Vertice Profumo-Geronzi "La fusione è senza senso"

La Repubblica

Le diplomazie dei rispettivi gruppi ci tengono a precisare che l' incontro era in agenda da tempo, fin da prima di Natale. Fatto sta che una visita del presidente di Mediobanca, Cesare Geronzi

MILANO - Le diplomazie dei rispettivi gruppi ci tengono a precisare che l' incontro era in agenda da tempo, fin da prima di Natale. Fatto sta che una visita del presidente di Mediobanca, Cesare Geronzi, al numero uno operativo di Unicredit, Alessandro Profumo, proprio all' indomani delle "suggestioni" rilanciate da qualche giornale su un avvicinamento tra i due gruppi bancari, era quel che bastava per versare altra benzina sul fuoco. Ma questa volta la Borsa, complice forse la non facile giornata sui mercati finanziari internazionali, non ha cavalcato più di tanto le indiscrezioni. Anzi, le ha sgonfiate, visto che Mediobanca ha resistito negli scambi guadagnando un altro 0,75% mentre Unicredit ha lasciato sul terreno il 2,5%. Hanno fatto premio, evidentemente, le smentite ufficiali arrivate martedi sera dai due gruppi su richiesta della Consob e ancor più la dichiarazione comune voluta da Profumo e Geronzi alla fine della cordiale colazione: «Non esiste alcun progetto di fusione tra Mediobanca e Unicredit, perchè una simile prospettiva non ha un fondamento industriale per i due gruppi». E in effetti a ricercare una logica industriale nel matrimonio tra i due istituti si fa obiettivamente fatica. Nelle strutture di investment banking si verrebbe a creare una duplicazione, le partecipazioni in Generali, Rcs e Telecom non fanno certo parte della strategia che ha condotto sinora al successo Unicredit e il rafforzamento patrimoniale sarebbe relativo in quanto l' istituto di Piazza Cordusio è comunque un colosso che Mediobanca non sarebbe in grado di ripatrimonializzare. Il vantaggio semmai sarebbe per piazzetta Cuccia, che potrebbe accedere alla rete molto estesa di sportelli Unicredit, un asset che in questi tempi di credit crunch sul mercato interbancario risulta determinante per la futura sopravvivenza. Non a caso i manager di Mediobanca hanno lanciato nel 2008 il progetto Che Banca!, una rete di sportelli leggeri e dai costi contenuti proprio per aprirsi un canale di raccolta diretta nei confronti della clientela al dettaglio. Un progetto che dunque stride con l' eventuale acquisizione di un gran numero di sportelli a costi molto più alti. Se dunque il senso industriale dell' ipotetico matrimonio è quasi inesistente, viene da chiedersi come mai se ne sta parlando così tanto in questi giorni. L' unica risposta plausibile è che dietro alle dichiarazioni di facciata i protagonisti della finanza italiana stiano continuando a giocare una battaglia di potere che ruota intorno ai centri bancari più importanti del paese. Geronzi si sente in sella grazie alla minor sofferenza di Mediobanca rispetto ai competitor di fronte alla bufera che ha investito i mercati. Ma questo relativo successo è da ricondurre alla maggior prudenza dei manager eredi di Cuccia e Maranghi nel condurre le operazioni; mentre Geronzi ha lasciato in Capitalia, e dunque in carico a Profumo, tutta una serie di partecipazioni e crediti in sofferenza difficili da gestire e da cui ora prende elegantemente le distanze. Solo i prossimi tre mesi - i più brutti per il sistema bancario a parere degli esperti - potranno dire se i rapporti di forza tra i protagonisti saranno ancora gli stessi. 27 mld unicredit Il valore di Borsa del gruppo di Piazza Cordusio è di 27,6 miliardi 6,6 mld Mediobanca L' istituto capitalizza 6,6 miliardi, due terzi del suo valore sta nel 15% di Generali