Consultazioni Generali. Cosa nascondono le ultime mosse di Palenzona e Geronzi

Il Foglio

Ieri nomine in Rcs, oggi Bolloré in Mediobanca. Il ruolo di Nagel

Milano - Le sfilate dei potenti nel quadrilatero della finanza, ieri, non hanno riservato sorprese rilevanti. Era in programma il cda di Rcs che ha confermato i rovesci dell'anno orribile, il 2009, e ha riservato una perdita secca di 129,5 milioni. Eppure, per il sospirato piano industriale ci sarà ancora da attendere qualche mese, fa sapere l'avvocato Giuseppe De Luca che in consiglio rappresenta Giuseppe Rotelli, il re degli ospedali privati di Lombardia che scalpita per un ruolo adeguato, magari da presidente della Quotidiani. Ma che, per ora, deve fare ancora anticamera, forse per qualche mese. Intanto i vip si concentrano nel salottino della Rcs quotidiani sotto la presidenza del riconfermato Piergaetano Marchetti, sostituendo tecnici esterni: entrano i sei maggiori azionisti del patto, ossia Cesare Geronzi (Mediobanca), Luca Cordero di Montezemolo (Fiat), Giovanni Bazoli (Mittel e Intesa), Giampiero Pesenti (Italmobiliare) e Marco Tronchetti Provera (Pirelli). Un preludio di dismissioni nell'altra controllata, la Rcs Periodici? Si vedrà. L'altra novità è la prelazione per Andrea Della Valle della quota in Poligrafici Editoriale, più strategica per il presidente della Fiorentina che per il gruppo di via Solferino. Insomma, dopo i fuochi d'artificio in Unicredit e il colpo di scena dell'acquisto della quota Generali di piazza Cordusio da parte della della fondazione torinese Crt e dei suoi alleati a nordest, una volta tanto non c'è stato il botto. Le attenzioni adesso si spostano sugli intrecci di nomine fra Generali e Mediobanca. Si chiude oggi con l'imprenditore Vincent Bolloré il primo giro di consultazioni tenute da Geronzi in Mediobanca per i nuovi vertici della partecipata Generali.

La telefonata con Tremonti

Geronzi, dopo l'abbraccio in cortile mercoledì con Giovanni Bazoli, attende il ''sacrificio'' di trasferirsi in quel di Trieste o, più facile, negli uffici delle Generali in piazza Cordusio. La settimana decisiva sarà comunque la prossima, con l'incontro clou tra Geronzi e Alberto Nagel, che formalmente indicherà il nome per il Leone. Ma gli occhi degli osservatori scrutano anche le mosse e le mire di Fabrizio Palenzona, studente a Pavia assieme a Giulio Tremonti (da lui tempestivamente informato degli sviluppi del caso Profumo), vicepresidente di Unicredit e consigliere di Mediobanca dal 1999, fedele fino all'ultimo a Vincenzo Maranghi, che lo introdusse nei salotti che contano. Palenzona sta rivestendo sempre più un ruolo da stabilizzatore del sistema pur non rinunciando ad affondi che accrescono la sua rete di relazioni. Favorendo il passaggio della quota ex Unicredit in Generali ha raggiunto due risultati: consentire a una fondazione torinese (la Crt) lo sbarco a Trieste, vanamente inseguito dalla Compagnia di San Paolo fin dai tempi di Enrico Salza; garantire a Geronzi - con cui Palenzona ha ottimi rapporti - un altro prezioso 4 per cento in vista dell'eventuale arrivo ai vertici del gruppo assicurativo. Si deve a Palenzona l'esito morbido del conflitto tra le fondazioni e Alessandro Profumo, con quel rinvio al 13 aprile che, comunque vada a finire, neutralizza possibili siluri contro la candidatura Geronzi da parte dell'ad di Unicredit.In questo scenario, Palenzona potrebbe puntare alla presidenza di Mediobanca, nel caso di un trasloco di Geronzi, superando così in volata il candidato interno, Renato Pagliaro. Ma è più agevole - secondo altri osservatori - che miri al prossimo giro, quello del 2013. Nel frattempo Palenzona è sempre più un tassello centrale nel mosaico di potere che va dal mondo della finanza a quello dei trasporti, da rappresentante dei concessionari autostradali e aeroportuali fino alla giunta dell'Unione industriali di Roma presieduta da quell'Aurelio Regina che non è ritenuto un fedelissimo di Emma Marcegaglia, così come Palenzona. Per le sue capacità di combinare progetti industriali e relazioni di sistema è ritenuto anche un candidato naturale alla presidenza del patto di Piazzetta Cuccia che Geronzi potrebbe lasciare. Di Palenzona, comunque, è noto l'appoggio al management sia delle Generali sia di Mediobanca. Se la logistica e i trasporti sono stati per anni il suo core business, negli anni gli interessi sono sfociati sempre più nelle banche e nella finanza. Tanto che oltre alla presidenza di Aviva (assicurazioni), va ricordata la presenza nella fondazione Cassa di Alessandria, tanto per ribadire il legame con il territorio che per Palenzona è imprescindibile. Cosa che Profumo, nonostante i moniti di Palenzona, ha invece snobbato, o forse trascurato.