Alla prima udienza Tanzi è assente

L'Opinione

Il primo atto del processo alla "multinazionale del latte" iniziato ieri dopo un'attesa di oltre quattro anni, è durato appena trenta minuti.

Il primo atto del processo alla "multinazionale del latte" iniziato ieri dopo un'attesa di oltre quattro anni, è durato appena trenta minuti.
Una mezz'oretta di camera di consiglio che è servita ai giudici per decidere di non decidere.
Solo il prossimo 6 maggio si saprà infatti se i vari filoni processuali verranno riunificati, come peraltro chiede l'avvocato di Calisto Tanzi Gianpiero Biancolella, o se rimarranno distinti.
Fino ad allora gli oltre duecento risparmiatori danneggiati dal buco finanziario della società dovranno accontentarsi di sapere che in questo eventuale accorpamento dei tronconi d'inchiesta (che interessa le società Parmalat, Parmatour, Emilia Romagna Factor, Ributti) non rientra la vendita delle acque
minerali Ciappazzi, cedute al gruppo Parmalat da Giuseppe Ciarrapico.
Per questo filone processuale, che vede imputati tra gli altri l'ex amministratore delegato di Capitalia Matteo Arpe e Cesare Geronzi, l'udienza è fissata al 16 ottobre prossimo.
La falsa partenza di quello che a Parma già viene chiamato il "processo del secolo" non promette bene. Perché questo procedimento, con i suoi imputati illustri, i 33mila e 500 azionisti chiamati a testimoniare dalla difesa e le oltre 125 udienze previste, rischia di risolversi in nulla di fatto, di assumere proporzioni elefantiache e trascinarsi per anni.
Se l'obbiettivo dei legali del patron della Parmalat fosse quello superare i termini di prescrizione - come lascia supporre l'aver chiamato a testimoniare più di 33mila persone - di questo passo potrebbe essere centrato.
Inefficienza della giustizia a parte, ieri all'auditorium Paganini, dove erano presenti un centinaio di avvocati, spiccava una grande assenza, quella di Calisto Tanzi.
Rimasto a casa "a fare il nonno", spiega la difesa, che chiarisce poi "Tanzi parteciperà attivamente al processo.
Oggi (ieri, ndr) non c'è perché non sapevamo che cosa sarebbe successo".
Sono passati quattro anni e tre mesi da quando il patron della Parmalat fu arrestato (nel dicembre 2003) all'aeroporto di Malpensa di ritorno da un misterioso viaggio in Sudamerica. Si era agli albori del crac.
La Procura di Parma ha cercato in questi anni di dipanare la matassa di uno scandalo finanziario che coinvolge, tra gli altri eccellenti, l'ex direttore finanziario Fausto Tonna, Domenico Barili, Luciano Silingardi, Giovanni Tanzi per il filone Parmalat.
Giampiero Fiorani per il filone Parmatour.