Geronzi: le scelte di sistema non sono un fatto politico

Corriere Della Sera

Il Leone - La convention dei manager Generali a Mogliano

MILANO - «Le scelte di sistema non sono affatto scelte politiche». Erano oltre 350 ieri i dirigenti italiani del gruppo Generali che, a Mogliano Veneto, hanno incontrato i vertici della compagnia. E il presidente del Leone, Cesare Geronzi, è più volte tornato sul punto delle operazioni di «sistema», che «non devono contrastare le esigenze aziendali, ma anzi agevolarne il soddisfacimento». Con Geronzi hanno parlato al management anche i due amministratori delegati, il group ceo Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot. Il presidente ha esordito con un'analisi della situazione di mercato, per poi concentrare una parte significativa dell'intervento sul tema delle operazioni «di sistema». Ha dunque in parte ripetuto quanto dichiarato nel corso della sua prima conferenza stampa, il 24 aprile, subito dopo essere nominato dal consiglio («siamo una grande compagnia che può far investimenti stabili, di lungo periodo. Se sono nell'interesse della società e soddisfano anche l'interesse generale, perché no?»). E ieri, di fronte ai manager, ha sottolineato che per il gruppo l'obiettivo «fondamentale è la redditività» ma, «quando è possibile, il suo «conseguimento è agevolato e non vulnerato dall'inquadramento delle operazioni nella logica di sistema». E ancora: «Le operazioni di sistema, a patto che non contrastino le esigenze aziendali ma anzi, come spesso accade, ne agevolino il soddisfacimento, meritano senz'altro attenzione». Purché, ha aggiunto, non se ne confonda la natura: «Le scelte di sistema non sono politiche». Rivolto al social housing, e quindi al piano industriale del fondo promosso dalla Cassa depositi e prestiti, Geronzi ha rimarcato quanto già detto dal gruppo nei giorni scorsi: a queste operazioni non si partecipa perché «viene richiesto»: «va valutato in modo approfondito l'impatto su Solvency II», cioè l'equivalente assicurativo di ciò che Basilea è per le banche in termini di stabilità. Ai dirigenti il presidente del Leone ha poi parlato anche della «macchina», cioè del gruppo e della sua struttura: «Dobbiamo compiere ulteriori passi per migliorare ancora efficienza e produttività aziendali, per rendere più intensa la partecipazione di tutta la dirigenza alle scelte della compagnia». Su efficienza e redditività ha poi insistito Perissinotto. Il capoazienda ha parlato della sfida rappresentata dalla «innovazione di prodotto», cioè dalla capacità di creare nuovi prodotti anche nei mercati più maturi». Per quanto riguarda invece la scelta dei mercati internazionali, il top manager ha sottolineato che è la redditività è «decisiva» nella scelta della «allocazione del capitale» e quindi dei paesi sui quali investire. A questo proposito Balbinot ha illustrato «crescita e risultati del gruppo nei mercati emergenti». Perissinotto ha infine sollecitato i manager a una «valorizzazione dei giovani». Ed è probabile che di sistema, stabilità e scelte aziendali ieri abbiano parlato anche i banchieri nel periodico incontro a Milano con il ministro dell' Economia Giulio Tremonti. All'ora di colazione nella sede milanese del ministero sono entrati Corrado Passera (Intesa Sanpaolo), Alessandro Profumo (Unicredit), Giuseppe Mussari (Mps) e Fabrizio Palenzona (Crt-Unicredit) e Giuseppe Guzzetti. Quest'ultimo però uscendo dal palazzo ha precisato di «non essere stato a pranzo» dal ministro: «È un cortile con tanti uffici».

Sergio Bocconi