Mediobanca, in 23 nel cda unico dentro le fondazioni e Berlusconi
La Repubblica
Nagel: "Solidi ma in futuro meno dividendi". No dei fondi
Mediobanca torna dopo un anno al consiglio di amministrazione unico, che imbarca Marina Berlusconi e un rappresentante della Fondazione Mps. In parallelo vara un buon primo trimestre d'esercizio, con un utile netto di 310 milioni di euro, in calo del 20,5% rispetto a 12 mesi fa, e ricavi in tenuta (-13%) a 59.3 milioni.
Il segno meno e principalmente effetto del dimezzato apporto delle partecipazioni consolidate a patrimonio, in primis il 15% di Generali. "Risultati straordinari, dato il momento-ha commentato il presidente Cesare Geronzi -e anche per il futuro pensiamo positivo". È la prima contabilità resa pubblica da un istituto italiano nel periodo fin qui peggiore della crisi cominciata a metà 2007. Piazzetta Cuccia passa l'esame, anche per le caratteristiche e una natura che la rendono più coriacea delle banche commerciali. Tanto più che negli ultimi 15 mesi l'istituto ha raccolto 15 miliardi, e la sua tesoreria ha liquidità per 11 miliardi (uno più che a fine giugno). I1 patrirnonio misurato dall'indice Core Tier resta oltre il 10%, contro il 6% medio che fa soffrire le banche italiane, pure in Borsa (ieri Mediobanca è stata "risparmiata", con un ribasso di appena 1'1%).
Ciò non toglie che la cedola, confermata a 0,65 euro e approvata dai soci, in futuro potrebbe scendere. «Siamo ancora ben capitalizzati quindi abbiamo confermato il dividendo - ha detto l'ad Alberto Nagel - per l'esercizio corrente potremmo anche patrimonializzare di più perché siamo della filosofia che le banche per funzionare bene devono avere patrimonio». Se ne parlerà tra nove mesi, mentre questo tema e più pressante per le tante banche che chiudono il bilancio a dicembre. Tra le poste più delicate, il prossimo giugno, Mediobanca avrà certo il 2,4% di Telecom, in forte minusvalenza teorica. «In Telecom non abbiamo fatto un investimento, ma apportato azioni a favore di una soluzione che evitasse la cessione ad At&t e ai messicani - ha detto il dg Renato Pagliaro -A 15-18 mesi di distanza, se avessimo voltato lo sguardo da l'altra parte e venduto le azioni avremmo guadagnato. Ma l'ad Nagel ha negato ogni retropensiero circa un'operazione guidata da logiche "politiche". «Nell'operazione Telco la politica non c'entra, ne è mai entrata in altre operazioni. La politica non influisce minimamente nelle scelte di Mediobanca. L'assemblea, per la parte straordinaria, era chiamata a ristabilire la governance tradizionale, con cda e collegio sindacale (la terna dei nuovi controllori eletti sarà presieduta dal commercialista milanese Marco Neboa).
Il consiglio sarà presieduto da Geronzi e Nagel sarà amministratore delegato, mentre Marco Tronchetti Provera sarà il nuovo vicepresidcnte. Marina Berlusconi entra per conto di Fininvest (2%), Marco Parlangeli per la Fondazione Mps, che con l'1,9% ha presentato la lista di minoranza e raccolto i voti dei pochi investitori istituzionali. I quali, peraltro, hanno criticato la nuova governance giudicata foriera di conflitti di interesse, e la fine precoce del sistema duale. L'1,4% ha votato contro, per delega di fondi esteri.La composizione dei comitati interni, già comunicata, presenta una sola novità: nel più che strategico comitato nomine - che ha inedite funzioni deliberative sui vertici di Generali, Telecom, Rcs ai sei mcmbri prestabiliti si aggiungerà Roberto Bertazzoni come indipendente. Sembra che l'aggiunta segua l'unico rilievo di di Bankitalia al nuovo modello di governance, giunto perchè non c'erano indipendenti nel "nomine". Il ruolo di Bertazzoni, perlaltro, sarà limitato alle nomine interne, non a quelle sulle partecipate, ben più importanti. E il comitato assume una stramba geometria variabile.
Il segno meno e principalmente effetto del dimezzato apporto delle partecipazioni consolidate a patrimonio, in primis il 15% di Generali. "Risultati straordinari, dato il momento-ha commentato il presidente Cesare Geronzi -e anche per il futuro pensiamo positivo". È la prima contabilità resa pubblica da un istituto italiano nel periodo fin qui peggiore della crisi cominciata a metà 2007. Piazzetta Cuccia passa l'esame, anche per le caratteristiche e una natura che la rendono più coriacea delle banche commerciali. Tanto più che negli ultimi 15 mesi l'istituto ha raccolto 15 miliardi, e la sua tesoreria ha liquidità per 11 miliardi (uno più che a fine giugno). I1 patrirnonio misurato dall'indice Core Tier resta oltre il 10%, contro il 6% medio che fa soffrire le banche italiane, pure in Borsa (ieri Mediobanca è stata "risparmiata", con un ribasso di appena 1'1%).
Ciò non toglie che la cedola, confermata a 0,65 euro e approvata dai soci, in futuro potrebbe scendere. «Siamo ancora ben capitalizzati quindi abbiamo confermato il dividendo - ha detto l'ad Alberto Nagel - per l'esercizio corrente potremmo anche patrimonializzare di più perché siamo della filosofia che le banche per funzionare bene devono avere patrimonio». Se ne parlerà tra nove mesi, mentre questo tema e più pressante per le tante banche che chiudono il bilancio a dicembre. Tra le poste più delicate, il prossimo giugno, Mediobanca avrà certo il 2,4% di Telecom, in forte minusvalenza teorica. «In Telecom non abbiamo fatto un investimento, ma apportato azioni a favore di una soluzione che evitasse la cessione ad At&t e ai messicani - ha detto il dg Renato Pagliaro -A 15-18 mesi di distanza, se avessimo voltato lo sguardo da l'altra parte e venduto le azioni avremmo guadagnato. Ma l'ad Nagel ha negato ogni retropensiero circa un'operazione guidata da logiche "politiche". «Nell'operazione Telco la politica non c'entra, ne è mai entrata in altre operazioni. La politica non influisce minimamente nelle scelte di Mediobanca. L'assemblea, per la parte straordinaria, era chiamata a ristabilire la governance tradizionale, con cda e collegio sindacale (la terna dei nuovi controllori eletti sarà presieduta dal commercialista milanese Marco Neboa).
Il consiglio sarà presieduto da Geronzi e Nagel sarà amministratore delegato, mentre Marco Tronchetti Provera sarà il nuovo vicepresidcnte. Marina Berlusconi entra per conto di Fininvest (2%), Marco Parlangeli per la Fondazione Mps, che con l'1,9% ha presentato la lista di minoranza e raccolto i voti dei pochi investitori istituzionali. I quali, peraltro, hanno criticato la nuova governance giudicata foriera di conflitti di interesse, e la fine precoce del sistema duale. L'1,4% ha votato contro, per delega di fondi esteri.La composizione dei comitati interni, già comunicata, presenta una sola novità: nel più che strategico comitato nomine - che ha inedite funzioni deliberative sui vertici di Generali, Telecom, Rcs ai sei mcmbri prestabiliti si aggiungerà Roberto Bertazzoni come indipendente. Sembra che l'aggiunta segua l'unico rilievo di di Bankitalia al nuovo modello di governance, giunto perchè non c'erano indipendenti nel "nomine". Il ruolo di Bertazzoni, perlaltro, sarà limitato alle nomine interne, non a quelle sulle partecipate, ben più importanti. E il comitato assume una stramba geometria variabile.