Banca Roma raddoppia l'utile

La Repubblica

Il sistema bancario italiano, prevalentemente pubblico, frazionato e domestico, è sicuramente ancora lontano dal raggiungere condizioni di eccellenza, come ha affermato ieri il presidente dell'Abi

ROMA - Il sistema bancario italiano, prevalentemente pubblico, frazionato e domestico, è sicuramente ancora lontano dal raggiungere condizioni di eccellenza, come ha affermato ieri il presidente dell'Abi, Tancredi Bianchi. Ma nel 1995 sembra aver registrato in generale risultati decisamente migliori rispetto al "drammatico" 1994, casi Banco di Napoli o Sicilcassa a parte. In base ai bilanci resi noti ieri, infatti, istituti di primo piano come la Banca di Roma e il "Polo del Nord Est", costituito da Ambroveneto e le Casse di Torino e Verona, hanno registrato aumenti degli utili che testimoniano la ripresa del sistema. Banca di Roma. L'istituto guidato da Cesare Geronzi ha chiuso il 1995 con un utile netto di 88 miliardi, più che raddoppiato rispetto al risultato 1994 e una crescita sostenuta sia della raccolta, salita ad oltre 125.000 miliardi (179.000 a livello di gruppo), sia degli impieghi, arrivati a 104.000 miliardi (150.000 consolidati). In lieve flessione (-7,3%), invece, il margine d' interesse, ora a 3.224 miliardi, che però una nota dell'istituto considera "più che soddisfacente, visti i cospicui investimenti effettuati nell' anno" per l'acquisizione delle partecipazioni di controllo della Banca Mediterranea e della holding Bonifiche Siele, alla quale fa capo la Bna e di Interbanca. Investimenti pari in totale a circa 2.000 miliardi. Il cda della Banca di Roma, comunque, proporrà all'assemblea del 30 aprile di destinare alle riserve l'utile netto, senza distribuire quindi dividendi. Il patrimonio netto, inoltre, ammonta a 10.500 miliardi, mentre le sofferenze sono pari all'8,15% degli impieghi per cassa con clientela. Il margine d'intermediazione è a quota 4.486 miliardi. A livello di gruppo il risultato lordo di gestione è a 1.472 miliardi, il margine di interesse a 4.511 e quello di intermediazione a 6.371 miliardi. Ambroveneto. Nel 1995 il gruppo bancario che fa capo all'Ambroveneto ha registrato un utile netto di 180,4 miliardi (+35% sul 1994) e un utile lordo di 979 miliardi (+50%). L'istituto sottolinea la crescita del margine di interesse (+12% a 1.763 miliardi) e l'aumento del margine di intermediazione (+20% a 2.636 miliardi), cui ha contribuito la crescita del margine dei servizi, aumentato del 39% a 873 miliardi. Il patrimonio netto consolidato è a 2.491 miliardi, la raccolta diretta da clientela è cresciuta dell'8% a 33.022 miliardi e gli impieghi verso clientela del 4% a 26.987 miliardi. Cassa Torino. Il bilancio '95 della Crt di Torino si è chiuso con un utile netto di 104 miliardi, in netto miglioramento (+82%) rispetto all'anno precedente. I mezzi amministrati hanno superato gli 83 mila miliardi, con una crescita del 4%. In crescita anche le attività finanziarie della clientela, che hanno superato i 72 mila miliardi (+6,5%). Gli impieghi alla clientela sono stati pari a 11.800 miliardi, mentre le sofferenze lorde sono scese a circa 500 miliardi, con una flessione del 5%. Il patrimonio netto dell'istituto è a 2.698 miliardi. Cassa Verona. E' quasi raddoppiato nel 1995 l'utile netto della Cariverona, passando dai 97,4 miliardi dell'esercizio 1994 ai 188,3 del '95 (+93,4%). Il cda che ieri ha approvato il bilancio proporrà pertanto la distribuzione di un dividendo di 570 lire per azione rispetto alle 290 lire del 1994. La raccolta diretta è a 18.210,2 miliardi (+16,8%), le sofferenze a 513,1.