Geronzi: Mediobanca sosterrà la ripresa economica del Paese
Il Messaggero
Il presidente: "E' il perno del sistema italiano anche grazie alla competenza tecnica della struttura"
ROMA - Mediobanca rilancia il suo ruolo centrale al servizio dell'economia. Anche in una fase tempestosa, perchè "ha una posizione straordinariamente importante", spiega Cesare Geronzi durante l'assemblea che ha approvato il ritorno alla governance monistica col cda e il dividendo di 0,65 euro. Complessivamente ai soci sono stati distribuiti 523 milioni tra cedole buy back nell'esercizio 2007-2008. La banca "è al centro dell'attenzione e dell'osservazione economica-finanaziaria del paese: assieme alle altre grandi banche, dovrebbe sostenere la ripresa economica". Il presidente della banca d'affari rimette l'istituzione al centro del sistema lasciando intendere che il sostegno avverrà in senso lato, dall'attività di advisory e quella di garante di operazioni sul capitale, come quella in corso di Finmeccanica e quella futura di Unicredit. Non necessariamente attraverso l'ingresso nel capitale. Mediobanca "va benissimo" ha aggiunto il banchiere romano nel giorno in cui i soci hanno nominato i nuovi 23 consiglieri. Il board poi, dopo l'assemblea, ha eletto il nuovo comitato esecutivo e il segretario del consiglio: l'avvocato milanese Antonio Scala. "Siamo liquidi per 11 miliardi", ha precisato l'a.d. Alberto Nagel riferendosi all'ottimo stato di salute, "siamo in aumento (al 30 giugno era di 10 miliardi, ndr) in un momento in cui è molto importante avere liquidità. Siamo ancora una banca ben capitalizzata, quindi abbiamo valutato che confermare il dividendo senza aumentarlo non avrebbe depauperato la banca. Per l'esercizio corrente potremmo anche patrimonializzare di più perchè siamo della filosofia che le banche per funzionare bene devono avere patrimonio". Nagel ha sottolineato che "è stato un trimestre positivo all'interno di uno scenario negativo". Al 30 settembre si è attestato a 310 milioni, in calo del 20% e i ricavi a 594 milioni, ridotti del 13%. Piazzetta Cuccia ha trasferito obbligazioni in carico a 542,5 milioni alla voce crediti e finanziamenti "per l'assenza di un fair value attendibile al 30 settembre per l'illiquidità del mercato". "Sono risultati straordinari visto il momento ha commentato Geronzi "per il futuro pensiamo positivo".
Ai prezzi al 30 settembre, il portafoglio di Mediobanca registrava plusvalenze totali per 2,717 miliardi frutto di 2,878 miliardi dalla quota in Generali cui si contrappone una minus teorica di 161,9 milioni sul pacchetto un Rcs. "Non investiamo in asset che non capiamo bene" ha sottolineato Nagel per mettere in evidenza la distanza dall'operatività con la finanza sofisticata, "o che sono lontano da noi, quindi no a strutture complicate. Abbiamo fatto solo cose che capiamo e quello che ci è vicino, così abbiamo limitato i rischi: ma non siamo immuni dalla crisi perechè siamo una banca". Nagel ha voluto puntualizzare che in linea con la tradizione e il blasone costruito da Enrico Cuccia "l'operazione Telco è stata fatta con una logica precisa di investimento, la politica non c'entra nè in quell'occasione nè mai". E su Telco, il veicolo che possiede il 24,5% di Telecom è intervenuto anche Romano Pagliaro, prossimo vicepresidente del comitato esecutivo della banca d'affari. "Abbiamo apportato le nostre azioni a favore di una soluzione che evitasse la vendita a At&t e ai messicani (America Movil di Carlos Slim, ndr): visto a distanza di 15 mesi se avessimo girato la testa dall'altra parte e avessimo venduto anche i titoli, avremmo fatto un affare". Pagliaro ha definito "caro" l'acquisto da parte di Gemina - di cui Mediobanca è azionista - della quota posseduta da Macquerie in Adr. Grande apprezzamento per l'andamento della banca è stato espresso da Marco Tronchetti Provera, Ennio Doris, Salvatore Ligresti, tre dei soci forti. Infine Geronzi ha ribadito: "Anche se nessuno mi crede, non ho intenzione e non ho voglia di essere non solo vicepresidente di Generali ma neppure di entrare in consiglio".
Ai prezzi al 30 settembre, il portafoglio di Mediobanca registrava plusvalenze totali per 2,717 miliardi frutto di 2,878 miliardi dalla quota in Generali cui si contrappone una minus teorica di 161,9 milioni sul pacchetto un Rcs. "Non investiamo in asset che non capiamo bene" ha sottolineato Nagel per mettere in evidenza la distanza dall'operatività con la finanza sofisticata, "o che sono lontano da noi, quindi no a strutture complicate. Abbiamo fatto solo cose che capiamo e quello che ci è vicino, così abbiamo limitato i rischi: ma non siamo immuni dalla crisi perechè siamo una banca". Nagel ha voluto puntualizzare che in linea con la tradizione e il blasone costruito da Enrico Cuccia "l'operazione Telco è stata fatta con una logica precisa di investimento, la politica non c'entra nè in quell'occasione nè mai". E su Telco, il veicolo che possiede il 24,5% di Telecom è intervenuto anche Romano Pagliaro, prossimo vicepresidente del comitato esecutivo della banca d'affari. "Abbiamo apportato le nostre azioni a favore di una soluzione che evitasse la vendita a At&t e ai messicani (America Movil di Carlos Slim, ndr): visto a distanza di 15 mesi se avessimo girato la testa dall'altra parte e avessimo venduto anche i titoli, avremmo fatto un affare". Pagliaro ha definito "caro" l'acquisto da parte di Gemina - di cui Mediobanca è azionista - della quota posseduta da Macquerie in Adr. Grande apprezzamento per l'andamento della banca è stato espresso da Marco Tronchetti Provera, Ennio Doris, Salvatore Ligresti, tre dei soci forti. Infine Geronzi ha ribadito: "Anche se nessuno mi crede, non ho intenzione e non ho voglia di essere non solo vicepresidente di Generali ma neppure di entrare in consiglio".