Geronzi sbarca alle Generali
La Stampa
Il banchiere sarà presidente non esecutivo. Al vertice di Mediobanca sale Pagliaro
Cesare Geronzi vince e sbarca senza colpo ferire alla presidenza delle Generali. Nella poltrona più alta di Mediobanca che si accinge a lasciare giunge Renato Pagliaro, oggi direttore generale dell'istituto. Alberto Nagel, l'amministratore delegato della stessa Mediobanca che la settimana scorsa aveva tentato una carta alternativa a quella di Geronzi convinto di avere il sostegno di una maggioranza di soci, perde il confronto sulla governance. Incassa però alcuni risultati che ritiene importanti: per lui la vicepresidenza della compagnia; a Geronzi la presidenza non operativa a Trieste, così come è oggi a Milano; in piazzetta Cuccia la stabilitàcon l'insediamento di Pagliaro.
L'accordo arriva ieri, dopo oltre due ore di riunione del comitato nomine di Mediobanca. Una riunione a tratti tesa i cui sei membri escono - parola del socio francese Vincent Bolloré - "con un accordo raggiunto all'unanimità". Ma proprio Bolloré, che aveva nella sua lista tre nomi francesi, voleva portare in cda anche il tedesco Erik Struz e si opponeva invece alla riconferma di Paolo Scaroni, ha dovuto alla fine incassare una mediazione che porta nel consiglio del Leone solo lui, sebbene con la carica di vicepresidente.
L'accordo, prima di dispiegare in pieno i suoi effetti ha bisogno di un altro passaggio formale: martedì, infatti, si riunirà il patto di sindacato di Mediobanca e di nuovo il comitato nomine. In quell'occasione i grandi soci proporranno alla presidenza Pagliaro e nomineranno alla guida dello stesso patto un professionista, con ogni probabilità il commercialista Angelo Casò, che oggi siede nel consiglio di Mediobanca. La nomina di Pagliaro sarà ovviamente condizionata all'insediamento di Geronzi alla presidenza delle Generali che avverrà il 24 aprile prossimo, quando il consiglio della compagnia appena nominato distribuirà le deleghe. Deleghe che ridisegneranno anche i perimetri d'azione degli amministratori delegati del Leone. Oggi Giovanni Perissinotto si occupa delle attività italiane e Sergio Balbinot di quelle estere. Nel prossimo consiglio Perissinotto sarà "group Ceo" mentre Balbinot avrà la delega specifica per le attività assicurative, stabilendo in modo più chiaro limiti e competenze.
Passaggi formali a parte la lista di Mediobanca per le Generali è dunque pronta. Sedici nomi, che si aggiungeranno a tre proposti dalle minoranze, visto che contrariamente alle aspettative del management di piazzetta Cuccia - che voleva snellire il consiglio - il cda di Trieste rimarrà composto da 19 membri. Posto d'onore, nel nuovo schieramento, va anche a Bolloré, che fino all'ultimo si è tenuto pubblicamente aperto a tutte le soluzioni ma ha svolto in parte il ruolo di "pontiere" tra il management e Geronzi. Il socio francese, che esce però insoddisfatto, è ricompensato con la vicepresidenza della compagnia, ruolo storicamente assegnato al presidente di Mediobanca e che questa volta viene invece diviso tra un manager e un'azionista di Piazzetta Cuccia. Del resto la carica per Bolloré serve anche a salvaguardare gli interessi degli azionisti, da quasi un decennio in Mediobanca pure per presidiare l'incarico dell'uscente Bernheim, che dovrebbe diventare presidente onorario.
Ma chi altro è nella lista per il cda di Genereli presentata da piazzetta Cuccia? Oltre al prossimo vicepresidente Nagel e ai due ad del Leone c'è la "new entry" di Francesco Saverio Vinci, sempre di Mediobanca. Poi soci di peso che hanno deciso di sostenere la lista di piazzetta Cuccia: dunque Francesco Gaetano Caltagirone, il patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio e Lorenzo Pellliccioli per la De Agostini, a cui si affianca Angelo Miglietta per il neosocio Effetti. E ancora, confermati nel consiglio che resta non a caso di formato extralarge, gli indipendenti Paolo Scaroni, Diego Della Valle e Ana Botin. Restano il partner ceco Petr Kellner e l'esponente tedesco del Leone Reinfried Pohl. Per Intesa-Sanpaolo, anch'essa nella lista di Mediobanca conun tangibile segnale di sintonia tra i due presidenti, rimane Alessandro Pedersoli.
L'accordo arriva ieri, dopo oltre due ore di riunione del comitato nomine di Mediobanca. Una riunione a tratti tesa i cui sei membri escono - parola del socio francese Vincent Bolloré - "con un accordo raggiunto all'unanimità". Ma proprio Bolloré, che aveva nella sua lista tre nomi francesi, voleva portare in cda anche il tedesco Erik Struz e si opponeva invece alla riconferma di Paolo Scaroni, ha dovuto alla fine incassare una mediazione che porta nel consiglio del Leone solo lui, sebbene con la carica di vicepresidente.
L'accordo, prima di dispiegare in pieno i suoi effetti ha bisogno di un altro passaggio formale: martedì, infatti, si riunirà il patto di sindacato di Mediobanca e di nuovo il comitato nomine. In quell'occasione i grandi soci proporranno alla presidenza Pagliaro e nomineranno alla guida dello stesso patto un professionista, con ogni probabilità il commercialista Angelo Casò, che oggi siede nel consiglio di Mediobanca. La nomina di Pagliaro sarà ovviamente condizionata all'insediamento di Geronzi alla presidenza delle Generali che avverrà il 24 aprile prossimo, quando il consiglio della compagnia appena nominato distribuirà le deleghe. Deleghe che ridisegneranno anche i perimetri d'azione degli amministratori delegati del Leone. Oggi Giovanni Perissinotto si occupa delle attività italiane e Sergio Balbinot di quelle estere. Nel prossimo consiglio Perissinotto sarà "group Ceo" mentre Balbinot avrà la delega specifica per le attività assicurative, stabilendo in modo più chiaro limiti e competenze.
Passaggi formali a parte la lista di Mediobanca per le Generali è dunque pronta. Sedici nomi, che si aggiungeranno a tre proposti dalle minoranze, visto che contrariamente alle aspettative del management di piazzetta Cuccia - che voleva snellire il consiglio - il cda di Trieste rimarrà composto da 19 membri. Posto d'onore, nel nuovo schieramento, va anche a Bolloré, che fino all'ultimo si è tenuto pubblicamente aperto a tutte le soluzioni ma ha svolto in parte il ruolo di "pontiere" tra il management e Geronzi. Il socio francese, che esce però insoddisfatto, è ricompensato con la vicepresidenza della compagnia, ruolo storicamente assegnato al presidente di Mediobanca e che questa volta viene invece diviso tra un manager e un'azionista di Piazzetta Cuccia. Del resto la carica per Bolloré serve anche a salvaguardare gli interessi degli azionisti, da quasi un decennio in Mediobanca pure per presidiare l'incarico dell'uscente Bernheim, che dovrebbe diventare presidente onorario.
Ma chi altro è nella lista per il cda di Genereli presentata da piazzetta Cuccia? Oltre al prossimo vicepresidente Nagel e ai due ad del Leone c'è la "new entry" di Francesco Saverio Vinci, sempre di Mediobanca. Poi soci di peso che hanno deciso di sostenere la lista di piazzetta Cuccia: dunque Francesco Gaetano Caltagirone, il patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio e Lorenzo Pellliccioli per la De Agostini, a cui si affianca Angelo Miglietta per il neosocio Effetti. E ancora, confermati nel consiglio che resta non a caso di formato extralarge, gli indipendenti Paolo Scaroni, Diego Della Valle e Ana Botin. Restano il partner ceco Petr Kellner e l'esponente tedesco del Leone Reinfried Pohl. Per Intesa-Sanpaolo, anch'essa nella lista di Mediobanca conun tangibile segnale di sintonia tra i due presidenti, rimane Alessandro Pedersoli.