Banca Roma privata, oggi il via
La Repubblica
Scatta oggi la privatizzazione della Banca di Roma. Il consiglio d'amministrazione della Superbanca romana, guidata da Cesare Geronzi, varerà infatti oggi l'aumento di capitale da 3.000 miliardi che servirà a favorire l'ingresso nell'azionariato della Toro Assicurazioni
ROMA - Scatta oggi la privatizzazione della Banca di Roma. Il consiglio d'amministrazione della Superbanca romana, guidata da Cesare Geronzi, varerà infatti oggi l'aumento di capitale da 3.000 miliardi che servirà a favorire l'ingresso nell'azionariato della Toro Assicurazioni del gruppo Fiat, della Banca Agricola Mantovana e del gruppo informatico americano Eds, del miliardario Ross Perot, candidatosi per due volte alla presidenza degli Stati Uniti. Nello stesso tempo il consiglio d'amministrazione dell'Iri approverà l'uscita dal capitale della banca, che avverrà attraverso una Opv di obbligazioni dell' Istituto a 3 o 5 anni convertibili in titoli Banca di Roma per circa 1.800 miliardi totali. Il cda dell'istituto di credito esaminerà anche la semestrale, il piano industriale 1997-2000 e alcune modifiche statutarie. Ma la parte del leone l' avrà ovviamente l'aumento di capitale che ieri Geronzi ha illustrato nuovamente a Palazzo Chigi al sottosegretario, Enrico Micheli. In dettaglio, la Banca di Roma varerà un aumento di capitale da 3.000 miliardi. La Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Roma, guidata da Emmanuele Emanuele, che, tra le quote dirette e quelle nella Holding, ha circa il 51% dell'istituto, e l'Iri (che ha il 35-40% della banca), non lo sottoscriveranno. Una parte dell' aumento, circa 1.400 miliardi, sarà riservata ai "soci stabili": la Toro e la Bam prenderanno il 7% circa, con una spesa di 550-600 miliardi, mentre la Eds rileverà il 2%, spendendo circa 160-180 miliardi. Il resto (circa 1.600 miliardi) sarà collocato con una Opv, cui parteciperanno gli investitori istituzionali italiani ed esteri individuati dagli advisor Mediobanca e Schroeder, e forse la Bam, che tra questa e l' Opv di titoli Iri, potrebbe aumentare la sua partecipazione al 9% circa. In questo modo, sarà formato un "nocciolo duro" formato da Toro, Bam, Eds e dalla Fondazione, che manterrà un ruolo rilevante, tenendo un 32-33% della banca. I quattro sigleranno poi un patto di sindacato che controllerà il 50% circa dell'istituto di credito. Dopo la Toro, anche la Bam ha confermato l'interesse, mentre ieri Geronzi si è incontrato anche con il presidente dell'Eds Italia, Vincenzo Monaci, che ha seguito tutta l'operazione in pieno accordo con la casa madre di Dallas. L'Eds dovrebbe diventare il fornitore del gruppo Banca di Roma di tutto l'Edp informatico, con commesse nell'ordine di 300 miliardi annui. L' Iri, invece, uscirà totalmente dalla Banca di Roma, collocando le sue quote sul mercato. A questa operazione parteciperanno ancora gli investitori istituzionali. Tra questi, dovrebbero esserci grossi fondi d' investimento stranieri, investitori arabi, altri istituti italiani del Nord-Est, la Comit e il Credit. Essi dovrebbero rilevare quote importanti, ma di assoluta rilevanza (nell'ordine dello 0,5-1%). Ma, secondo fonti attendibili, la Comit e il Credit potrebbero rilevare una fetta maggiore, pari all'1,5-2%. L'aumento di capitale, oltre a consentire l'ingresso dei nuovi soci e la privatizzazione dell'istituto, servirà anche a rafforzare patrimonialmente la Banca di Roma, che sta facendo una completa pulizia di bilancio. Sarebbe infatti prevista un'operazione di clean up da 4.000 miliardi. E sarebbe stato deciso un accantonamento straordinario di 500 miliardi per rafforzare ulteriormente la solidità della banca. Alla fine, tra pulizia e aumento, il capitale dell'istituto dovrebbe essere di circa 9.000 miliardi, ma "reali", senza più rischi di sorprese.