Più capitale, Mediobanca corre in Borsa

Corriere della Sera

Piazzetta Cuccia Utile a 2 milioni e ricavi in crescita del 13%. Svalutazioni per 451 milioni. Nessuna disdetta al patto

MILANO — Nell'anno peg­giore per la finanza mondiale, Mediobanca chiude i conti con utili scesi da un miliardo a 2 milioni sotto il peso delle svalutazioni e dei minori utili da partecipazioni. E per soste­nere la crescita rafforza il patri­monio di un miliardo. Ai soci non verrà distribuito dividen­do cash ma verranno assegna­ti gratuitamente una azione ogni 20 e un warrant per sotto­scrivere nuovi titoli (uno ogni 7) a 9 euro fra gennaio 2010 e marzo 2011. Conti e operazio­ni sul capitale hanno spinto al rialzo Piazzetta Cuccia, che in Borsa ha guadagnato il 2,87% tornando a superare dopo un anno la soglia dei 10 euro.

Il top management di Piaz­zetta Cuccia sa di giocare d'an­ticipo. Un aumento, con un co­re tier 1 al 10,3% e un bilancio chiuso comunque in modo po­sitivo può apparire particolare in un contesto in cui le banche principali in Europa e Stati Uni­ti hanno generato perdite per 60 miliardi. «Non chiediamo soldi per acquisizioni di gran­di dimensioni. Non abbiamo bisogno di capitale adesso ma non dobbiamo limitare le no­stre capacità di crescita in Italia e all'estero. Vogliamo man­tenere lo sviluppo degli ultimi anni», ha spiegato l'ammini­stratore delegato Alberto Na­gel nella conference call segui­ta a patto, esecutivo e consi­glio. «Inoltre vogliamo restare tra le banche più capitalizzate in Europa». L'operazione arri-va infatti dopo che gli istituti di credito hanno chiesto raffor­zamenti patrimoniali in Euro­pa per 240 miliardi di euro e negli Usa per 400 miliardi di dollari, ed è in linea con quan­to delineato di recente dal G10 dai Governatori su un innalza­mento dei requisiti patrimo­niali. «In passato si pensava che il core tier 1 al 10% fosse sufficiente, ora crediamo che l'11% sia un obiettivo più ra­gionevole». Perciò il top mana­ger, che ritiene di «aver qual­che grado di probabilità di rac­cogliere il capitale alla fine dell'operazione», aggiunge che in caso contrario la banca tornerà «dagli azionisti con un'altra proposta». L'aumento potrà poi avere effetti sul pat­to, rendendolo più «leggero»: i soci hanno la facoltà di non vincolare le nuove azioni per­ciò la quota «blindata» potreb­be scendere dal 45,2 al 39%.

I ricavi in crescita del 13% in forte recupero nel primo se­mestre 2009, il freno alle svalu­tazioni (quest'anno pari a 451 milioni, 144 dei quali su Telco e 93 su Rcs) e il rinnovato con­tributo di Generali (sceso da 455,7 a 8 milioni) fanno preve­dere per il prossimo esercizio un «risultato rilevante», ma sui dividendi Nagel è comun­que prudente: «Siamo solo a settembre».

Sul dossier Sal Oppenheim ieri è stato informato il consi­glio presieduto da Cesare Ge­ronzi. Nagel ha precisato agli analisti che Mediobanca ha in corso «discussioni amichevo­li». «Non abbiamo in mente di acquistare asset ma staff di persone, in Germania e non so­lo. Ci interessa il mercato tede­sco e un team di professionisti potrebbe essere una buona op­portunità».

Durante la riunione del pat­to c'è stato solo un accenno al rinnovo: per le disdette c'è tempo fino al 30 settembre ma finora non ne risultano perve­nute.

Sergio Bocconi