Generali, balzo dei profitti. Cresce ancora la Cina

Il Piccolo

In forte recupero il ramo Vita. Nulla di fatto sul country manager. Geronzi: «Governance buona ma da affinare»

TRIESTE Semestre con il botto per le Generali, nonostante le bufere finanziarie sui mercati, che incassano un utile di 873 milioni di euro (+73,2%). I premi salgono del 9,1% a 38,1 miliardi. Alle Generali la crisi sembra passata: «Siamo molto impegnati a realizzare gli obiettivi annunciati», ha chiarito il Ceo Group Giovanni Perissinotto. I risultati al 30 giugno sono stati approvati ieri dal cda: «Siamo un gruppo solido ma bisogna dedicare tutte le energie per rafforzare ancora competitività e redditività, come peraltro stiamo facendo», ha detto il presidente Geronzi. Sui mercati esteri le soddisfazioni arrivano dall’Estremo Oriente e in particolare dalla Cina, mercato fino a oggi immune alla crisi globale. In progresso anche l'America Latina (+34%), sostenuta dal buon andamento degli affari in Messico (+51,3%). L’ad Sergio Balbinot ha chiarito agli analisti che in Cina nel primo semestre i premi nel vita sono saliti del 48,5%. Le Generali, anche se la ripresa sta facendo sentire i suoi effetti, non calano però la guardia: «Questo è un risultato molto positivo -ha commentato il presidente Cesare Geronzi- tanto più apprezzabile perchè conseguito in un contesto di non cessate difficoltà dovute agli effetti della crisi finanziaria globale». GOVERNANCE «Il gruppo è dotato di una buona governance, probabilmente ancora da affinare - ha detto il presidente. Non è entrato nell’agenda il tema di possibili nuove acquisizioni (ultimamente si era parlato di un interesse per gli asset asiatici di Aig) né quello della attesa nomina del country manager, il nuovo regista delle operazioni sul fronte domestico. È stato invece perfezionato il ruolo del comitato esecutivo (che sarà convocato con più frequenza) e del comitato investimenti (istituito in aprile) al quale parteciperanno anche i top-manager del gruppo su invito. Sono state poi affinate e formalizzate, nell'ambito delle deleghe del presidente, alcune delle funzioni della comunicazione. I CONTI Il Leone conferma per l'intero 2010 la previsione di un utile operativo totale di 3,6-4,2 miliardi, «ma gli obiettivi sembrano più impegnativi nell'attuale scenario», sottolinea l’ad Giovanni Perissinotto. Dati superiori alle attese degli analisti che si aspettavano utili netti per 858 milioni di euro, in netto recupero comunque rispetto ai 504 milioni visti nello stesso periodo del 2009. Risultato alla fine già scontato dai mercati perchè il titolo del Leone a Piazza Affari è rimasto piatto (-0,25% a 15,8 euro).Buono l’andamento del ramo Vita: l’esito operativo è stato pari a 1,6 miliardi di euro (+23,5%), mentre il risultato operativo complessivo sale del 14,5% a 2,2 miliardi di euro. Tra gli indicatori di efficienza economica, il combined ratio (incidenza della sinistralità e dei costi di gestione sul fatturato netto) è sceso dal 98,8% dal 97,9%, a causa delle catastrofi come la tempesta Xynthia, le alluvioni in Francia e nell'Est Europa e il terremoto in Cile. Nonostante lo scenario di fondo dei mercati resti problematico il Leone registra così un balzo del 10,7% della nuova produzione in termini di premi annui equivalenti (ape) a quota 2,8 miliardi. Tutto ciò nonostante per i prossimi mesi il gruppo triestino si attenda una crescita «meno esuberante». La redditività tecnica del segmento non vita è vista poi in miglioramento, grazie alle azioni intraprese nel sia nel ramo Auto (in deciso miglioramento in Italia) e sia nel non Auto. Il Ceo Group Giovanni Perissinotto ha poi definito «molto interessanti» le prospettive del settore finanziario: Trieste si attende dal mercato asiatico 30 miliardi di dollari di massa in gestione (e attraverso la controllata Bsi) entro il 2015. RISPARMIO La ripresina di questi tempi sta anche restituendo un po’ di fiducia alle famiglie sulla necessità di tornare al risparmio gestito e a forme di previdenza integrativa: «Il gruppo - ha precisato Geronzi - potrà giocare un ruolo importante nell'ambito della tutela del risparmio». Sul fronte domestico -come ha precisato Balbinot- nei primi sei mesi dell'anno la rete di vendita di Alleanza, confluita in Alleanza-Toro nell'ottobre 2009, ha collocato 38.500 polizze nel segmento danni-salute per 8,5 milioni in termini di premi annui. Dall'avvio dell'integrazione la rete Alleanza ha emesso 45 mila polizze danni per una raccolta di 10 milioni. Il gruppo resta impegnato sul fronte della bancassicurazione (con la piattaforma di Genertel Life, ma ”con diverse strategie”, ha detto Perissinotto. Le Generali sono anche alle prese con quelli che il capo della Finanza Raffaele Agrusti ha definito ”un enigma”. Si tratta della nuova tassa sull’incremento delle riserve Vita decisa dal governo: per le Generali la ”stangatina” alle compagnie potrebbe avere un impatto stimato di una ventina di milioni di euro.

Piercarlo Fiumanò