UniCredit-Capitalia, nozze ai consigli
Il Sole 24 ore
Si profila un'alleanza tramite scambio azionario - Fatto l'accordo sulla governance. Merrill Lynch è consulente di Piazza Cordusio, mentre Citigroup, Credit Suisse e Rothschild assistono Via Minghetti
Il progetto di aggregazione tra UniCredit e Capitalia potrebbe andare all'esame dei due consigli di amministrazione già entro il prossimo week-end. I consiglieri delle due banche sono stati messi in pre-allerta per domenica quando a meno di sorprese dell'ultima ora — si terranno le riunioni dei due board per l'esame della fusione. Gli elementi principali che filtrano dal tavolo negoziale che per il momento vede la sola Merrill Lynch come consulente di UniCredit, mentre Capitalia è assistita da Citigroup, Credit Suisse e Rothschild cui negli ultimi giomi si è aggiunto anche Claudio Costamagna — riguardano le modalità dell'offerta (che sarà carta contro carta), il prezzo (più o meno in linea con quello già scontato dal mercato), l'assetto organizzativo (basato sul modello divisionale di UniCredit), la riduzione, al 9% (dal 18% congiunto) della partecipazione in Mediobanca in totale sintonia con gli altri soci del patto di sindacato di Piazzetta Cuccia. L'elemento più atteso è quello che riguarda la governance. Sia l'amministratore delegato di UniCredit Alessandro Profumo che il presidente di Capitalia Cesare Geronzi, che da settimane tirano le fila della trattativa, hanno convenuto sul ricorso al modello tradizionale, escludendo dunque il ricorso al dualistico che ha invece caratterizzato le fusioni bancarie dell'ultimo anno. Non ci sarà moltiplicazione delle poltrone, dunque. E Geronzi, prendendo atto dei diversi pesi delle due banche (78 miliardi UniCredit, 20 miliardi Capitalia) ha accettato un ruolo subalterno. In attesa che si definisca il nuovo assetto duale di Mediobanca. Geronzi diventerà vicepresidente della nuova holding UniCredit-Capitalia mentre la presidenza resterà a Dieter Rampl che rappresenta i tedeschi di HypoVereins.
La guida del gruppo sarà ovviamente affidata a Profumo, che molto si è speso per la realizzazione di un'operazione che consente all'UniCredit di aggiungere altri duemila sportelli alla sua rete italiana, superando Intesa Sanpaolo e creando un colosso da oltre 100 miliardi di capitalizzazione.
L'aggregazione tra UniCredit e Capitalia è stata più volte ipotizzata negli anni ma finora si era sempre dimostrata di difficile realizzazione, anche per le differenti impostazioni di «cultura manageriale» delle due banche. Se la fusione ora è diventata possibile, è anche merito del lavoro di riorganizzazione e di rilancio attuato dell'amministratore delegato di Capitalia Matteo Arpe.
Ma è evidente che nel nuovo gruppo non ci sarà spazio per due capo azienda, malgrado la stima tra i due manager. L'accelerazione nell'attuazione del progetto è arrivata nelle ultime settimane, quando Geronzi ha capito che i tempi per decidere il futuro di Capitalia erano ormai stretti e non c'era più modo di convincere i senesi di Mps a creare un terzo polo che si contrapponesse a Unicredit e a IntesaSanpaolo. Una decisione che è diventata quasi un'urgenza quando si è scatenata la battaglia europea per il controllo di Abn Amro, primo socio di Capitalia con l'8% la mossa amichevole e concordata di UniCredit su Capitalia sgombra il campo da possibili interventi esteri.
La guida del gruppo sarà ovviamente affidata a Profumo, che molto si è speso per la realizzazione di un'operazione che consente all'UniCredit di aggiungere altri duemila sportelli alla sua rete italiana, superando Intesa Sanpaolo e creando un colosso da oltre 100 miliardi di capitalizzazione.
L'aggregazione tra UniCredit e Capitalia è stata più volte ipotizzata negli anni ma finora si era sempre dimostrata di difficile realizzazione, anche per le differenti impostazioni di «cultura manageriale» delle due banche. Se la fusione ora è diventata possibile, è anche merito del lavoro di riorganizzazione e di rilancio attuato dell'amministratore delegato di Capitalia Matteo Arpe.
Ma è evidente che nel nuovo gruppo non ci sarà spazio per due capo azienda, malgrado la stima tra i due manager. L'accelerazione nell'attuazione del progetto è arrivata nelle ultime settimane, quando Geronzi ha capito che i tempi per decidere il futuro di Capitalia erano ormai stretti e non c'era più modo di convincere i senesi di Mps a creare un terzo polo che si contrapponesse a Unicredit e a IntesaSanpaolo. Una decisione che è diventata quasi un'urgenza quando si è scatenata la battaglia europea per il controllo di Abn Amro, primo socio di Capitalia con l'8% la mossa amichevole e concordata di UniCredit su Capitalia sgombra il campo da possibili interventi esteri.