in prima pagina, dando la fusione quasi per certa. Per inciso, ieri è giunto in Gran Bretagna il presidente Cossiga.
Tre indizi insieme costituiscono una prova, dicono i giallisti. Tuttavia il parto del primo istituto bancario italiano, seppur dopo lunghissima gestazione, sarà complesso. La Cassa di risparmio deve infatti completare ancora la fusione con il Santo Spirito e quindi trasformarsi in società per azioni secondo i dettami della legge Amato. La seconda cassa di risparmio del Paese non dovrebbe peraltro avere difficoltà a completare il tutto in tempi ragionevolmente brevi. Quindi si passerà all’intesa col Banco-roma.
La convocazione del consiglio Iri è un chiaro sintomo di un terreno favorevole all’operazione. Da parte politica non sorgono obiezioni, se non marginali. Il presidente dell’Istituto, Franco Nobili, pur preferendo per principio l’idea di rafforzare i legami tra le tre banche dell’Iri è aperto a soluzioni diverse, che comunque garantiscano la creazione di un “polo bancario” di dimensioni europee.
E dunque già lunedì potrebbero emergere i primi contorni dell’operazione, forse uno schema di massima. Bruno Corti, che rappresenta il Psdi nel comitato di presidenza Iri, ha detto che del progetto si è già discusso e che la Consob è stata informata. Il neo presidente del Consiglio per le società e la Borsa, Bruno Pazzi, non ha ancora ravvisato la necessità di intervenire sul mercato: “I movimenti sulle azioni del Banco di Roma, sono abbastanza fisiologici, ha dichiarato. Ieri, alla Borsa di Milano, il titolo ha segnato un guadagno dell’1,64%.
Per avere un’idea di massima di che cosa potrebbe nascere dall’operazione, bastano due cifre. Il totale delle attività dei tre istituti (dati ’89) è di circa 130 mila miliardi, contro i 109 mila dell’Istituto San Paolo di Torino, primatista, sempre nell’89, ed i 102 mila della Comit. La somma degli sportelli (ancora dati’89) porterebbe la nuova superbanca a oltre quota 800. In questi casi le somme aritmetiche non rappresentano poi esattamente la realtà, ma comunque ci si avvicinano. Al termine dell’operazione la Cassa di Roma dovrebbe avere il controllo del “polo”, all’Iri rimarrebbe una quota significativa, ed il resto sarà collocato sul mercato.
G.B.B.