Decolla la Superbanca romana
Il Tempo
Roma – E’ fatta. Entro il ’90, al massimo nei primi mesi del ’91, nascerà la Superbanca romana. A sciogliere gli ultimi dubbi ed infrangere la coltre di riservatezza che avvolgeva il progetto è stato ieri Bruno Corti, membro del comitato di presidenza dell’Iri, il quale ha rivelato che lunedì prossimo Franco Nobili e gli altri membri del comitato (Pietro Armani, Massimo Pini e Sergio Trauner) esamineranno il dossier sul”polo” bancario tra il Banco di Roma e la Cassa di Risparmio di Roma – Banco di Santo Spirito.
Governo favorevole al matrimonio. La Consob “vigila”
Roma – E’ fatta. Entro il ’90, al massimo nei primi mesi del ’91, nascerà la Superbanca romana. A sciogliere gli ultimi dubbi ed infrangere la coltre di riservatezza che avvolgeva il progetto è stato ieri Bruno Corti, membro del comitato di presidenza dell’Iri, il quale ha rivelato che lunedì prossimo Franco Nobili e gli altri membri del comitato (Pietro Armani, Massimo Pini e Sergio Trauner) esamineranno il dossier sul”polo” bancario tra il Banco di Roma e la Cassa di Risparmio di Roma – Banco di Santo Spirito.
Le dichiarazioni di Corti hanno colto di sorpresa le 3 banche interessate che hanno cercato fino all’ultimo di tenere nascosto l’accordo, ma non il ministro delle Partecipazioni Statali, Franco Piga, che ha dato il suo “placet” all’intesa.
“Sono favorevole ad un accordo – ha spiegato il ministro – ma parlerò solo dopo il comunicato ufficiale”. Anche Bruno Corti è sulle posizioni di Piga. “Sono favorevole – ha dichiarato Corti alle intesa che aumentano la massa critica del nostro sistema bancario. L’Italia è infatti in condizioni di svantaggio rispetto agli altri Paesi della Cee ed occorre sviluppare sinergie tra le banche. In questo modo si crea un polo di grande rilievo”. Lunedì, salvo sorprese dell’ultima ora, l’Iri darà dunque il via libera al nuovo polo “romanesco”, come lo ha definito Corti, che si collocherà sul mercato, occupando una quota del 12%.
Chi ancora pare invece all’oscuro dell’Intesa è Mario Arcelli, vice presidente del Banco di Roma, il quale ha dichiarato che i vertici dell’istituto non sono per ora la corrente delle trattative e che tutto è in mano all’Iri, azionista di maggioranza della banca. Nessun commento dalla Cassa di Risparmio che proprio che proprio ieri ha riunito il consiglio di amministrazione per approfondire il progetto di unione con il Banco.
L’annuncio di Corti, confermato da Via Veneto con un comunicato ufficiale (“sono in corso i necessari approfondimenti in vista di una possibile concentrazione, nelle forme previste dalla legge Amato, tra la partecipazione che deterrà la fondazione Cassa di Risparmio di Roma nell’azienda di credito Cassa di Risparmio di Roma-Banco di Santo Spirito e la partecipazione Iri nel Banco di Roma”), ha preso in contropiede anche la Consob. “Attendiamo chiarimenti dall’Iri – ha infatti dichiarato Pazzi – che dopo la riunione del consiglio di amministrazione di lunedì prossimo si è impegnato a fare un comunicato stampa. Allora sapremo, nella sostanza, in che cosa può consistere l’operazione”. Intanto, i titoli del Banco Roma continuano a salire: ieri i warrant hanno registrato un aumento del 7,18% dietro al quale si vocifera ci sia l’istituto guidato da Geronzi. Pazzi a questo proposito aggiunge che “era inutile sospendere il titolo del Banco di Roma per una settimana, magari dieci giorni, senza motivo. Del resto le quantità trattate negli ultimi tempi sono state abbastanza nella norma, così come le quotazioni del titolo. Una sospensione sarebbe giustificabile soltanto in presenza di movimenti anomali”.
Le modalità – Fonti bancarie fanno sapere che in un primo momento la Cassa dovrebbe acquistare una partecipazione di minoranza nel Banco di Roma (30%), anche in considerazione delle difficoltà di racimolare i 3 mila miliardi necessari ad acquistare il 51% dell’istituto, in un secondo tempo poi ci dovrebbe essere la fusione tra le due aziende di credito con la fondazione Cassa di Risparmio a fare da holding con il 51% del capitale del Banco. All’Iri rimarrebbe una partecipazione del 25-35%, mentre il 10-15% rimarrebbe sul mercato. La Cassa offrirebbe all’istituto di Via Veneto anche azioni del S. Spirito per acquistare un’ulteriore fetta del capitale. I tempi dello scambio azionario non saranno però brevissimi perché prima dovrà essere completata la trasformazione in spa della Cassa di Roma.
Umberto Mancini