Unicredit-Capitalia, domenica la fusione

Il Messaggero

L'operazione verso il via libera dei cda. Entro luglio le assemblee e il 1° ottobre la nascita del nuovo colosso. Anticipato il board sulla governance. Accordo vicino sulla governance: Profumo amministratore delegato e Geronzi vicepresidente vicario

MILANO - Domenica i consigli di Unicredit e di Capitalia delibereranno la fusione. Salvo colpi di scena a questo punto imprevedibili, per la nascita della terza banca europea e la sesta del mondo, mancano solo gli ultimi dettagli, come il concambio. Gli altri aspetti dell'integrazione sono praticamente definiti.
A Roma si terranno due cda: il primo per anticipare il board che era stato convocato per lunedì con all'ordine del giorno le modifiche statutarie per la legge sul risparmio (nell'ordine del giorno non figura il rapporto del comitato controlli sulle regole di funzionamento del comitato nomine che aveva acceso gli animi nel precedente cda); a metà pomeriggio si svolgerà - in contemponea con piazza Cordusio - l'organo per il via libera alle nozze con Milano. Prima dei rispettivi consigli si terranno le riunioni del patto di sindacato.
Capitalia terrà la prima assemblea straordinaria per recepire le modifiche statutarie il 26 giugno. Le assemblee straordinarie per dire sì alla fusione si terranno dalla metà a fine luglio. Unicredito - questo il nome che verrà dato alla prima banca italiana per capitalizzazione (98 miliardi), che avrà complessivamente circa 9.200 sportelli (5.000 in Italia), sede legale a Roma e quartier generale a Milano - prenderà il via dal 1° ottobre prossimo. Presidente sarà confermato Dieter Rampl che essendo espressione dei soci tedeschi che hanno circa il 24% del gruppo, è quasi inamovibile. Timoniere naturalmente Alessandro Profumo e Cesare Geronzi sarà vicepresidente vicario.
All'attuale numero uno romano potrebbero essere affidate le deleghe sulle partecipazioni: a questo proposito c'è l'ipotesi di costituire una finanziaria nella quale racchiudere le quote in Mediobanca, Generali, Rcs. In più Geronzi potrebbe convincersi ad accettare la presidenza del consiglio di sorveglianza di Mediobanca che adotterà il sistema duale. Infine ai soci Capitalia dovrebbero essere riservati quattro posti nel cda di Unicredito: oltre Geronzi, le poltrone dovrebbero spettare al gruppo FonSai di Salvatore Ligresti, alla regione Sicilia e alla Fondazione Manodori. Si è chiamata fuori invece Abn Amro, primo socio con l'8,6%: pur appoggiando le nozze, le incertezze sugli assetti della banca olandese suggeriscono di assumere una posizione defilata nella governance. Infine dovrebbe uscire di scena Matteo Arpe, a.d. romano. La superbanca dovrebbe sprigionare circa 1,1 miliardi di sinergie, delle quali circa il 65% da costi e 35% da ricavi.
Ieri è stata un'altra giornata febbrile di incontri specie tra gli advisor: Claudio Costamagna, Citigroup, Credit Suisse, Rothschild per Capitalia, Merrill Lynch per Unicredit hanno tenuto riunioni no-stop per trovare un accordo sui numeri.
Profumo e Geronzi si sarebbero sentiti più volte al telefono ma ognuno ha tessuto i contatti con i rispettivi azionisti e coi consulenti. Il punto chiave ancora aperto è il concambio. Il mercato ha indicato un rapporto di 1 azione Capitalia ogni 1,05 azioni Unicredit: Roma ha chiuso a 7,919 euro (+0,65%), Milano a 7,489 (-0,4%). Naturalmente il concambio della fusione - che avviene con carta - dovrà valorizzare le azioni in mano ai soci di Capitalia. L'obiettivo è di pervenire a un rapporto superiore a 1 azione Capitalia ogni 1,125 - 1,175 azioni Unicredit in modo da valorizzare i titoli romani attorno a 8,5 euro. Il modello di integrazione prevede che la nuova Unicredito mantenga la struttura divisionale per business. Unicredit banca d'impresa resterà leader delle relazioni corporate per tutto il gruppo così come lo sarà Unicredit private bank. Grosse novità invece nella parte retail, cioè al dettaglio. Verranno preservati e valorizzati i marchi delle banche reti del gruppo romano sul territoro. Al nord fino all'Emilia Romagna, Unicredit banca sarà il polo di riferimento per il retail: assorbirà Bipop-Carire e le filiali del gruppo romano. Dalla Toscana fino in Calabria avrà un ruolo di rilievo la Banca di Roma alla quale piazza Cordusio cederà gli sportelli del centro-sud. Infine in Sicilia il Banco di Sicilia diventerà il polmone del gruppo nel quale verranno conferite le filiali milanesi nell'isola. Fineco resterà autonoma e diventerà il punto di riferimento dei promotori della superbanca. Infine Mcc verrà specializzata per assistere gli enti pubblici.