Mediobanca: nessuna fusione con le Generali
Il sole 24 ore
Geronzi:”Un merger? Voi sognate”
Cesare Geronzi non scopre le carte su Generali. Assediato dai cronisti,al congresso annuale degli operatori finanziari, sulla sua eventuale candidatura al vertice del Leone, il presidente di Mediobanca ha rimandato a quanto detto all'assemblea di ottobre di Piazzetta Cuccia. “Siamo rimasti a quanto avevo detto allora”. In quell'occasione, a chi aveva sollevato l'argomento, aveva risposto di non essere interessato.
Ma i tempi cominciano a farsi stretti. Intorno a fine marzo dovranno essere presentate le liste per il rinnovo del consiglio della compagnia triestina. Non è ancora chiaro se Mediobanca, che comunque esprimerà la lista di maggioranza, proporrà i nomi da sola o se sulla sua lista convergeranno altri soci. Comunque sia l'intento sarebbe quello di chiarire la situazione di governance con un'attribuzione più lineare delle deleghe, evitando le possibili sovrapposizioni di funzioni.Per esempio la presidenza, cui oggi fa capo una sorta di coordinamento dei due amministratori delegati, non dovrebbe essere più esecutiva. L'orientamento di massima sarebbe quello di scegliere una figura esterna alla compagnia,innovando, come già si è iniziato a fare con il consiglio in scadenza a fine aprile, rispetto alla tradizione di Generali di portare sulla poltrona più alta un manager di carriera interna. Ma si vedrà.
A chi corrisponde l'identikit? Presto per dirlo. I nomi usciti finora non risultano in lizza, ma potrebbero essercene altri coperti. L'attuale presidente Antoine Bernheim non ha nascosto con i soci il desiderio di restare ancora al vertice della compagnia, magari solo per un altro anno, nonostante il mandato sia comunque triennale. Le chance di una sua riconferma sono però ridotte al lumicino, anche se l'ex banchiere di Lazard non ha affato gettato la spugna. C'è poi l'incognita Geronzi. Se dovesse lasciare Mediobanca si aprirebbe il problema della sua successione a Piazzetta Cuccia. Non sarebbe comunque Marco Tronchetti Provera, vice-presidente dell'istituto, che ha smentito più volte l'ipotesi.
Voce in capitolo, indirettamente, l'avrà anche UniCredit. In un'intervista a “Milano finanza” l'ad Alessandro Profumo, ha ricordato: “ Come tutti sanno il diritto di voto corrispondente alla nostra quota è congelato. Quindi non abbiamo titolo per parlare”. E tuttavia il presidente di UniCredit, Dieter Rampl, che è anche vicepresidente di Mediobanca nonchè membro del comitato nomine,” quando sarà il momento, se verrà quel momento, esprimerà la sua opinione”.” È evidente - ha aggiunto Profumo - che se i cambiamenti al vertice delle Generali comportassero analoghi cambiamenti al vertice di Mediobanca non staremo certo a guardare. Svolgeremmo in pieno il nostro ruolo di azionisti”.
In nessun caso il rinnovo delle cariche comporterà stravolgimenti societari. “ Voi sognate”, ha tagliato corto Geronzi a chi chiedeva dell'ipotesi di fusione tra Mediobanca e Generali.
di Antonella Olivieri
Ma i tempi cominciano a farsi stretti. Intorno a fine marzo dovranno essere presentate le liste per il rinnovo del consiglio della compagnia triestina. Non è ancora chiaro se Mediobanca, che comunque esprimerà la lista di maggioranza, proporrà i nomi da sola o se sulla sua lista convergeranno altri soci. Comunque sia l'intento sarebbe quello di chiarire la situazione di governance con un'attribuzione più lineare delle deleghe, evitando le possibili sovrapposizioni di funzioni.Per esempio la presidenza, cui oggi fa capo una sorta di coordinamento dei due amministratori delegati, non dovrebbe essere più esecutiva. L'orientamento di massima sarebbe quello di scegliere una figura esterna alla compagnia,innovando, come già si è iniziato a fare con il consiglio in scadenza a fine aprile, rispetto alla tradizione di Generali di portare sulla poltrona più alta un manager di carriera interna. Ma si vedrà.
A chi corrisponde l'identikit? Presto per dirlo. I nomi usciti finora non risultano in lizza, ma potrebbero essercene altri coperti. L'attuale presidente Antoine Bernheim non ha nascosto con i soci il desiderio di restare ancora al vertice della compagnia, magari solo per un altro anno, nonostante il mandato sia comunque triennale. Le chance di una sua riconferma sono però ridotte al lumicino, anche se l'ex banchiere di Lazard non ha affato gettato la spugna. C'è poi l'incognita Geronzi. Se dovesse lasciare Mediobanca si aprirebbe il problema della sua successione a Piazzetta Cuccia. Non sarebbe comunque Marco Tronchetti Provera, vice-presidente dell'istituto, che ha smentito più volte l'ipotesi.
Voce in capitolo, indirettamente, l'avrà anche UniCredit. In un'intervista a “Milano finanza” l'ad Alessandro Profumo, ha ricordato: “ Come tutti sanno il diritto di voto corrispondente alla nostra quota è congelato. Quindi non abbiamo titolo per parlare”. E tuttavia il presidente di UniCredit, Dieter Rampl, che è anche vicepresidente di Mediobanca nonchè membro del comitato nomine,” quando sarà il momento, se verrà quel momento, esprimerà la sua opinione”.” È evidente - ha aggiunto Profumo - che se i cambiamenti al vertice delle Generali comportassero analoghi cambiamenti al vertice di Mediobanca non staremo certo a guardare. Svolgeremmo in pieno il nostro ruolo di azionisti”.
In nessun caso il rinnovo delle cariche comporterà stravolgimenti societari. “ Voi sognate”, ha tagliato corto Geronzi a chi chiedeva dell'ipotesi di fusione tra Mediobanca e Generali.
di Antonella Olivieri