Vince Geronzi il mediatore

Italia oggi

Nelle nomine il ruolo del presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca. Per Mieli si prospettano incarichi in Rcs Libri

Un trionfo di mediazione per Cesare Geronzi, il presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca. È lui, infatti, che ha traghettato le nomine di Ferruccio de Bortoli (56 anni) alla direzione del Corriere della Sera e di Gianni Riotta (55 anni) in sella al Sole-24 Ore, smussando spigoli e bilanciando veti e controveti degli azionisti.
I membri del patto di sindacato che governa Rcs MediaGroup, tra cui c'è Mediobanca, erano stanchi di Paolo Mieli, del king maker (così come lo ha definito Massimo Pini, vicepresidente di Fondiaria Sai, altro socio del patto) che nel 2006 aveva scelto di schierare il Corriere della sera con Romano Prodi contro Silvio Berlusconi. Ma nella vicenda nomine l'influenza del premier è comunque stata indiretta, passata proprio attraverso il lavoro diplomatico di Geronzi. Su de Bortoli l'accordo è stato unanime. D'altronde il giornalista ha rapporti di lunga data con Gianni Letta, consigliere del Cavaliere. E con Letta aveva già risolto da tempo le incomprensioni che nel 2003 avevano portato al suo allontanamento proprio dalla direzione del Corsera, accusato di anti-berlusconismo.
Lo stesso de Bortoli, peraltro, era il nome su cui maggioranza e opposizione concordavano per la presidenza Rai, incarico rifiutato non più tardi dello scorso 9 marzo. Se andava bene per la Rai, era un candidato perfetto pure per il Corriere.
È la seconda volta che subentra a Mieli (lo aveva già fatta nel 1997) e ha guidato, come a.d., la Rcs Libri che tra poco avrà Mieli come presidente. E il nome giusto, quello di de Bortoli, per via Solferino?
Al Corriere è necessaria una cura dimagrante, un piano di lacrime e sangue per ripianare i conti. E de Bortoli, che non ha mai amato essere impopolare, potrebbe avere qualche difficoltà a tagliare suoi colleghi con cui ha lavorato per decenni (è entrato in via Solferino a metà anni 70).
Si vedrà, molto dipenderà anche dal futuro a.d. del gruppo Rizzoli.
Geronzi è stato decisivo pure per l'arrivo di Riotta al Sole-24Ore. Il giornalista non viene cacciato dal Tgl, ma si dimette per un nuovo incarico. La forma, quindi, è salva. Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria (che è l'editore del Sole), pretendeva di nominare un suo direttore di fiducia. E, insieme con Geronzi, ha individuato in Riotta un giornalista sufficientemente moderno, prodiano (ex prodiano?) ma direttore di un Tgl abbastanza filogovernativo. Sia per il Corriere, sia, soprattutto, per il Sole, era stato fatto il nome di Roberto Napoletano, 48enne direttore del Messaggero. I sondaggi di Geronzi hanno però fatto emergere una certa opposizione del mondo bancario-assicurativo, che vede in Napoletano un giornalista troppo vicino al ministro dell'economia Giulio Tremonti, e al suo fido consigliere Marco Fortis, direttore studi economici di Edison spa e vicepresidente dello Fondazione Edison. Napoletano, quindi, per il momento resta al Messaggero.
E al Tgl post-Riotta? La candidatura di Mauro Mazza, ora direttore del Tg2, incontra qualche difficoltà. II vero nome forte è Maurizio Belpietro, 51 anni.  Panorama, che ora dirige, non serve più politicamente a Berlusconi. E proprio dal futuro editoriale di Panorama dipende la scelta dell'eventuale successore di Belpietro. Nel caso in cui vi fosse una continuità nell'alveo del newsmagazine politico e di cronaca, si fanno largo candidati come Mario Sechi, attuale vicedirettore che però seguirà Belpietro in Rai, e Lanfranco Vaccari, ora alla direzione del Secolo XIX. Se, invece, si dovesse scegliere di cambiare strada, di ripensare il prodotto, l'uomo preferito da Silvio Berlusconi è Alfonso Signorini. Al Cavaliere,infatti, piace tantissimo il network di contatti del giornalista e il modo in cui confeziona Chi, che dirige insieme con Sorrisi e canzoni. Con Signorini l'obiettivo sarebbe quello di conquistare, anche con Panorama, il target preferito da Berlusconi: giovani e donne.