Il Leone macina utili

Italia Oggi

Cresciuti i premi lordi. Patrimonio più solido. Il presidente Geronzi: bisogna rafforzare competitività e redditività

Utili semestrali in forte aumento per Generali. anche se inferiori alle attese degli analisti, tanto che, a fine giornata, il titolo ha chiuso in calo a 15,80 Euro, -0,25%, in linea con il resto del listino. L’utile netto consolidato è cresciuto del 73,2% a 873 mln euro contro un consensus di 900 mln.
L’aumento dell’utile, ha spiegato la società, è dovuto al forte incremento del risultato operativo vita, pari a 1,6 mld (+23,5%), mentre il risultato operativo complessivo è salito del 14,5% a 2,2 mld. Pur in un contesto caratterizzato da una congiuntura economica ancora incerta e da un’elevata volatilità dei mercati finanziari, la compagnia ha registrato un forte sviluppo della produzione: i premi lordi complessivi si sono attestati a 38,1 mld, +9,1%, con un +13,3% dei premi vita a 26,4 mld e un +0,7% dei premi danni a 11,8 mld. Confermata ancora la solidità patrimoniale del gruppo, con il patrimonio netto salito del 3% a 17,1 mld rispetto ai 16,7 mld di fine 2009 e un indice di Solvency II al 132% contro il 129% sempre di fine 2009. L’indice di Solvency II si è attestato al 161% (187% alla fine del 2009). L’embedded value è passato a 25,2 mld dai 27,3 di fine 2009. Il RoEv normalizzato si è attestato all’11.8%. Gli investimenti, esclusi quelli relativi a contratti linked, sono stati pari a 322,5 miliardi, con una suddivisione che vede il 79,4% riferito a strumenti finanziari a reddito fisso, l’8,4% ad azioni, il 4,8% a investimenti immobiliari, il 3,5% a disponibilità liquide e il 4,2% ad altri investimenti. Al buon andamento del periodo, ha sottolineato la compagnia, hanno contribuito anche le azioni finalizzate al contenimento dei costi. L’expense ratio è sceso al 14,9% dal 15,9%. Il calo è dovuto sia alla minore incidenza dei costi di acquisizione (passata dal 12,5% al 11,8%), sia al contenimento delle spese di amministrazione, in contrazione al 3,1% (3,4%). Quanto all’evoluzione prevedibile della gestione, salvo il verificarsi di eventi di carattere eccezionale, Generali Ass. prevede una crescita dei margini operativi del Gruppo e del risultato netto rispetto ai livelli del 2009. In particolare, secondo quanto emerso dalla conference call con gli analisti, la compagnia ha confermato, per voce del cfo, Raffaele Agrusti, l’obiettivo di un risultato operativo consolidato per l’esercizio 2010 in un intervallo compreso tra 3,6 e 4,2 mld euro. Lo stesso Agrusti ha poi precisato che il dato si situerà nella parte alta della forchetta argomentando a sostegno della previsione che «c’è prudenza ma le nostre previsioni ci inducono a essere ottimisti» sui target per il 2010. Il gruppo ha confermato per l’intero 2010 il target di un utile operativo complessivo compreso fra 3,6 e 4,2 miliardi ma ha segnalato che nell’attuale scenario gli obiettivi «appaiono più impegnativi. I target che abbiamo posto sono molto ambiziosi, ma pensiamo che le azioni intraprese produrranno gli effetti attesi. Quindi continuiamo a essere fortemente impegnati a realizzare gli obiettivi che abbiamo annunciato», ha detto durante la conference call con gli analisti l’amministratore delegato, Giovanni Perissinotto.
Il gruppo Generali «è solido e dotato di una buona governance, probabilmente ancora da affinare. In sintesi, come stiamo facendo, bisogna dedicare tutte le energie per rafforzare ancora competitività e redditività», ha detto, a sua volta, il presidente, Cesare Geronzi. «Si tratta di un risultato molto positivo, anche in una logica comparata, tanto più apprezzabile perché conseguito in un contesto di non cessate difficoltà dovute agli effetti della crisi finanziaria globale».
Nel corso della conference call, Perissinotto ha anche comunicato che la Bsi, la Banca della Svizzera Italiana, che fa parte del Leone di Trieste, sta investendo fortemente nei mercati asiatici, con obiettivi molto ambiziosi. «Bsi», ha detto Perissinotto, «sta ottenendo buoni risultati con investimenti massicci sui mercati asiatici. Entro il 2015 ci attendiamo masse in gestione per 30 miliardi di dollari. Siamo partiti lo scorso anno e ora siamo a circa 7 miliardi, in anticipo sui nostri obiettivi, già molto ambiziosi».