"Sistema bancario distratto sui clienti"
Il Sole 24 ore
Nella definizione lui non si riconosce. Ma Cesare Geronzi, da un anno presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, ieri all'incontro organizzato dall'Osservatono giovani-editori, ha mostrato le sue doti da "banchiere politico". Ha parlato dei temi più rilevanti del momento, intervistato prima dal direttore della Stampa Giulio Anselmi e poi dagli studenti invitati dall'associazione di Andrea Ceccherini
Nella definizione lui non si riconosce. Ma Cesare Geronzi, da un anno presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, ieri all'incontro organizzato dall'Osservatono giovani-editori, ha mostrato le sue doti da "banchiere politico". Ha parlato dei temi più rilevanti del momento, intervistato prima dal direttore della Stampa Giulio Anselmi e poi dagli studenti invitati dall'associazione di Andrea Ceccherini che sponsorizza l'iniziativa del quotidiano in classe («meritoria» secondo Geronzi). Presente anche il presidente di Rcs, Piergaetano Marchetti.
La Robin Hood tax. «Io la penso come lei e per fortuna lo pensa anche Tremonti. Alcune discrasie vorrà eliminarle e secondo me fa bene a farlo», ha risposto
Geronzi allo studente che gli chiedeva se nell'aumento del greggio, con il dollaro calante non ci fosse qualcosa che non torna e in riferimento alla proposta di tassare gli extra-profitti delle compagnie petrolifere.
La relazione di Draghi. «I problemi della crisi finanziaria non sono finiti», ma «le banche italiane hanno tenuto botta e il sistema è il pilastro sul quale il Paese può contare». Il Governatore della Banca d'ltalia «è stato, come si conviene, molto prudente. Ha presentato tutte le problematiche senza prendere partito e ha fatto bene». Geronzi, ha anche fatto autocritica nel rapporto con i clienti: «Dobbiamo prenderci tutta la colpa di essere stati distratti», sottovalutando i danni reputazionali. È da accogliere subito l'invito di Draghi a sostituire la commissione di massimo scoperto. Giudizio positivo anche sull'accordo relativo ai mutui.
Super-retribuzioni. Giuste le critiche alle remunerazioni dei top manager. Ma Geronzi non se ne sente investito: «La mia remunerazione è molto più bassa di quella dei miei colleghi». E sulle stock option «ho sempre ritenuto che nei momenti decisionali si debba avere indipendenza di giudizio e tornaconto».
Telecom. Il presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca (azionista di Telco) è convinto che sia «il tempo di mettere mano ai problemi e nessuno meglio di Bernabé può farlo». «La situazione è complessa - ha aggiunto - perché ci sono state situazioni anomale che hanno creato problemi, senza alcun riferimento all'econornia aziendale». Geronzi ha espresso apprezzamento per «il manager Tronchetti, oltre che per l'uomo», dopo la sua uscita dal gruppo «c'è stata molta confusione».
Alitalia. Nel dossier Alitalia non è coinvolta - «finora non ce ne siamo interessati » - ma Mediobanca «fa parte di un sistema», di un «sistema Paese che deve reggere».
Bazoli. Cesare Geronzi e Giovanni Bazoli duellanti? «Niente di più inverosimile», ha replicato Geronzi spiegando che con il presidente di Intesa-Sanpaolo ci sono state «valutazioni diverse su accadimenti nel campo della finanza, ma sempre ha prevalso il buonsenso e la saggezza». Quando Capitalia aveva detto sì alle nozze con UniCredit, c'era stato un «disappunto» di Bazoli che riteneva che il nuovo gruppo avesse assunto uno strapotere su Mediobanca e, a cascata su Generali e Rcs. Ma «i fatti lo hanno portato a verificare l'assoluta indipendenza mia e assoluta non volontà di Alessandro Profumo di attuare prevaricazioni. Questo ha rinsaldato ancora di più il rapporto e determinato anche una stabilità dell'intero sistema».
Vicende giudiziarie. Infine sulle questioni giudiziarie che lo vedono coinvolto Geronzi ha osservato: «Se vivessimo in un Paese nel quale le responsabilità si accompagnano alle funzioni e alle deleghe che vengono utilizzate, le mie vicende giudiziarie non esisterebbero».
La Robin Hood tax. «Io la penso come lei e per fortuna lo pensa anche Tremonti. Alcune discrasie vorrà eliminarle e secondo me fa bene a farlo», ha risposto
Geronzi allo studente che gli chiedeva se nell'aumento del greggio, con il dollaro calante non ci fosse qualcosa che non torna e in riferimento alla proposta di tassare gli extra-profitti delle compagnie petrolifere.
La relazione di Draghi. «I problemi della crisi finanziaria non sono finiti», ma «le banche italiane hanno tenuto botta e il sistema è il pilastro sul quale il Paese può contare». Il Governatore della Banca d'ltalia «è stato, come si conviene, molto prudente. Ha presentato tutte le problematiche senza prendere partito e ha fatto bene». Geronzi, ha anche fatto autocritica nel rapporto con i clienti: «Dobbiamo prenderci tutta la colpa di essere stati distratti», sottovalutando i danni reputazionali. È da accogliere subito l'invito di Draghi a sostituire la commissione di massimo scoperto. Giudizio positivo anche sull'accordo relativo ai mutui.
Super-retribuzioni. Giuste le critiche alle remunerazioni dei top manager. Ma Geronzi non se ne sente investito: «La mia remunerazione è molto più bassa di quella dei miei colleghi». E sulle stock option «ho sempre ritenuto che nei momenti decisionali si debba avere indipendenza di giudizio e tornaconto».
Telecom. Il presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca (azionista di Telco) è convinto che sia «il tempo di mettere mano ai problemi e nessuno meglio di Bernabé può farlo». «La situazione è complessa - ha aggiunto - perché ci sono state situazioni anomale che hanno creato problemi, senza alcun riferimento all'econornia aziendale». Geronzi ha espresso apprezzamento per «il manager Tronchetti, oltre che per l'uomo», dopo la sua uscita dal gruppo «c'è stata molta confusione».
Alitalia. Nel dossier Alitalia non è coinvolta - «finora non ce ne siamo interessati » - ma Mediobanca «fa parte di un sistema», di un «sistema Paese che deve reggere».
Bazoli. Cesare Geronzi e Giovanni Bazoli duellanti? «Niente di più inverosimile», ha replicato Geronzi spiegando che con il presidente di Intesa-Sanpaolo ci sono state «valutazioni diverse su accadimenti nel campo della finanza, ma sempre ha prevalso il buonsenso e la saggezza». Quando Capitalia aveva detto sì alle nozze con UniCredit, c'era stato un «disappunto» di Bazoli che riteneva che il nuovo gruppo avesse assunto uno strapotere su Mediobanca e, a cascata su Generali e Rcs. Ma «i fatti lo hanno portato a verificare l'assoluta indipendenza mia e assoluta non volontà di Alessandro Profumo di attuare prevaricazioni. Questo ha rinsaldato ancora di più il rapporto e determinato anche una stabilità dell'intero sistema».
Vicende giudiziarie. Infine sulle questioni giudiziarie che lo vedono coinvolto Geronzi ha osservato: «Se vivessimo in un Paese nel quale le responsabilità si accompagnano alle funzioni e alle deleghe che vengono utilizzate, le mie vicende giudiziarie non esisterebbero».