"Superbanca nel segno d'Europa. Non si ferma la crescita all'estero"
Corriere della Sera
Profumo e Geronzi: il risiko non è finito. Entro 3 anni l'utile a 10 miliardi
MILANO - "Siamo un vero gruppo internazionale, ci consideriamo europei e vogliamo restarlo". Alessandro Profumo sgombra il campo da possibili equivoci. È vero che Capitalia era "l'ultima opportunità per Unicredit di crescere in Italia". Tuttavia la fusione non cambia l'identità della banca milanese, che anche dopo l'integrazione continuerà a generare oltre la metà del suo giro d'affari fuori dai confini nazionali. Questa è la strada su cui l'amministratore delegato intende proseguire. E Cesare Geronzi è perfettamente d'accordo: "La crescita all'estero non sarà limitata nè rallentata dall'operazione che noi celebriamo" ha spiegato il presidente di Capitalia che ieri, insieme al presidente di Unicredit Dieter Rampl e a Profumo ha illustrato agli analisti finanziari dettagli e obiettivi della fusione da 100 miliardi che darà vita alla seconda banca più grande d'Europa. "Da un anno, dall'agosto scorso, avevo solo l'ambizione di essere qui oggi con Profumo e Rampl" ha rivelato il banchiere romano, ammettendo tuttavia di trovarsi un po' spaesato perché "non sono abituato a questo genere di conferenze. È un nuovo modello di vita per me".
Con l'occasione i due banchieri sono tornati a ribadire che il matrimonio tutto italiano tra Unicredit e Capitalia ha un respiro che va oltre i confini nazionali. Esattamente come è accaduto finora per la banca milanese la quale, evidentemente, non intende fermarsi. Anche perché, ha detto Geronzi "questa operazione non è la conclusione del risiko bancario". Oltre a Capitalia, non è un mistero, sul tavolo di Profumo c'era anche il dossier su Société Générale. Ieri alla Borsa di Parigi il titolo della banca francese è rimasto sotto i riflettori, chiudendo la seduta in rialzo del 2,88%. Segno che per gli investitori potrebbe esserci ancora qualche possibilità. "Auspicabile" secondo il presidente della banca romana. Ma anche in Italia ci sarebbero prede interessanti. Unipol, secondo una ricostruzione fatta ieri da "la Repubblica" era il perno attorno a cui "l'inner circle dalemiano" aveva immaginato un progetto di integrazione per Unicredit. A guidare la compagnia bolognese oggi è Carlo Salvatori, cioè l'ex presidente di Piazza Cordusio. La soglia d'attenzione del mondo politico, comunque, resta alta. Romano Prodi ieri ha ribadito di "vedere con estremo favore le fusioni bancarie: è l'unico modo per avere una rete globale". E il leader di An, Gianfranco Fini, gli ha risposto segnalando la necessità che "la politica resti neutrale", laddove invece si nota "una certa tendenza della sinistra a un iperattivismo anche nel rapporto politica-economia-finanza e non solo su questioni bancarie". "La politica è giusto che si estranei, ma che non resti indifferente", ha commentato il leader Udc Pierferdinando Casini: "Questa è un'operazione brillante".
Per Profumo e Geronzi adesso è comunque il momento di pensare a realizzare in fretta la fusione. "Con Capitalia rafforziamo la squadra di giovani manager motivati che saranno contenti di lavorare a un allargamento del gruppo" ha detto l'amministratore delegato, che domenica sera al termine della conferenza stampa di presentazione del progetto ha avuto un primo incontro a Roma con il management team che in questi anni ha lavorato insieme a Matteo Arpe al turnaround della banca romana. E all'amministratore delegato dimessosi domenica, "che non deve sfuggire a nessuno è stato da me scelto come primo uomo di un processo rigenerativo", Geronzi ieri ha voluto tributare "un grande riconoscimento" per il lavoro svolto in Capitalia. La tabella di marcia prevede che entro luglio il progetto approdi alle assemblee e, se tutto andrà come previsto, per l'autunno la fusione sarà operativa. "Abbiamo già dato indicazioni di business model estremamente chiari -ha affermato Profumo-. Costruiremo il nostro budget nella parte finale dell'anno e il piano triennale all'inizio dell'anno successivo". L'obiettivo è arrivare a 10 miliardi di utili prima del 2010.
Ieri, intanto, il progetto è stato inviato all'Antitrust europeo. Unicredit evidentemente ha ritenuto il dossier di competenza di Bruxelles. Ma visto che l'annessione della rete di Capitalia comporta effetti soprattutto in Italia, è probabile che la Ue rinvii le carte ad Antonio Catricalà. Le sovrapposizioni comunque "sono limitate" a detta di Profumo: "Si va da 36 a 279 sportelli". Oltre a quelle commerciali, tuttavia, da risolvere ci sono anche le sovrapposizioni nel portafoglio partecipazioni. Leggi Mediobanca e Generali. Geronzi ha ribadito che la quota in Piazzetta Cuccia sarà pressoché dimezzata e che dalla compagnia di Trieste Capitalia uscirà "entro questo semestre".
Con l'occasione i due banchieri sono tornati a ribadire che il matrimonio tutto italiano tra Unicredit e Capitalia ha un respiro che va oltre i confini nazionali. Esattamente come è accaduto finora per la banca milanese la quale, evidentemente, non intende fermarsi. Anche perché, ha detto Geronzi "questa operazione non è la conclusione del risiko bancario". Oltre a Capitalia, non è un mistero, sul tavolo di Profumo c'era anche il dossier su Société Générale. Ieri alla Borsa di Parigi il titolo della banca francese è rimasto sotto i riflettori, chiudendo la seduta in rialzo del 2,88%. Segno che per gli investitori potrebbe esserci ancora qualche possibilità. "Auspicabile" secondo il presidente della banca romana. Ma anche in Italia ci sarebbero prede interessanti. Unipol, secondo una ricostruzione fatta ieri da "la Repubblica" era il perno attorno a cui "l'inner circle dalemiano" aveva immaginato un progetto di integrazione per Unicredit. A guidare la compagnia bolognese oggi è Carlo Salvatori, cioè l'ex presidente di Piazza Cordusio. La soglia d'attenzione del mondo politico, comunque, resta alta. Romano Prodi ieri ha ribadito di "vedere con estremo favore le fusioni bancarie: è l'unico modo per avere una rete globale". E il leader di An, Gianfranco Fini, gli ha risposto segnalando la necessità che "la politica resti neutrale", laddove invece si nota "una certa tendenza della sinistra a un iperattivismo anche nel rapporto politica-economia-finanza e non solo su questioni bancarie". "La politica è giusto che si estranei, ma che non resti indifferente", ha commentato il leader Udc Pierferdinando Casini: "Questa è un'operazione brillante".
Per Profumo e Geronzi adesso è comunque il momento di pensare a realizzare in fretta la fusione. "Con Capitalia rafforziamo la squadra di giovani manager motivati che saranno contenti di lavorare a un allargamento del gruppo" ha detto l'amministratore delegato, che domenica sera al termine della conferenza stampa di presentazione del progetto ha avuto un primo incontro a Roma con il management team che in questi anni ha lavorato insieme a Matteo Arpe al turnaround della banca romana. E all'amministratore delegato dimessosi domenica, "che non deve sfuggire a nessuno è stato da me scelto come primo uomo di un processo rigenerativo", Geronzi ieri ha voluto tributare "un grande riconoscimento" per il lavoro svolto in Capitalia. La tabella di marcia prevede che entro luglio il progetto approdi alle assemblee e, se tutto andrà come previsto, per l'autunno la fusione sarà operativa. "Abbiamo già dato indicazioni di business model estremamente chiari -ha affermato Profumo-. Costruiremo il nostro budget nella parte finale dell'anno e il piano triennale all'inizio dell'anno successivo". L'obiettivo è arrivare a 10 miliardi di utili prima del 2010.
Ieri, intanto, il progetto è stato inviato all'Antitrust europeo. Unicredit evidentemente ha ritenuto il dossier di competenza di Bruxelles. Ma visto che l'annessione della rete di Capitalia comporta effetti soprattutto in Italia, è probabile che la Ue rinvii le carte ad Antonio Catricalà. Le sovrapposizioni comunque "sono limitate" a detta di Profumo: "Si va da 36 a 279 sportelli". Oltre a quelle commerciali, tuttavia, da risolvere ci sono anche le sovrapposizioni nel portafoglio partecipazioni. Leggi Mediobanca e Generali. Geronzi ha ribadito che la quota in Piazzetta Cuccia sarà pressoché dimezzata e che dalla compagnia di Trieste Capitalia uscirà "entro questo semestre".