Verso il riassetto. Mediobanca diventa Geronzi-centrica. Ben Ammar nel direttorio
Libero Mercato
Il consiglio di sorveglianza di Mediobanca ha nominato il nuovo comitato di governance, che sarà guidato dallo stesso presidente della banca Cesare Geronzi.
Il consiglio di sorveglianza di Mediobanca ha nominato il nuovo comitato di governance, che sarà guidato dallo stesso presidente della banca Cesare Geronzi.
Nell'incontro non si è parlato della redistribuzione della quota dell'istituto ex Capitalia ma solo delle attività istituzionali dell'istituto. Oltre al presidente Geronzi, fanno parte del nuovo comitato di governance Dieter Rampl, Tarak Ben Ammar, Eugenio Pinto e Marco Tronchetti Provera. Toccherà a loro formare il direttorio della banca. Il consiglio di gestione, guidato da Renato Pagliaro e Alberto Nagel dovrà concentrarsi sulle attività di esercizio. Alle strategie penseranno al piano superiore. Il consiglio di sorveglianza ha condiviso la proposta dell'assemblea di corrispondere un dividendo unitario di 0,65 euro in pagamento dal 22 novembre. Sono state anche approvate le relazioni all'assemblea relative al piano di buy back fino al 2% del capitale e al piano di stock option a valere sui plafond di 40 milioni di azioni deliberate dall'assemblea del 27 giugno scorso.
Ma è chiaro che l'attenzione maggiore degli osservatori é concentrata sulle cose che non sono state comunícate ufficialmente. Vale a dire la divisione della quota ex Capitalia, complessivamente il 9% del capitale. Ieri sera Gianluigi Gabetti, in qualità di ambasciatore del gruppo torinese è stato visto a Piazzetta Cuccia. Una decina di giorni fa il gruppo torinese ha ceduto la sua quota a Goldman Sachs che poi l'ha ricollocata sul mercato. La quota di Capitalia, invece, verrà venduta da Mediobanca stessa. Facile immaginare che l'occasione sarà sfruttata da Cesare Geronzi per consolidare il suo ruolo al vertice della banca. Già e noto l'ingresso di Sal Oppenheim che prenderà una quota dell'1,5% circa. Ma è solo l'inizio. Altri candidati eccellenti sono i Benetton. Mediobanca è entrata nel capitale di Sintonia (una delle cassaforti di famiglia) con l'obiettivo, da quanto si capisce, di agevolare la separazione delle attività all'interno della dinastia trevigiana. Evidente che Gilberto ricambi il favore prendendo una partecipazione del 2% nella merchant bank milanese. Tuttavia la partita più delicata è quella che dovrebbe portare ad un rafforzamento della partecipazione di Fininvest e di Mediolanum. Ieri in una intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore Ennio Doris, presidente della compagnia d'assicurazione, ha confermato l'interesse per Mediobanca. Il Biscione non si è mai tirata indietro. È appena il caso di ricordare che Fininvest faceva già parte del patto di sindacato di Capitalia. Lo sbarco a Piazzetta Cuccia avverrà sotto la regia di Geronzi. Non diversamente per le altre new entry. Per esempio si parla del Banco di Santander. Anche qui il gioco dei corsi e ricorsi. Geronzi aveva chiamato Botin nella fase più calda del confronto con Abn. La sola presenza del colosso spagnolo aveva bloccato gli ardori dei tulipani. Ora il copione potrebbe ripetersi a Piazzetta Cuccia.
Nell'incontro non si è parlato della redistribuzione della quota dell'istituto ex Capitalia ma solo delle attività istituzionali dell'istituto. Oltre al presidente Geronzi, fanno parte del nuovo comitato di governance Dieter Rampl, Tarak Ben Ammar, Eugenio Pinto e Marco Tronchetti Provera. Toccherà a loro formare il direttorio della banca. Il consiglio di gestione, guidato da Renato Pagliaro e Alberto Nagel dovrà concentrarsi sulle attività di esercizio. Alle strategie penseranno al piano superiore. Il consiglio di sorveglianza ha condiviso la proposta dell'assemblea di corrispondere un dividendo unitario di 0,65 euro in pagamento dal 22 novembre. Sono state anche approvate le relazioni all'assemblea relative al piano di buy back fino al 2% del capitale e al piano di stock option a valere sui plafond di 40 milioni di azioni deliberate dall'assemblea del 27 giugno scorso.
Ma è chiaro che l'attenzione maggiore degli osservatori é concentrata sulle cose che non sono state comunícate ufficialmente. Vale a dire la divisione della quota ex Capitalia, complessivamente il 9% del capitale. Ieri sera Gianluigi Gabetti, in qualità di ambasciatore del gruppo torinese è stato visto a Piazzetta Cuccia. Una decina di giorni fa il gruppo torinese ha ceduto la sua quota a Goldman Sachs che poi l'ha ricollocata sul mercato. La quota di Capitalia, invece, verrà venduta da Mediobanca stessa. Facile immaginare che l'occasione sarà sfruttata da Cesare Geronzi per consolidare il suo ruolo al vertice della banca. Già e noto l'ingresso di Sal Oppenheim che prenderà una quota dell'1,5% circa. Ma è solo l'inizio. Altri candidati eccellenti sono i Benetton. Mediobanca è entrata nel capitale di Sintonia (una delle cassaforti di famiglia) con l'obiettivo, da quanto si capisce, di agevolare la separazione delle attività all'interno della dinastia trevigiana. Evidente che Gilberto ricambi il favore prendendo una partecipazione del 2% nella merchant bank milanese. Tuttavia la partita più delicata è quella che dovrebbe portare ad un rafforzamento della partecipazione di Fininvest e di Mediolanum. Ieri in una intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore Ennio Doris, presidente della compagnia d'assicurazione, ha confermato l'interesse per Mediobanca. Il Biscione non si è mai tirata indietro. È appena il caso di ricordare che Fininvest faceva già parte del patto di sindacato di Capitalia. Lo sbarco a Piazzetta Cuccia avverrà sotto la regia di Geronzi. Non diversamente per le altre new entry. Per esempio si parla del Banco di Santander. Anche qui il gioco dei corsi e ricorsi. Geronzi aveva chiamato Botin nella fase più calda del confronto con Abn. La sola presenza del colosso spagnolo aveva bloccato gli ardori dei tulipani. Ora il copione potrebbe ripetersi a Piazzetta Cuccia.