«Generali, gruppo da leadership mondiale»
Corriere della Sera
MILANO — C'era tutta la grande finanza italiana e francese ieri all'ambasciata del nostro Paese a Parigi. L'occasione: la cerimonia per la consegna della Gran croce dell'ordine al merito della Repubblica italiana ad Antoine Bernheim (foto), presidente delle Generali.
MILANO — C'era tutta la grande finanza italiana e francese ieri all'ambasciata del nostro Paese a Parigi. L'occasione: la cerimonia per la consegna della Gran Croce dell'ordine al merito della Repubblica italiana ad Antoine Bernheim (foto), presidente delle Generali. L'ambasciatore Ludovico Ortona, che ha consegnato l'onoreficenza, ha sottolineato che Bernheim è il primo imprenditore francese a riceverla: «Ed è giusto, data l'eccellente attività a favore dell'Italia e dei rapporti tra Italia e Francia ».
Alla cerimonia erano presenti fra gli altri l'amministratore delegato del Leone Sergio Balbinot, il presidente di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, il presidente di Mediobanca Cesare Geronzi, Gian Luigi Gabetti, John Elkann, Gerardo Braggiotti, il presidente di Eads Louis Gallois, il presidente di Credit Agricole Rene Carron, Vincent Bollorè, Tarak ben Ammar, il presidente di Lvmh Bernard Arnault. Le Generali, ha detto Bernheim (che ha anche ricordato di aver cominciato ad amare l'Italia «durante la guerra, a Grenoble sotto l'occupazione ») «vanno bene». Ma se fossero «state sempre bene amministrate sarebbero ora la prima compagnia del mondo».
Riferendosi ad Algebris, ha quindi detto che «un hedge fund ha iniziato ad attaccarlo: «Ha detto che sono vecchio, guadagno troppo e che non siamo aggressivi negli investimenti. Ma siamo la sola compagnia a non avere un centesimo nel subprime. Sono prudente, un conservatore. I soldi servono per gli assicurati, non per speculare », n presidente delle Generali si è anche rallegrato della nomina di Geronzi in Piazzetta Cuccia: «Avevo bisogno di un sostegno in Italia».
E a Trieste si è chiuso lunedì il deposito delle liste per i sindaci. Ieri i 13 fondi iscritti ad Assogestioni, che detengono in tutto lo 0,60% di Generali (tra questi i fondi di Arca, Bnp Paribas, Monte Paschi, Eurizon, Pioneer e Fideuram) hanno ufficializzato di aver candidato Eugenio Colucci e Michele Paolino.
Alla cerimonia erano presenti fra gli altri l'amministratore delegato del Leone Sergio Balbinot, il presidente di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, il presidente di Mediobanca Cesare Geronzi, Gian Luigi Gabetti, John Elkann, Gerardo Braggiotti, il presidente di Eads Louis Gallois, il presidente di Credit Agricole Rene Carron, Vincent Bollorè, Tarak ben Ammar, il presidente di Lvmh Bernard Arnault. Le Generali, ha detto Bernheim (che ha anche ricordato di aver cominciato ad amare l'Italia «durante la guerra, a Grenoble sotto l'occupazione ») «vanno bene». Ma se fossero «state sempre bene amministrate sarebbero ora la prima compagnia del mondo».
Riferendosi ad Algebris, ha quindi detto che «un hedge fund ha iniziato ad attaccarlo: «Ha detto che sono vecchio, guadagno troppo e che non siamo aggressivi negli investimenti. Ma siamo la sola compagnia a non avere un centesimo nel subprime. Sono prudente, un conservatore. I soldi servono per gli assicurati, non per speculare », n presidente delle Generali si è anche rallegrato della nomina di Geronzi in Piazzetta Cuccia: «Avevo bisogno di un sostegno in Italia».
E a Trieste si è chiuso lunedì il deposito delle liste per i sindaci. Ieri i 13 fondi iscritti ad Assogestioni, che detengono in tutto lo 0,60% di Generali (tra questi i fondi di Arca, Bnp Paribas, Monte Paschi, Eurizon, Pioneer e Fideuram) hanno ufficializzato di aver candidato Eugenio Colucci e Michele Paolino.