Vertice Geronzi-Profumo: non c'è un piano per la fusione Mediobanca-Unicredit
Il Messaggero
Colloquio di un'ora a Milano fra Cesare Geronzi e Alessandro Profumo presso la sede di Unicredit. E la prossima settimana, secondo quanto risulta a Il Messaggero, dovrebbe tenersi un vertice fra i presidenti delle principali fondazioni azioniste di piazza Cordusio
ROMA-Colloquio di un'ora a Milano fra Cesare Geronzi e Alessandro Profumo presso la sede di Unicredit. E la prossima settimana, secondo quanto risulta a Il Messaggero, dovrebbe tenersi un vertice fra i presidenti delle principali fondazioni azioniste di piazza Cordusio. L'incontro Geronzi-Profumo programmato in dicembre, non avrebbe avuto nulla a che vedere con le indiscrezioni, riportate due giorni fa da il Sole, sull'idea di una fusione fra le due banche della quale sarebbero al corrente alcuni dei principali azionisti. E fonti vicine ai due banchieri, dopo il faccia a faccia, rivelato ieri da La Stampa, hanno ribadito che un eventuale matrimonio fra la banca d'affari e il gruppo milanese, ritenuta sul mercato ''un'aggregazione di sistema'', <<non ha senso industriale>>. Geronzi, che ha raggiunto Milano con l'Alta velocità per il maltempo, si sarebbe recato in casa Unicredit quasi per rassicurare Profumo. I due, inoltre, si sarebbero soffermati sull'aumento di capitale di Unicredit da tre miliardi partito lunedì scorso e garantito da Mediobanca che ha organizzato un bond convertibile ''cashes'' per coprire l'inoptato. Le nuove azioni i cui diritti in opzione possono essere negoziati fino al 16 gennaio, sono emesse a 3,083 euro: ieri il titolo ha chiuso a 1,921 euro, in calo 2,49%, dopo cinque sedute positive. In forza della garanzia prestata sul bond che Mediobanca si è controgarantita per intero con le principali fondazioni, i libici, alcuni dei soci forti come Ligresti, piazzetta Cuccia verrà a detenere circa il 6,8% di piazza Cordusio. In vista di questa posiibilità concreta del possesso della nuda proprietà, ma non dei diritti di voto, sterilizzati per l'intera durata del prestito, Mediobanca avrebbe avuto l'assenso di Bankitalia. Ma almeno un paio di mesi fa, fra i vertici di Mediobanca e le fondazioni principali di Unicredit ci sarebbero stati contatti per valutare la fattibilità di una ipotesi di aggregazione. Fonti dirette riferiscono che prima di Natale si attendeva che Paolo Biasi, presidente della fondazione Cariverona, primo socio di Unicredit col 5,005% e rafforzatosi in dicembre in Mediobanca al 3,13% esercitando un'opzione, e quindi dando esecuzione a un obbligo contrattuale, dovesse prendere l'iniziativa di esaminare l'idea della nascita del più grande polo finanziario nell'investment bank e nel retail, a un tavolo coi vertici delle altre fondazioni. Con le attuali capitalizzazioni di Unicredit (25 miliardi) e di Mediobanca (6 miliardi), l'effeto diluitivo punirebbe enormemente i soci della banca d'affari avvantaggiando quelli di piazza Cordusio. E infatti sembra che alcuni soci come i francesi di Vincent Bollorè, che potrebbero ridimensionarsi dal 10 a poco più del 2% sarebbero contrari. Come altri partner. Con qualche favore invece l'operazione verrebbe considerta dai soci di Unicredit (<<sulla carta ha senso industriale>>, ha detto Giovanni Puglisi della fondazione Bds che ha lo 0,6% ) ma soprattutto dal mondo istituzionale e politico rappresentato da Silvio Berlusconi. Ma la prossima settimana potrebbero incontrarsi i vertici delle fondazioni di Unicredit: data e agenda sarebbero ancora da definire, ma fra le chiacchiere si potrebbe parlare anche di Medio-Unicredit.