Mediobanca, sportelli e più estero
Corriere della Sera
MILANO — Utili in crescita del 40%, riorganizzazione su tre aree, più estero e lancio di una piattaforma retail, cioè di una nuova banca multicanale con una rete di sportelli leggeri estesa al territorio nazionale.
Via al progetto Micos, conti correnti per i privati in filiali "leggere"
MILANO — Utili in crescita del 40%, riorganizzazione su tre aree, più estero e lancio di una piattaforma retail, cioè di una nuova banca multicanale con una rete di sportelli leggeri estesa al territorio nazionale. Con il nuovo piano triennale 2009-2011 Mediobanca si propone di rafforzare il core business di investment banking ma anche tracciare una volta di più la svolta rispetto al passato con la nuova iniziativa nel retail, che significherà l'offerta di conti correnti e carte di credito. Ieri il secondo piano industriale della storia di Piazzetta Cuccia è stato approvato dal consiglio di sorveglianza presieduto da Cesare Geronzi e da quello di gestione presieduto da Renato Pagliaro ed è stato presentato alla comunità finanziaria. Un business pian «caratterizzato da un approccio realistico», ha detto il consigliere delegato Alberto Nagel. Ma che, rispetto al periodo attuale che invita al pessimismo e a scenari macroeconomici definiti «tetri» dallo stesso banchiere, si configura come una sfida. Alla quale l'istituto si presenta con profitti semestrali in aumento del 22% a 614 milioni e ricavi più alti del 23%, risultati in controtendenza nel periodo che ha visto i big mondiali del settore provati da subprime e derivati, rispetto ai quali Piazzetta Cuccia ha confermato di non avere alcuna esposizione. Al termine del triennio, nel corso del quale Mediobanca confida di portare i ricavi da 2,1 a 3,1 miliardi e gli utili netti da 1 a 1,4 miliardi, il gruppo dovrebbe presentare alcuni cambiamenti significativi. Crescerà il peso dell'estero (dal 1 al 25% dei ricavi) ed è prevista la riorganizzazione in tre comparti di attività: corporate e investment banking, quindi il core business; principal investing, che include le partecipazioni consolidate a patrimonio netto, Generali e Rcs (quote che, ha detto Nagel, non dovrebbero essere toccate nei prossimi tre anni) e nuove tipologie di investimento; retail e private banking. E proprio in quest'ultima area si profila la novità più significativa: il progetto Micos, con l'avvio a partire da maggio della nuova piattaforma retail. La banca studiata da Christian Miccoli, che in Ing ha lanciato il «conto arancio », sarà caratterizzata da sportelli leggeri e canale on-line. Offrirà conti correnti, conti deposito, carte e mutui con un nuovo brand che «valorizzerà» anche quello Mediobanca. Obiettivi a fine triennio: 400 mila clienti, 6 miliardi di impieghi, 13 di raccolta e ricavi per 200 milioni, che dovrebbero salire al 2013 a quota 400. Una svolta, certo. Non una rottura, però, ha sottolineato Nagel: «Operiamo nel retail con Compass da 50 anni e Micos da una ventina». E che comunque fa parte di un modello di crescita di banca d'affari stile Goldman Sachs, che affianca ai ricavi e profitti cospicui ma volatili di advisory e finanziamento quelli più contenuti ma stabili del retail. Un processo di sviluppo, ha spiegato ieri Nagel, che può avvenire per crescita interna. «Non avvertiamo la pressione di acquisizioni», ha sottolineato il top manager, anche se il mercato nei «prossimi 18 mesi potrebbe presentare opportunità nell'asset management e nel private banking». Nagel ha infine escluso progetti di aggregazione con Generali. «Non ci vedo alcuna logica. Mi ricorda ipotesi del passato e sarebbe un anacronismo pensarlo oggi». E riguardo al Leone Vincent Bollore è tornato sul tema della presidenza: «La sostituzione di Bernheim? Il problema non si pone».
MILANO — Utili in crescita del 40%, riorganizzazione su tre aree, più estero e lancio di una piattaforma retail, cioè di una nuova banca multicanale con una rete di sportelli leggeri estesa al territorio nazionale. Con il nuovo piano triennale 2009-2011 Mediobanca si propone di rafforzare il core business di investment banking ma anche tracciare una volta di più la svolta rispetto al passato con la nuova iniziativa nel retail, che significherà l'offerta di conti correnti e carte di credito. Ieri il secondo piano industriale della storia di Piazzetta Cuccia è stato approvato dal consiglio di sorveglianza presieduto da Cesare Geronzi e da quello di gestione presieduto da Renato Pagliaro ed è stato presentato alla comunità finanziaria. Un business pian «caratterizzato da un approccio realistico», ha detto il consigliere delegato Alberto Nagel. Ma che, rispetto al periodo attuale che invita al pessimismo e a scenari macroeconomici definiti «tetri» dallo stesso banchiere, si configura come una sfida. Alla quale l'istituto si presenta con profitti semestrali in aumento del 22% a 614 milioni e ricavi più alti del 23%, risultati in controtendenza nel periodo che ha visto i big mondiali del settore provati da subprime e derivati, rispetto ai quali Piazzetta Cuccia ha confermato di non avere alcuna esposizione. Al termine del triennio, nel corso del quale Mediobanca confida di portare i ricavi da 2,1 a 3,1 miliardi e gli utili netti da 1 a 1,4 miliardi, il gruppo dovrebbe presentare alcuni cambiamenti significativi. Crescerà il peso dell'estero (dal 1 al 25% dei ricavi) ed è prevista la riorganizzazione in tre comparti di attività: corporate e investment banking, quindi il core business; principal investing, che include le partecipazioni consolidate a patrimonio netto, Generali e Rcs (quote che, ha detto Nagel, non dovrebbero essere toccate nei prossimi tre anni) e nuove tipologie di investimento; retail e private banking. E proprio in quest'ultima area si profila la novità più significativa: il progetto Micos, con l'avvio a partire da maggio della nuova piattaforma retail. La banca studiata da Christian Miccoli, che in Ing ha lanciato il «conto arancio », sarà caratterizzata da sportelli leggeri e canale on-line. Offrirà conti correnti, conti deposito, carte e mutui con un nuovo brand che «valorizzerà» anche quello Mediobanca. Obiettivi a fine triennio: 400 mila clienti, 6 miliardi di impieghi, 13 di raccolta e ricavi per 200 milioni, che dovrebbero salire al 2013 a quota 400. Una svolta, certo. Non una rottura, però, ha sottolineato Nagel: «Operiamo nel retail con Compass da 50 anni e Micos da una ventina». E che comunque fa parte di un modello di crescita di banca d'affari stile Goldman Sachs, che affianca ai ricavi e profitti cospicui ma volatili di advisory e finanziamento quelli più contenuti ma stabili del retail. Un processo di sviluppo, ha spiegato ieri Nagel, che può avvenire per crescita interna. «Non avvertiamo la pressione di acquisizioni», ha sottolineato il top manager, anche se il mercato nei «prossimi 18 mesi potrebbe presentare opportunità nell'asset management e nel private banking». Nagel ha infine escluso progetti di aggregazione con Generali. «Non ci vedo alcuna logica. Mi ricorda ipotesi del passato e sarebbe un anacronismo pensarlo oggi». E riguardo al Leone Vincent Bollore è tornato sul tema della presidenza: «La sostituzione di Bernheim? Il problema non si pone».