Obiettivo-redditività ecco la sfida di Geronzi
La Repubblica
Impennata della redditività con un aumento del Roe (Return on equity) dall'1% del '96 al 10,9% del 2000 per la Banca di Roma e dal 2,1 al 15,5% nello stesso periodo per la Bna
ROMA - Impennata della redditività con un aumento del Roe (Return on equity) dall'1% del '96 al 10,9% del 2000 per la Banca di Roma e dal 2,1 al 15,5% nello stesso periodo per la Bna. Incremento del risultato lordo di gestione nel prossimo quadriennio di 1.250-1.480 miliardi per la capogruppo e di 210-280 miliardi per la Bna, con un aumento del risultato netto, rispettivamente di 850-950 miliardi e 100-170 miliardi. Deciso sviluppo del bancassurance con una crescita del portafoglio premi dai 275 miliardi del '96 ai 2.550 del 2000 per la Banca di Roma e da 2 a 420 miliardi per la Bna. Creazione di una Mog, Macchina operativa di gruppo, che metterà in comune i sistemi informativi e le funzioni centrali di back office della capogruppo e della Banca dell'Agricoltura. Dismissione di immobili per 1.000-2.000 miliardi, con un beneficio annuo di 50-100 miliardi.
Cessione di partecipazioni non strategiche per 1.670 miliardi, con un impatto positivo sul risultato lordo di gestione di 50-80 miliardi per la Banca di Roma e di 10 per la Bna. Aumento di capitale di circa 3.000 miliardi della capofila con benefici per il conto economico, dovuti al minor ricorso all' interbancario, stimabili in 200-250 miliardi (e ingresso dei soci stabili Toro, Bam ed Eds). Sono questi i punti principali del piano industriale 1997-2000 del gruppo Banca di Roma, messo a punto dal presidente, Cesare Geronzi e approvato ieri dal consiglio d'amministrazione. Un documento di 55 pagine, che salgono a 103 con grafici e tabelle, che definisce i modi per rilanciare l'istituto. E trasformarlo, secondo lo slogan adottato, da "banca grande a grande banca", con un forte "recupero della redditività" e "una crescita dimensionale solida ed equilibrata", grazie ad un aumento del margine d'intermediazione per effetto dell'incremento dei ricavi da servizi, il miglioramento dell'efficienza complessiva e la cessione di attività non strategiche. I progetti sono raggruppati in tre aree. Vediamole. Margine di intermediazione.
Gli interventi in questa area riguardano una "crescita moderata delle masse" intermediate, con un aumento della raccolta e una maggiore selezione degli impieghi, un forte incremento "nel credito al consumo e nei ricavi da servizi, tramite il risparmio gestito, il bancassurance e le carte (l'obiettivo è raggiungere una penetrazione dell'80% sui conti correnti), e un sostanziale mantenimento dei ricavi dell'area finanza". In particolare, nel bancassurance, grazie al rafforzamento dell'intesa con la Toro, Geronzi punta ad arrivare a fine 2000 ad un portafogli premi di 2.550 miliardi per la capogruppo e di 420 per la controllata, con una penetrazione di circa il 30% della clientela della banca e un forte sviluppo del ramo Auto.
Queste mosse faranno aumentare tra il '96 e il 2000 il risultato lordo di gestione di 450-500 miliardi per la Banca di Roma e di 100-120 per la Bna. Nel prossimo quadriennio, inoltre, il margine d'intermediazione della capogruppo dovrebbe crescere da 4.850 a 5.300-5.400 miliardi e quello della Bna da 1.150 a 1.220-1.280 miliardi. In questo ambito, i ricavi da servizi sia della Banca di Roma che della Bna saliranno del 35%, rispettivamente da 1.477 a 2.000-2.050 miliardi e da 344 a 450-480 miliardi, mentre il margine d'interesse calerà del 2% per la capogruppo (da 3.369 a 3.300-3.350 miliardi) e del 4% per la Bna (da 811 a 770-800 miliardi).
"Complessivamente - si legge nel piano - i progetti previsti genereranno un aumento del risultato lordo di gestione di 505-550 miliardi per la Banca di Roma e di 105-130 miliardi per la Bna.
Operations. Gli interventi previsti in questa area puntano a "un aumento dell'efficienza a livello di servizio con forte riduzione del costo del personale e dei costi operativi", attraverso un "ridisegno complessivo dei processi operativi di sportello, la realizzazione di economie di scala tra Banca Roma e Bna con la Mog, la liberazione delle risorse umane rese disponibili dalla revisione dei processi operativi" e dagli incentivi agli esodi messi a disposizione dal sistema. Questi interventi avranno effetti positivi sul risultato lordo per 450-550 miliardi per la capogruppo e di 100-150 per la Bna, liberando circa il 14-15% delle risorse.
Interventi straordinari. Questa parte del piano migliorerà il risultato lordo di gestione di 300-430 miliardi per la Banca di Roma e di 10 per la Bna. In particolare sono previste: dismissioni di immobili per 1.000-2.000 miliardi su un valore complessivo di 3.900; cessione di partecipazioni non strategiche (Interbanca compresa) per 1.670 miliardi; securitizzazione dei crediti in sofferenza con cessione di parte di quelli del settore fondiario; aumento di capitale varato ieri.
Cessione di partecipazioni non strategiche per 1.670 miliardi, con un impatto positivo sul risultato lordo di gestione di 50-80 miliardi per la Banca di Roma e di 10 per la Bna. Aumento di capitale di circa 3.000 miliardi della capofila con benefici per il conto economico, dovuti al minor ricorso all' interbancario, stimabili in 200-250 miliardi (e ingresso dei soci stabili Toro, Bam ed Eds). Sono questi i punti principali del piano industriale 1997-2000 del gruppo Banca di Roma, messo a punto dal presidente, Cesare Geronzi e approvato ieri dal consiglio d'amministrazione. Un documento di 55 pagine, che salgono a 103 con grafici e tabelle, che definisce i modi per rilanciare l'istituto. E trasformarlo, secondo lo slogan adottato, da "banca grande a grande banca", con un forte "recupero della redditività" e "una crescita dimensionale solida ed equilibrata", grazie ad un aumento del margine d'intermediazione per effetto dell'incremento dei ricavi da servizi, il miglioramento dell'efficienza complessiva e la cessione di attività non strategiche. I progetti sono raggruppati in tre aree. Vediamole. Margine di intermediazione.
Gli interventi in questa area riguardano una "crescita moderata delle masse" intermediate, con un aumento della raccolta e una maggiore selezione degli impieghi, un forte incremento "nel credito al consumo e nei ricavi da servizi, tramite il risparmio gestito, il bancassurance e le carte (l'obiettivo è raggiungere una penetrazione dell'80% sui conti correnti), e un sostanziale mantenimento dei ricavi dell'area finanza". In particolare, nel bancassurance, grazie al rafforzamento dell'intesa con la Toro, Geronzi punta ad arrivare a fine 2000 ad un portafogli premi di 2.550 miliardi per la capogruppo e di 420 per la controllata, con una penetrazione di circa il 30% della clientela della banca e un forte sviluppo del ramo Auto.
Queste mosse faranno aumentare tra il '96 e il 2000 il risultato lordo di gestione di 450-500 miliardi per la Banca di Roma e di 100-120 per la Bna. Nel prossimo quadriennio, inoltre, il margine d'intermediazione della capogruppo dovrebbe crescere da 4.850 a 5.300-5.400 miliardi e quello della Bna da 1.150 a 1.220-1.280 miliardi. In questo ambito, i ricavi da servizi sia della Banca di Roma che della Bna saliranno del 35%, rispettivamente da 1.477 a 2.000-2.050 miliardi e da 344 a 450-480 miliardi, mentre il margine d'interesse calerà del 2% per la capogruppo (da 3.369 a 3.300-3.350 miliardi) e del 4% per la Bna (da 811 a 770-800 miliardi).
"Complessivamente - si legge nel piano - i progetti previsti genereranno un aumento del risultato lordo di gestione di 505-550 miliardi per la Banca di Roma e di 105-130 miliardi per la Bna.
Operations. Gli interventi previsti in questa area puntano a "un aumento dell'efficienza a livello di servizio con forte riduzione del costo del personale e dei costi operativi", attraverso un "ridisegno complessivo dei processi operativi di sportello, la realizzazione di economie di scala tra Banca Roma e Bna con la Mog, la liberazione delle risorse umane rese disponibili dalla revisione dei processi operativi" e dagli incentivi agli esodi messi a disposizione dal sistema. Questi interventi avranno effetti positivi sul risultato lordo per 450-550 miliardi per la capogruppo e di 100-150 per la Bna, liberando circa il 14-15% delle risorse.
Interventi straordinari. Questa parte del piano migliorerà il risultato lordo di gestione di 300-430 miliardi per la Banca di Roma e di 10 per la Bna. In particolare sono previste: dismissioni di immobili per 1.000-2.000 miliardi su un valore complessivo di 3.900; cessione di partecipazioni non strategiche (Interbanca compresa) per 1.670 miliardi; securitizzazione dei crediti in sofferenza con cessione di parte di quelli del settore fondiario; aumento di capitale varato ieri.