Unicredit Group, al via la superbanca italiana

La Repubblica

Via libera dai cda di Unicredit e Capitalia alla fusione. Nasce un colosso da 100 miliardi, il settimo nel mondo. Si dimette Matteo Arpe. Geronzi vicepresidente

ROMA — Unicredit e Capitalia hanno detto sì. Le riunioni del patto di sindacato della banca romana e dei cda delle due banche hanno formalizzato ieri le nozze da cui nasce la prima banca di Eurolandia: si chiama Unicredit e vale in borsa 98 miliardi di euro. «Roma è la città etema, è il primo passo, non la fine della strada» ha commentato il presidente Dieter Rampl nella conferenza stampa congiunta in cui l'ad Alessandro Profumo e il neo vicepresidente Cesare Geronzi hanno dispensato rassicurazione e ottimismo per tutti: «È l'operazione che ho sempre voluto, aspettavo una pausa di Alessandro nella sua continua strategia di espansione internazionale per sottoporgliela».
I tre manager hanno sottolineato che l'integrazione sarà rapida e conveniente per tutti: gli azionisti Capitalia per ogni titolo posseduto riceveranno 1,12 azioni Unicredit (valgono 8,4 euro). Mentre Unicredito, che paga 21,8 miliardi di euro in azioni l'intera Capitalia, stima di ottenere un ritorno dal 2009 in poi. Le assemblee dovrebbero essere convocate per luglio, se il via libera di Bankitalia e Antitrust arriverà nei tempi previsti. La nuova banca sarà operativa dal terzo trimestre 2007 e dovrebbe chiudere l'anno già con un utile di 8 miliardi di euro. Da lì la crescita media annua dei profitti per azione dovrebbe essere di circa il 17% fino al 2009. Nessun dubbio sulla governance, nel cda di Unicredit entreranno quattro rappresentanti degli attuali azionisti Capitalia: Salvatore Ligresti (Fondiaria), Donato Fontanesi (Manodori), Salvatore Mancuso (Regione Sicilia).
Si aggiunge Geronzi vicepresidente con le deleghe sulle partecipazioni Mediobanca, Generali, Rcs e Pirelli. Per il vicepresidente Geronzi è prevista la sostituzione con Berardino Libonati qualora «accetti un'altra carica in un'altra banca». Una soluzione che fa fare al banchiere romano un altro passo verso la presidenza del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, anche se lui stesso ha chiarito: «Nessuno è candidato a niente. Tutto dipende dagli azionisti di Mediobanca che candidano e dicono cosa vogliono fare».
I costi una tantum saranno di 1,1 miliardi di euro ripagati dalle sinergie realizzabili di qui al 2010, delle quali due terzi grazie al taglio dei costi. Non si fanno numeri sull'entità degli esuberi nella nuova entità che avrà 170 mila dipendenti di cui 115.000 in Italia, ma Geronzi ha assicurato che l'attuale legge e l'esperienza maturata nelle precedenti integrazioni eviteranno tensioni con i sindacati. La sede legale passerà da Genova a Roma, quella operativa rimarrà a Milano. Le attività di Capitalia saranno integrate nelle attuali divisioni Unicredit, (Retail, Corporate e Private), così come il risparmio gestito sarà unificato nella controllata Unicredit, Pioneer. Le filiali in giro per l'Italia saranno razionalizzate per aree geografiche sotto solo tre marchi: Unicredit, Banca di Roma e Banco di Sicilia (Nord, Centro-Sud e Sicilia). Due le realtà di Capitalia che non saranno assorbite nelle società Unicredit: Fineco, leader nell'internet banking che potrebbe essere fusa con la tedesca Dab; e Mcc in procinto di specializzarsi come banca per gli enti pubblici. Oltre il 50% dei ricavi saranno generati al di fuori dell'Italia, mentre l'unione delle reti nel paese supererà i 5.000 sportelli, oltre 9.000 considerando la forza di Unicredit in Germania, Est Europa, Austria e la presenza complessiva in 17 paesi. Proiezione internazionale che rimane, dato che già si discute se con una tale potenza di fuoco la nuova realtà potrà fare nuovi acquisti: «Godiamoci questa bella operazione» minimizza Profumo. Ma Rampl incalza: «Due anni fa presentavamo Unicredit-Hvb, oggi Capitalia, chi può dire dove saremo tra due anni». E c'è sempre la pista SocGen.