«Generaili, nessuna fusione»
Il Gazzettino
Il presidente Geronzi: «Nessun accorpamento con Mediobanca, si rassegni chi la pensa diversamente»
Generali e Mediobanca, la fusione non è all’ordine del giorno, solo idee in libertà. «Si rassegni chi la pensa diversamente - avverte il presidente della compagnia assicurativa Cesare Geronzi alla fine del cda a Venezia -.
L’ho detto sempre, oggi l’ho ripetuto in modo definitivo in consiglio d’amministrazione: speriamo si metta una pietra sopra e si rassegni chi la pensa diversamente». Geronzi, che dopo il vertice del Leone durato circa tre ore ha incontrato il patriarca di Venezia Angelo Scola (“un atto dovuto”), non pensa che questa voce sia frutto di manovre: «No, non credo assolutamente, ci sono delle idee. Sembra che si debba sempre fare qualcosa». La compagnia assicurativa, spiega, invece non ha bisogno “assolutamente” di operazioni di questo genere. Sulla stessa linea il vicepresidente Alberto Nagel, consigliere delegato di Mediobanca, maggior azionista di Generali: «Abbiamo sempre detto che non ha alcun senso» una fusione tra Mediobanca e Generali. Massimo riserbo stilla questione da parte del vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone e dal consigliere Paolo Scaroni.
L’ipotesi di una fusione con Mediobanca viene smentita assolutamente anche da un altro vicepresidente della compagnia, il francese Vincent Bollorè: «C’est de la fantasie (è pura fantasia, ndr). È una fortuna avere la più grande compagnia di assicurazione italiana oggi con un azionista che è Mediobanca, un azionista storico, lui stesso indipendente». A suo avviso, «poiché l’azionariato di Mediobanca è sia la finanza, sia l’industria e qualche straniero per il 10%, credo che sia una grande opportunità per Generali avere questo zoccolo di azionisti, insieme ai soci industriali e finanziari che sono intorno al tavolo». Bollorè smentisce un’irritazione di Generali per queste voci: «Lui non è mai arrabbiato, è un uomo di immensa qualità, molto intelligente, molto competente e non penso che possa essersi arrabbiato, ma credo che debba rispondere come presidente delle Generali sulle ipotesi che si sono fatte. Io come amministratore esterno che conosce bene l’Italia posso dire che non c’è alcuna possibilità che questo avvenga negli anni a venire». Poi Bollorè delinea le sue strategie in Generali: «Siamo pronti a salire piano piano, secondo i mezzi disponibili, tranquillamente al 6% di Mediobanca e forse un giorno al 1% di Generali». Oggi è allo 0,2% della compagnia e al 5% della banca d’affari. «Siamo un gruppo familiare di 188 anni, vogliamo arrivare ai 200 e quindi debbo essere prudente», commenta con un filo di ironia prima di congedarsi: «Ora scusate, voglio godermi un po’ di questa splendida Venezia con mia moglie».
Maurizio Crema
L’ho detto sempre, oggi l’ho ripetuto in modo definitivo in consiglio d’amministrazione: speriamo si metta una pietra sopra e si rassegni chi la pensa diversamente». Geronzi, che dopo il vertice del Leone durato circa tre ore ha incontrato il patriarca di Venezia Angelo Scola (“un atto dovuto”), non pensa che questa voce sia frutto di manovre: «No, non credo assolutamente, ci sono delle idee. Sembra che si debba sempre fare qualcosa». La compagnia assicurativa, spiega, invece non ha bisogno “assolutamente” di operazioni di questo genere. Sulla stessa linea il vicepresidente Alberto Nagel, consigliere delegato di Mediobanca, maggior azionista di Generali: «Abbiamo sempre detto che non ha alcun senso» una fusione tra Mediobanca e Generali. Massimo riserbo stilla questione da parte del vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone e dal consigliere Paolo Scaroni.
L’ipotesi di una fusione con Mediobanca viene smentita assolutamente anche da un altro vicepresidente della compagnia, il francese Vincent Bollorè: «C’est de la fantasie (è pura fantasia, ndr). È una fortuna avere la più grande compagnia di assicurazione italiana oggi con un azionista che è Mediobanca, un azionista storico, lui stesso indipendente». A suo avviso, «poiché l’azionariato di Mediobanca è sia la finanza, sia l’industria e qualche straniero per il 10%, credo che sia una grande opportunità per Generali avere questo zoccolo di azionisti, insieme ai soci industriali e finanziari che sono intorno al tavolo». Bollorè smentisce un’irritazione di Generali per queste voci: «Lui non è mai arrabbiato, è un uomo di immensa qualità, molto intelligente, molto competente e non penso che possa essersi arrabbiato, ma credo che debba rispondere come presidente delle Generali sulle ipotesi che si sono fatte. Io come amministratore esterno che conosce bene l’Italia posso dire che non c’è alcuna possibilità che questo avvenga negli anni a venire». Poi Bollorè delinea le sue strategie in Generali: «Siamo pronti a salire piano piano, secondo i mezzi disponibili, tranquillamente al 6% di Mediobanca e forse un giorno al 1% di Generali». Oggi è allo 0,2% della compagnia e al 5% della banca d’affari. «Siamo un gruppo familiare di 188 anni, vogliamo arrivare ai 200 e quindi debbo essere prudente», commenta con un filo di ironia prima di congedarsi: «Ora scusate, voglio godermi un po’ di questa splendida Venezia con mia moglie».
Maurizio Crema