Geronzi-Bazoli, un tandem per il 2008?

Il Sole 24 Ore

Le novità nell'anno che si è appena chiuso non sono mancate. Marco Tronchetti Provera è uscito di scena chiudendo la partita Telecom, l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne ha assaporato il gusto della vittoria clamorosa ottenuta con il rilancio definitivo del gruppo torinese

Le novità nell'anno che si è appena chiuso non sono mancate. Marco Tronchetti Provera è uscito di scena chiudendo la partita Telecom, l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne ha assaporato il gusto della vittoria clamorosa ottenuta con il rilancio definitivo del gruppo torinese, il numero uno di UniCredit Alessandro Profumo ha recuperato su Intesa Sanpaolo grazie all'operazione con Capitalia. Ma la sorpresa più clamorosa, quella che ha fatto sobbalzare i cultori della storia di Mediobanca, è stata l'esordio sulla piazza dell'alta finanza milanese di Cesare Geronzi, nominato presidente del consiglio di sorveglianza dell'istituto. Lui, banchiere romano per definizione, si è seduto sulla poltrona che è stata di Enrico Cuccia.
Chi avrebbe potuto anche soltanto immaginarlo? Invece è accaduto. Certo, almeno per il momento, non ne ha occupato la scrivania. In futuro si vedrà. Nell'attesa l'interrogativo, più che giustificato, è quali saranno i colpi di scena del 2008. Anche in questo caso i riflettori sono accesi su Geronzi. E, in particolare, sui rapporti con l'amministratore delegato Alberto Nagel e il presidente del consiglio di gestione, Renato Pagliaro. La convivenza, soprattutto nel primo caso, si presenta dall'esito non scontato e qualche segnale si è già avuto in occasione della scelta dei vertici di Telecom. Indubbiamente nell'anno che verrà Geronzi dovrà consolidarsi alla guida di Mediobanca. Ed è altrettanto chiaro che, se questo accadrà, le conseguenze non mancheranno su svariati fronti.
Per quanto riguarda Mediobanca c'è anche da capire il ruolo che giocheranno gli azionisti francesi, guidati dal finanziere bretone Vincent Bollorè. Il loro investimento ha dato frutti eccellenti. Tanto che, se diventassero venditori, incasserebbero plusvalenze di sicuro interesse. L'impressione però è che non abbiano alcuna intenzione di farlo. Soprattutto perché è ancora aperta la partita per il controllo della ricca Generali. L'ex amministratore delegato di Mediobanca, Vincenzo Maranghi, è morto convinto che il colosso assicurativo francese Axa fosse pronto a coronare il sogno di Trieste. E i francesi, si sa, sono abituati a muoversi come sistema Paese. Non solo. Generali significa un patrimonio immobiliare di rilevanza eccezionale, particolarmente significativo in Francia.
Ma il 2008 sarà l'anno di altre, interessanti verifiche. Marco Tronchetti Provera, per esempio, come impiegherà il ricavato dalla vendita di Telecom? Ha ragione chi lo ritiene interessato ad aumentare di peso nella compagine azionaria della Rcs editori? E, sul fronte sempre caldo delle tlc, quali saranno le prime mosse del nuovo amministratore delegato Franco Bernabè?
Il consiglio è poi di tenere d'occhio l'altro grande vecchio che si è spartito con Geronzi l'eredità di Cuccia: Giovanni Bazoli, con la sua Intesa Sanpaolo. Che significato dare alla dialettica diposizioni con l'amministratore delegato Corrado Passera? Nessuno, ha fatto sapere lo stesso Bazoli. Eppure a qualcuno il dubbio resta. E c'è chi lo collega al giro di nomine che, in tarda primavera, attende il mondo dell'impresa pubblica. Paolo Scaroni verrà riconfermato alla guida dell'Eni? Già solo il fatto che è uno dei manager italiani più stimati (anche all'estero) giustifica la domanda. Così come sarà interessante conoscere le scelte di Luca Cordero di Montezemolo, l'attuale presidente di Confindustria, e vagliare le chance dell'ex ad di Capitalia, Matteo Arpe, che è diventato banchiere in proprio. Dopo l'Epifania, che tutte le feste porta via, lo spettacolo comincia. Anzi, continua.