Il numero uno del Leone: «I Libici di Unicredit? Sono stati i miei migliori azionisti»

Il Messaggero

Non solo il futuro dell’Italia e il problema della governabilità. A Rimini, Cesare Geronzi, presidente delle Generali, ha toccato i temi finanziari più caldi.

Rimini – Non solo il futuro dell’Italia e il problema della governabilità. A Rimini, Cesare Geronzi, presidente delle Generali, ha toccato i temi finanziari più caldi. E dopo le polemiche leghiste sul ruolo dei soci libici in Unicredit scuote le acque, ricordando che in Capitalia i libici sono stati azionisti «eccellenti». «Sono i migliori soci che io abbia mai avuto», dice il presidente del Leone, parlando al meeting.
Solo pochi giorni fa era stato il sindaco di Verona, Flavio Tosi, a sollevare il problema, sollecitando verifiche del Governo e della Consob sulla «scalata» dei Fondi sovrani di Tripoli nella banca guidata da Alessandro Profumo. Una presa di posizione netta, che è però caduta nel vuoto. Anche perché l’ingresso dei libici non è certo vissuto come una minaccia.
Così, Geronzi ricorda che in Capitalia sono stati «azionisti eccellenti, collaborativi, che non hanno mai contrastato la governance». Azionisti dal 1997 della ex Banca di Roma, i libici salirono nel 2003 fino al 5% del capitale dell’istituto presieduto da Geronzi (fino alla fusione con Piazza Cordusio) e, tramite diverse entità pubbliche, sono nel frattempo saliti all’odierno 7 per cento di Unicredit (proprio davanti all’ente veronese, la Cariverona che ha il 4.98 per cento).
Sull’espansione delle Generali, Geronzi ricorda invece che ogni mossa eventuale riguarderà «solo ciò che serve». Perché, sottolinea con un’immagine colorita, «non è che dobbiamo andare a prendere il fresco dei supermercati la domenica». I mercati asiatici, Cina in testa, restano l’obiettivo già dichiarato per lo sviluppo all’estero: «Stiamo guardando all’India e prossimamente lo sviluppo toccherà anche il Vietnam».
Già ora il Leone è il primo assicuratore straniero in Cina e con gli attuali ritmi di crescita, a breve la Repubblica Popolare, sarà di fatto uno dei grandi mercati per l’assicurazione del futuro. «I dati, anche recenti, dei risultati del gruppo parlano da soli e testimoniano della qualità e della dedizione del personale di ogni ordine e grado». Ci saranno quindi solo acquisizioni mirate.
«Il mio impegno determinato – ha concluso il presidente – è di fare ulteriormente sviluppare la compagnia, di accrescere efficienza e redditività, di migliorare la sua organizzazione, di fare ancora avanzare i rapporti con la clientela, di rafforzare la competitività».