Unicredit-Capitalia oggi sposi le sinergie valgono 1 miliardo
La Repubblica
Il rapporto di concambio. Un terzo dei risparmi è di 1,12 azioni milanesi viene dal taglio dei costi: contro un titolo romano preoccupati i sindacati
MILANO — Vigilia di lavoro, per le prime linee di Unicredit e Capitalia. Alessandro Profumo e Cesare Geronzi si sono alzati presto e si sono messi all'opera per definire gli ultimi dettagli in vista delle riunioni odierne, che daranno il la alla fusione dei due istituti, per creare il settimo gruppo mondiale da 100 miliardi di euro di capitalizzazione. Le decisioni sono prese, ma vanno preparate le presentazioni per il tour de force dei prossimi dieci giorni, perché dopo i consigli inizierà il road show per l'Europa. Si comincia oggi, secondo un'agenda studiata a puntino: alle 10,30 patto dei grandi soci Capitalia, mezz'ora dopo cda in Piazza Cordusio, alle 11,30 il consiglio a Roma (seguito da un secondo cda, pomeridiano, necessario ad adeguare la governance alla nuova legge sul risparmio). Alle 18 la conferenza stampa.
Domattina davanti agli analisti a Milano, da martedì Londra, Parigi, la Germania, accompagnati dagli advisor finanziari. Si parlerà molto di cifre, e le prime iniziano ad affiorare: la fusione per incorporazione della banca capitolina nel gruppo italo-tedesco - che prenderà il nome di " Unicredito" e avrà sede legale a Roma, operativa a Milano - avverrà a un rapporto di concambio di 1,12 titoli Unicredit ogni azione romana. La valorizzazione implicita di Capitalia è di circa 8,4 euro ad azione, contro la chiusura di venerdì di 7,97 euro. Prezzi che sul mercato qualcuno può considerare cari, ma Profumo stima di avere sinergie di circa 1,16 miliardi di euro fra tre anni, per un terzo dal miglioramento dei ricavi, due terzi dal taglio dei costi. Di questi, il mercato stima che circa 400 milioni provengano dall'unificazione della piattaforma informatica, altri 400 milioni dal costo del lavoro. Potrebbe significare un taglio di almeno 3.000 dipendenti, e il presagio ha messo in guardia i sindacati. Le sigle confederate, pur esprimendo «auspici favorevoli» nei consolidamenti bancari, chiedono la tutela di qualità e quantità del lavoro. Mentre la rappresentanza di base, per voce del Cub, è «pronta a mobilitarsi contro un'aggregazione spinta da logiche di speculazione finanziaria». Ad ogni modo il gruppo nascente, che avrà 5.025 sportelli in Italia e sarà imperniato su tre marchi - Unicredit Banca (che ingloberà la rete Bipop), Banca di Roma e Banco di Sicilia - non dovrebbe avere grosse sovrapposizioni territoriali di rete, tanto che si stima di dover cedere non più di 200 sportelli per motivi antitrust. L'anno scorso l'unione tra Intesa e Sanpaolo sancì l'uscita di circa 850 agenzie dal gruppo nascente, con la creazione di un fondo esuberi da 6.700 bancari.
I consigli di domani dovrebbero sancire anche le dimissioni dell'ad romano, Matteo Arpe, cui dovrebbe spettare una buonuscita di 30 milioni, più altrettanti per le stock option in essere. E l'ingresso di quattro esponenti "romani" nel cda Unicredit, che resterà unico e composto di 23 elementi. Oltre a Cesare Geronzi, che sarà vicepresidente nel polo al varo e nel futuro prossimo presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, i nuovi ingressi saranno espressi dalla Manodori, da FondiariaSai e dalla Regione Sicilia. La nuova Unicredito sarà votata dalle assemblee straordinarie dei due gruppi verso fine luglio, e dovrebbe partire come banca unica a inizio ottobre 2007.
Domattina davanti agli analisti a Milano, da martedì Londra, Parigi, la Germania, accompagnati dagli advisor finanziari. Si parlerà molto di cifre, e le prime iniziano ad affiorare: la fusione per incorporazione della banca capitolina nel gruppo italo-tedesco - che prenderà il nome di " Unicredito" e avrà sede legale a Roma, operativa a Milano - avverrà a un rapporto di concambio di 1,12 titoli Unicredit ogni azione romana. La valorizzazione implicita di Capitalia è di circa 8,4 euro ad azione, contro la chiusura di venerdì di 7,97 euro. Prezzi che sul mercato qualcuno può considerare cari, ma Profumo stima di avere sinergie di circa 1,16 miliardi di euro fra tre anni, per un terzo dal miglioramento dei ricavi, due terzi dal taglio dei costi. Di questi, il mercato stima che circa 400 milioni provengano dall'unificazione della piattaforma informatica, altri 400 milioni dal costo del lavoro. Potrebbe significare un taglio di almeno 3.000 dipendenti, e il presagio ha messo in guardia i sindacati. Le sigle confederate, pur esprimendo «auspici favorevoli» nei consolidamenti bancari, chiedono la tutela di qualità e quantità del lavoro. Mentre la rappresentanza di base, per voce del Cub, è «pronta a mobilitarsi contro un'aggregazione spinta da logiche di speculazione finanziaria». Ad ogni modo il gruppo nascente, che avrà 5.025 sportelli in Italia e sarà imperniato su tre marchi - Unicredit Banca (che ingloberà la rete Bipop), Banca di Roma e Banco di Sicilia - non dovrebbe avere grosse sovrapposizioni territoriali di rete, tanto che si stima di dover cedere non più di 200 sportelli per motivi antitrust. L'anno scorso l'unione tra Intesa e Sanpaolo sancì l'uscita di circa 850 agenzie dal gruppo nascente, con la creazione di un fondo esuberi da 6.700 bancari.
I consigli di domani dovrebbero sancire anche le dimissioni dell'ad romano, Matteo Arpe, cui dovrebbe spettare una buonuscita di 30 milioni, più altrettanti per le stock option in essere. E l'ingresso di quattro esponenti "romani" nel cda Unicredit, che resterà unico e composto di 23 elementi. Oltre a Cesare Geronzi, che sarà vicepresidente nel polo al varo e nel futuro prossimo presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, i nuovi ingressi saranno espressi dalla Manodori, da FondiariaSai e dalla Regione Sicilia. La nuova Unicredito sarà votata dalle assemblee straordinarie dei due gruppi verso fine luglio, e dovrebbe partire come banca unica a inizio ottobre 2007.