Geronzi in groppa al Leone anche nel patto Mediobanca
La Stampa
Nel consiglio di piazzetta Cuccia entrerà invece il Ceo della compagnia. Confermati per il presidente Generali i sindacati di Pirelli e Rcs
A un mese dalla sua uscita Cesare Geronzi torna in Mediobanca. Non dalla porta principale, ma attraverso l’assemblea del patto di sindacato di piazzetta Cuccia. In quel consesso entrerà in rappresentanza delle Generali, di cui è presidente, che aderiscono all’accordo parasociale con il 2% del capitale.
A chiarirlo ieri è stato lo stesso amministratore delegato del Leone Giovanni Perissinetto, confermando anche l’ingresso di Geronzi in altri accordi parasociali. «Il nostro presidente - spiega l’ad - ci rappresenterà nel patto di sindacato di Pirelli e Rcs e sarà il rappresentante nell’assemblea del patto di Mediobanca. E’ una delibera portata da me in consiglio e già approvata nell’ultimo cda della compagnia di qualche giorno fa». «Mi sembra che siano posizioni che competono proprio al presidente», dice ancoia Perissinotto, che fino ad ora rappresentava le Generali nel patto Pirelli.
Nell’assemblea del patto di Mediobanca Geronzi prenderà il posto del presidente uscente delle Generali Antoine Bernheim. Nel consiglio di piazzetta Cuccia dove pure sedeva, invece, Bernheim (che a ieri non aveva però ancora dato le dimissioni dal cda) sarà sostituito con ogni probabilità proprio da Perissinotto. L’unica poltrona che l’ex presidente francese dovrebbe continuare ad occupare per il Leone è quella nel consiglio del Santander.
Mentre quello nel patto Pirelli è un esordio per il presidente di Generali nel patto Rcs, dove già stava in rappresentanza proprio di Mediobanca, Geronzi prende adesso il posto del Cfo del Leone Raffaele Agrusti e la stessa Mediobanca ha comunicato l’arrivo del presidente Renato Pagliaro come suo rappresentante. In tutti i casi comunque, secondo la delibera del cda di Generali, nella sua qualità di rappresentante della compagnia nei patti Geronzi dovrà «allinearsi» con il Ceo Perissinotto. Un modo per sottolineare quella governance forte che i grandi soci vogliono per Trieste.
Perissinotto, che ieri ha presentato il bilancio di sostenibilità Generali, spiega che «non c’è nessuna urgenza» per la scelta di un country manager per l’Italia, anche perché «ho la fortuna che l’Italia va molto bene». Sarà comunque «una scelta ben ponderata, che auspicabilmente deve avvenire dall’interno».
Francesco Manacorda
A chiarirlo ieri è stato lo stesso amministratore delegato del Leone Giovanni Perissinetto, confermando anche l’ingresso di Geronzi in altri accordi parasociali. «Il nostro presidente - spiega l’ad - ci rappresenterà nel patto di sindacato di Pirelli e Rcs e sarà il rappresentante nell’assemblea del patto di Mediobanca. E’ una delibera portata da me in consiglio e già approvata nell’ultimo cda della compagnia di qualche giorno fa». «Mi sembra che siano posizioni che competono proprio al presidente», dice ancoia Perissinotto, che fino ad ora rappresentava le Generali nel patto Pirelli.
Nell’assemblea del patto di Mediobanca Geronzi prenderà il posto del presidente uscente delle Generali Antoine Bernheim. Nel consiglio di piazzetta Cuccia dove pure sedeva, invece, Bernheim (che a ieri non aveva però ancora dato le dimissioni dal cda) sarà sostituito con ogni probabilità proprio da Perissinotto. L’unica poltrona che l’ex presidente francese dovrebbe continuare ad occupare per il Leone è quella nel consiglio del Santander.
Mentre quello nel patto Pirelli è un esordio per il presidente di Generali nel patto Rcs, dove già stava in rappresentanza proprio di Mediobanca, Geronzi prende adesso il posto del Cfo del Leone Raffaele Agrusti e la stessa Mediobanca ha comunicato l’arrivo del presidente Renato Pagliaro come suo rappresentante. In tutti i casi comunque, secondo la delibera del cda di Generali, nella sua qualità di rappresentante della compagnia nei patti Geronzi dovrà «allinearsi» con il Ceo Perissinotto. Un modo per sottolineare quella governance forte che i grandi soci vogliono per Trieste.
Perissinotto, che ieri ha presentato il bilancio di sostenibilità Generali, spiega che «non c’è nessuna urgenza» per la scelta di un country manager per l’Italia, anche perché «ho la fortuna che l’Italia va molto bene». Sarà comunque «una scelta ben ponderata, che auspicabilmente deve avvenire dall’interno».
Francesco Manacorda