Bollorè "riflette" sul vertice di Mediobanca

Il Sole 24 Ore

La cordata internazionale che detiene il 10% di Mediobanca sembra aprire all'ipotesi di un cambio della guardia al vertice dell'istituto di Piazzetta Cuccia. Possibile un cambio di presidenza? "Sto riflettendo", ha risposto a chi glielo chiedeva Vincent Bollorè

La cordata internazionale che detiene il 10% di Mediobanca sembra aprire all'ipotesi di un cambio della guardia al vertice dell'istituto di Piazzetta Cuccia. Possibile un cambio di presidenza? "Sto riflettendo", ha risposto a chi glielo chiedeva Vincent Bollorè, capofila della cordata transalpina. Un movimento che sarebbe giocoforza collegato con il rinnovo del cda Generali, in scadenza con l'assemblea del 29 aprile.
Sulla compagnia triestina, Bollorè non si è sbilanciato troppo, limitandosi a ricordare i passaggi procedurali. "I giochi si faranno a fine marzo, inizio aprile, nel comitato nomine di Mediobanca - ha osservato il finanziere bretone - Poi ci sarà l'assemblea di Generali e, successivamente, la nomina del presidente da parte del consiglio".
Dichiarazioni criptiche quelle di Bollorè, che richiamano un'apparente ovvietà e cioè che nella nomina del presidente di Generali Mediobanca non è l'unico snodo.
Quest'anno per la prima volta per il rinnovo del consiglio del Leone si applicherà il meccanismo delle liste. A norma di statuto sole due liste esprimeranno propri rappresentanti del cda, la lista di maggioranza e la seconda che avrà ottenuto più voti. Dalla lista di maggioranza saranno tratti tutti i consiglieri meno uno, due o tre consiglieri, a seconda del numero complessivo di amministratori che sarà fissato. E' già noto che Mediobanca presenterà la propria lista (che si suppone di maggioranza), ma è presto per dire se e come vi contribuiranno anche altri soci di minoranza con robuste partecipazioni,quali Caltagirone, De Agostini e Luxottica.
A grandi linee, l'idea è quella di replicare la formula del consiglio uscente che, differentemente dal passato, ha aperto il board anche a personalità esterne alla compagnia o all'economia locale. Per la presidenza si è parlato dell'ipotesi di Cesare Geronzi. Ma finora il presidente di Mediobanca ha sempre detto che per lui la questione non si pone. A meno che i soci di Mediobanca non glielo chiedano.
Situazione fluida, ma a quanto risultava fino a qualche giorno fa i due maggiori azionisti del patto, Unicredit e la cordata capeggiata da Bollorè (che sono presenti nel comitato nomine), non erano entusiasti all'idea di rimettere in discussione gli equilibri in Piazzetta Cuccia. Nel caso, da entrambi i fronti è emersa la volontà di "contare" nella scelta del successore alla presidenza della banca d'affari milanese. Geronzi in Piazzetta Cuccia riveste il doppio ruolo di presidente della banca e di presidente del patto. Nel caso in cui dovesse approdare alle Generali, non scatterebbero automaticamente le dimissioni dal vertice del patto. Non ci sono precedenti di presidente del patto che fossero anche azionisti della banca, ma del resto neppure esistevano precedenti di presidenti della banca che fossero anche del patto.

A.Ol.