I conquistadores delle banche

La Repubblica

Comit e Credit sono scese in campo, Banca di Roma e Cariplo scaldano i muscoli. Altri invece sono destinati a fare da prede

Quello che si sa, per ora, è che con l'Opa del Credit sul Rolo e con l'offerta Comit su Ambroveneto è cominciato un terremoto nel mondo delle banche. Fra cinque anni, o anche prima, ci volteremo indietro e non riconosceremo più la mappa dei nostri istituti di credito, la mappa del potere del denaro. E' almeno dalla seconda metà degli anni Ottanta che in varie sedi ci si affannava a ridisegnare le banche italiane, suggerendo schemi e alleanze. Ma di fatto si è combinato poco, fino a quando il tema non è passato di moda. Adesso è tornato in primo piano. Ma più che sulla base degli studi, la rivoluzione verrà fatta direttamente sul mercato a colpi di Opa miliardarie, di contestazioni legali, di battaglie assembleari. Gli italiani potranno vedere in diretta che cosa è il capitalismo, quando al suo interno ci si scontra per il potere e si cercano nuovi equilibri.
Tutti, ovviamente, vorrebbero già sapere chi vincerà e chi perderà. Quali sono le banche che conteranno e quelle che invece sono destinate a appassire come foglie d'autunno fino a scomparire dalla scena. Ma nessuno è in grado di fare queste previsioni. Qualcosa, comunque, si può dire. Le mosse d'apertura di questa battaglia delle banche non sono casuali e hanno alle spalle un disegno. Quindi è possibile esaminare, se non altro, i piani di battaglia.
E' utile, ad esempio, tracciare subito gli identikit degli aggressori, di coloro che per primi hanno messo in campo gli eserciti. Le due offerte, come si sa, sono state lanciate da Credit e da Comit. Si tratta di banche milanesi, fino a poco fa possedute dall'Iri, ma di recente privatizzate. Entrambe orbitano intorno a Mediobanca, cuore e testa del capitalismo italiano. E' impensabile che le due banche facciano qualcosa di importante senza il preventivo assenso di Enrico Cuccia, 87enne patron di Mediobanca.
La cosa curiosa è che Comit e Credit non sono possedute dall'istituto di via Filodrammatici, ma, semmai, lo posseggono. Mediobanca, infatti, è oggi controllata da un sindacato dove sono presenti (per metà) le tre banche ex Iri (Comit, Credit e Banco di Roma) e per l'altra metà i maggiori esponenti del capitalismo privato. Quindi sono Comit e Credit a trovarsi "sopra" Mediobanca, ma di fatto è come se fossero "sotto". E allora perchè le due banche fanno quello che decide Cuccia? Ma perchè Cuccia è più autorevole di loro, perchè è una potenza. Insomma, quando si muovono Comit e Credit è come se si muovessero Mediobanca, Cuccia e tutta l'ala nobile del capitalismo italiano. Roba grossa. Ma ci sono almeno altre due banche che da tempo hanno indossato elmo e corazza, pronte a andare in battaglia. Si tratta della Banca di Roma (l'altra ex banca Iri, venduta, insieme al Santo Spirito, alla Cassa di Risparmio di Roma che ha fuso i tre istituti) e della Cassa di Risparmio di Milano, la Cariplo. Per quanto riguarda quest'ultima, che con i suoi 70mila miliardi di raccolta è la seconda banca italiana per grandezza, sembra che non ci siano particolari problemi. Più che fare delle guerre dovrà andare in giro con una specie di rastrello e portarsi a casa le banche, letteralmente raccattandole. Si dice infatti che siano almeno quaranta, oggi, le Csse di risparmio sull'orlo dell'abisso, con i conti nel massimo disordine, nessuna speranza di farcela da sole e quindi bisognose di un salvatore. La Cariplo è già stata indicata, tacitamente e da tempo, come il soggetto che dovrà incaricarsi di questi malati terminali. E' possibile, quindi, che nel giro di quattro o cinque anni, inglobi almeno una trentina di casse di risparmio minori, che verranno così cancellate, e che arrivi dai 70 mila miliardi attuali a 120-130 mila miliardi di raccolta presso i clienti. La Cariplo è già un colosso oggi, domani sarà una specie di supergigante: Stallone più Schwarzenegger, con l'aggiunta magari di Bruce Willis.
Un'altra banca che non dovrebbe incontrare molte difficoltà è la Banca di Roma. Già oggi, con i suoi 70 mila miliardi di raccolta, sta al terzo posto insieme alla Cariplo. I due che la dirigono, Pellegrino Capaldo e Cesare Geronzi, sono vecchie volpi del mestiere, se possono evitano guai e polemiche, ma si dice che considerino la Bna come cosa già loro. In più sembra che abbiano già opzionato il Banco di Sicilia. Basta fare due somme per vedere come, nel giro di qualche anno, anche la Banca di Roma arriverà dagli attuali 70 mila a 120 mila miliardi di raccolta o forse anche più in alto. Insomma, questa banca è in corsa per il raddoppio delle proprie dimensioni, eliminando dalla scena due concorrenti.
Destino molto più appannato, invece, per l'altra banca romana, la Bnl. Passata attraverso alterne vicende, a un certo punto pareva che stesse per pioverle addosso un destino luminoso (fusione con la Comit o con il Credit). Invece, poi tutto è finito in niente e oggi la Bnl campa e spera. Ma è certo che sulla piazza di Roma la banca emergente è quella di Capaldo e Geronzi. Di fatto, diventerà la grande banca del centro-sud e del potere romano.
La partita complessa è quella che si gioca al Nord, dove, come abbiamo visto, c'è già almeno una banca (la Cariplo) avviata a diventare un gigante da oltre 100 mila miliardi di raccolta. Ma la Cariplo è un banca istituzionale, tranquilla, pacifica. Difficile che dia problemi o che domani si metta a fare bizzarrie finanziarie. Insomma, è una specie di enorme salvadanaio.
Più articolati i disegni delle altre due banche milanesi. Già si è detto della Comit che vuole l'Ambroveneto. Se si somma la raccolta delle due banche si arriva vicino agli 80 mila miliardi. Che sono tanti, ma che non sono il punto fondamentale. La Comit è la signora delle banche italiane. Le operazioni più sofisticate passano da lì. Fino a ieri era molto distinta, ma un pò piccolina. Se andranno in porto le idee di oggi, diventerà più grandina.
Dall'eventuale conquista del Rolo da parte del Credito Italiano dovrebbe nascere una banca con oltre 70 mila miliardi di raccolta. Grande, ma non ancora grandissima. E tutti sanno che Cuccia ha in mente, per il Credit, un destino da "banca degli italiani", una sorte di mostruoso raccoglitore nazional-popolare di denaro (mentre la Comit dovrà funzionare da reparto scelto, artigliera più capacità strategica, e abilità nel muoversi sul terreno internazionale). E' quindi ovvio che il Credit, una volta sistemata la partita di Bologna (se ce la farà), dovrà andare avanti.
Che cosa c'è sulla piazza? Proprio nella capitale lombarda c'è un'antica gloria locale. La Popolare di Milano, trafitta da perdite di bilancio e, secondo certe voci, non più in grado di muoversi da sola con l'agilità di un tempo. E' opinione di parecchi analisti che la Popolare debba scegliersi in fretta un salvatore, qualcuno in grado di allungare una mano e di portarsela via. Poichè nella Popolare ci sono quasi 20 mila miliardi di raccolta presso la clientela, è evidente che non resterà a lungo nell'incertezza. Credit o Comit? A occhio, dovrebbe pigliarsela il Credit. Però, bisognerebbe essere nella testa di Cuccia per poter rispondere. A pochi passi da Milano c'è un'altra Popolare, quella di Novara, che gira un pò a vuoto, anche perchè nel suo recente passato è stata un pò troppo spiritosa e avventurosa. Gli esperti di Piazza Affari dicono che è già pronta anche lei per finire nel carniere di qualcuno (Credit o Comit?). E son altri 20 mila miliardi di raccolta.
In sostanza, già a questo punto un pò si intravede la futura mappa delle "banche forti" italiane: una a Roma e tre a Milano. A Roma dovrebbe esserci la banca omonima, avviata a sfiorare i 140 mila miliardi di raccolta. A Milano dovrebbe esserci la Cariplo, all'incirca delle stesse dimensioni della Banca di Roma. Ma con una differenza: la Cariplo è, e sarà, una specie di salvadanaio, tranquillo e intento a opere di bene. La Banca di Roma, invece, sarà qualcosa di assai più movimentato, sarà la banca del potere romano.
A Milano, però, dovrebbero spuntare altri due giganti da almeno 100 mila miliardi di raccolta: Comit e Credit. Con una differenza, anche qui. Comit dovrà guardare soprattutto fuori casa, all'estero, mentre il Credit dovrà lavorare per diventare, se possibile, la più grande banca italiana. A questo punto la panoramica potrebbe chiudersi, ma prima bisogna citare le due "belle addormentate" del mondo bancario italiano: il San Paolo di Torino (primo istituto italiano, con 110 mila miliardi di raccolta) e la Bnl di Roma (circa 60 mila miliardi). Al San Paolo sta per scadere il presidente Zandano, e non è più rieleggibile. In più sembra che anche questa banca abbia bisogno di assestarsi e di trovare un socio. Il giorno che dovese aprirsi davvero la guerra per il San Paolo sarà come assistere alla fine del mondo: chiunque riuscisse a metterci sopra le mani raddoppierebbe le proprie dimensioni, dalla sera alla mattina. Secondo voci di Piazza Affari, peraltro, questa sarà la grande, vera battaglia: quelle di oggi non sarebbero che pre-tattica.
Un pò così anche il destino della Bnl, a questo punto vaso di coccio bancario, fra i giganti del credito. Anche per lei scoccherà l'ora dell'assalto.