La Banca di Roma vola in borsa

Il Giornale

Il progetto di privatizzazione fa decollare il titolo. Desiata (Ania): “Nel bancassurance l’Italia sta recuperando”. Ieri ha guadagnato il 3,5%. Si precisano i dettagli della maxi operazione

MILANO – Mercoledì, il giorno successivo alla pubblicazione delle prime notizie sulla maxioperazione che coinvolgerà la Banca di Roma, il titolo in Borsa ha messo a segno un incremento del 3%. Ieri, dopo le varie conferme alla notizia e l’aggiunta di alcuni importanti dettagli, il titolo ha ripeso a galoppare a una velocità ancora superiore: l’apertura è stata effervescente, con un +4,2% a 1.707 lire, quando l’indice Mibtel stagnava in uno stentato +0,06%. Nel corso della giornata l’azione ha mantenuto al propria energia, restando sempre intorno alla soglia delle 1.700 lire, per chiudere, infine, a 1.698, con un incremento del 3,5% sul prezzo ufficiale. Uno slancio ben diverso dal Mibitel, che ha registrato un misero +0,2%. Il mercato commette, dunque sul grande progetto firmato da Cesare Geronzi, presidente della Banca di Roma che porterà alla realizzazione del più grande gruppo bancario-assicurativo italiano: potrà contare su duemila sportelli bancari (quelli della Banca di Roma, della Bna, della Banca Mediterranea, del Mediocredito del Lazio, più quelli del futuro socio stabile Banca agricola mantovana) e sulle 500 agenzie della Toro assicurazioni. Ieri il residente dell’Ania, Alfonso Desiata, ha commentato: “L’Italia sta velocemente recuperando il terreno che aveva perso nel settore bancassurance rispetto a tutti gli altri Paesi”. L’aumento di capitale che andrà subito in esecuzione – secondo quanto pubblicato ieri da quotidiano Mf – sarà di circa 3mila miliardi, mentre l’Iri, intenzionato ad abbandonare l’istituto, lancerà un prestito obbligazionario convertibile di circa 1.400 miliardi col quale classerà buona parte del 35% diretto e indiretto nella banca. Per circa 400 miliardi, invece, saranno collocate dall’Iri le sue azioni nell’istituto attraverso un’Opv che riguarderà anche le nuove pubblicazioni.
L’offerta pubblica di vendita riguarderà una tranche di circa mille miliardi, e cioè le azioni che non saranno sottoscritte dai soci stabili, Gli azionsiti stabili che sottoscriveranno circa duemila miliardi stipuleranno con l’Ente Cassa di Roma (che oggi possiede il 65% della Cassa di risparmio Roma holding e il 10, 34% della spa) un patto di sindacato. Al termine dell’aumento di capitale la fondazione avrà una partecipazione nella Banca di Roma del 35% mentre i soci stabili avranno il 17-20%.
Chi saranno i nuovi partner? Toro assicurazioni e la Banca agricola mantovana dovrebbero investire la prima intorno ai 500 miliardi, la seconda 600. La Bam potrebbe investire altri 200 miliardi in obbligazioni per arrivare a una quota complessiva del 10% contro il 6,5% della Toro.
Al fianco dei soci principali si schiereranno con quote del 2% (con una spesa nell’ordine dei 160 miliardi) un investitore funzionale all’organizzazione del gruppoc eh dovrà completare la ristrutturazione (all’orizzonte c’è la Ebs, uno dei principali gruppi informatici statunitensi con un fatturato di quasi 15 mila miliardi, am anche Ibm e Andersen consultino) e un grande istituto spagnolo che è una conoscenza di vecchia data dell’istituto romano ai tempi di Europartner: si potrebbe trattare del Banco Hispano Americano.