Bancaroma, parte l'aumento di capitale
Il Messaggero
Geronzi a palazzo Chigi. Domani il via libera del Consiglio d'amministrazione
ROMA - Tempi stretti per la privatizzazione della Banca di Roma. Ieri, il presidente, Cesare Geronzi, è stato ricevuto a Palazzo Chigi, presumibilmente da Enrico Micheli, per illustrare nel dettaglio l'operazione che partirà domani. Secondo quanto si apprende, infatti, il Consiglio d'amministrazione dell'Istituto, si riunirà giovedì (lo stesso giorno del Cda dell'Iri) per deliberare l'aumento di capitale di circa 3.000 miliardi di lire finalizzato tra l'altro all'ingresso di nuovi soci. All'ordine del giorno anche l'esame della semestrale, il piano industriale 1997-2000 e le modifiche statutarie. Sempre domani sarà esaminata la situazione patrimoniale dell'Istituto al 31 agosto scorso e vagliate le delibere urgenti dei Comitati Esecutivi.
Si fa intanto più chiaro il quadro futuro del gruppo. I nuovi soci che entreranno a far parte dell'Istituto sono già noti: la Toro assicurazioni (Fiat) con una quota del 7% circa, la Bam (Banca Agricola Mantovana) con una quota almeno paritetica, compresa tra il 7% ed il 9% della banca, e il colosso informatico di Dallas Eds con una quota del 2% circa.
Tutti e tre i soci siederanno con ogni probabilità nel consiglio di amministrazione sottolineando così il valore strategico dell'acquisizione al fiano della Fondazione che manterrà fra il 32% e il 33% del'Istituto spa. In particolare il gruppo multinazionale Eds, che ha già firmato una lettere di intenti preliminare di un accordo più impegnativo da definire nelle prossime settimane, diverrebbe fornitore del gruppo Banca di Roma di tutto il settore dell'Edp informatico. Il contratto di fornitura prevede per Eds commesse annue di 300 miliardi di lire pari ad un valore complessivo di circa 3.000 miliardi di lire.
Il consiglio di amministrazione della banca, presieduto da Cesare Geronzi, dovrà appunto esaminare il piano industriale dell'istituto ed indicare la data dell'assemblea ordinaria e straordinaria per l'aumento di capitale da convocarsi verso la fine di ottobre, al termine cioè dei 45 giorni richiesti dalle norme sulle procedure societarie.
Nelle prossime settimane la costruzione del nuovo polo bancario entrerà dunque nel vivo dei negoziati. L'operazione - spiegano infatti alcune fonti vicine alla trattativa - è complessa sia sotto il profilo tecnico che sotto quello giuridico e legale. In vista dell'assemblea di ottobre tutto dovrà essere pronto e sancito ufficialmente da accordi che impegnino le parti contraenti.
Toro, Bam ed Eds parteciperanno con la Fondazione ad un patto di sindacato che interesserà il 50% della banca spa. Da soli i tre nuovi azionisti dovrebbero detenere tra il 16% ed il 18% dell'Istituto bancario, ma fra le ipotesi ragionevoli vi è quella che i vertici del gruppo romano puntino a piazzare almeno il 20% del capitale bancario.
Nell'ambito dell'operazione che avverrà mediante un'offerta pubblica di vendita, l'Iri cederà sul mercato, tramite prestito obbligazionario convertibile dell'ordine di 1.500 mililardi le proprie quote dirette e indirette di circa il 40%.
Si fa intanto più chiaro il quadro futuro del gruppo. I nuovi soci che entreranno a far parte dell'Istituto sono già noti: la Toro assicurazioni (Fiat) con una quota del 7% circa, la Bam (Banca Agricola Mantovana) con una quota almeno paritetica, compresa tra il 7% ed il 9% della banca, e il colosso informatico di Dallas Eds con una quota del 2% circa.
Tutti e tre i soci siederanno con ogni probabilità nel consiglio di amministrazione sottolineando così il valore strategico dell'acquisizione al fiano della Fondazione che manterrà fra il 32% e il 33% del'Istituto spa. In particolare il gruppo multinazionale Eds, che ha già firmato una lettere di intenti preliminare di un accordo più impegnativo da definire nelle prossime settimane, diverrebbe fornitore del gruppo Banca di Roma di tutto il settore dell'Edp informatico. Il contratto di fornitura prevede per Eds commesse annue di 300 miliardi di lire pari ad un valore complessivo di circa 3.000 miliardi di lire.
Il consiglio di amministrazione della banca, presieduto da Cesare Geronzi, dovrà appunto esaminare il piano industriale dell'istituto ed indicare la data dell'assemblea ordinaria e straordinaria per l'aumento di capitale da convocarsi verso la fine di ottobre, al termine cioè dei 45 giorni richiesti dalle norme sulle procedure societarie.
Nelle prossime settimane la costruzione del nuovo polo bancario entrerà dunque nel vivo dei negoziati. L'operazione - spiegano infatti alcune fonti vicine alla trattativa - è complessa sia sotto il profilo tecnico che sotto quello giuridico e legale. In vista dell'assemblea di ottobre tutto dovrà essere pronto e sancito ufficialmente da accordi che impegnino le parti contraenti.
Toro, Bam ed Eds parteciperanno con la Fondazione ad un patto di sindacato che interesserà il 50% della banca spa. Da soli i tre nuovi azionisti dovrebbero detenere tra il 16% ed il 18% dell'Istituto bancario, ma fra le ipotesi ragionevoli vi è quella che i vertici del gruppo romano puntino a piazzare almeno il 20% del capitale bancario.
Nell'ambito dell'operazione che avverrà mediante un'offerta pubblica di vendita, l'Iri cederà sul mercato, tramite prestito obbligazionario convertibile dell'ordine di 1.500 mililardi le proprie quote dirette e indirette di circa il 40%.