Mediobanca accelera Geronzi verso la presidenza già dal primo luglio
Il Corriere della Sera
Domani il varo della governance duale, atteso il sì di Bankitalia
MILANO — Mediobanca potrebbe adottare il sistema dualistico già da fine giugno e Cesare Geronzi potrebbe diventare così presidente del consiglio di sorveglianza con l'inizio del nuovo esercizio della banca d'affari milanese, quindi dal primo luglio di quest'anno.
Il nuovo modello di governo societario sarà approvato dal patto di sindacato e dal consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia previsti domani; sarà introdotto con l'assemblea straordinaria che verrà convocata il mese prossimo (probabilmente il 29) per cambiare lo statuto; ma potrà già essere, applicato dal primo luglio solo se nel frattempo arriverà l'ok della Banca d'Italia.
Eventualità considerata al momento piuttosto probabile. In caso contrario, la geografia della nuova governance sarà già definita, ma bisognerà attendere fine ottobre (quando ci sarà l'assemblea per il bilancio) per passare effettivamente dall'attuale sistema di governo tradizionale a quello dualistico. Geronzi e Alessandro Profumo, dunque, pur essendo i grandi protagonisti della fusione, molto probabilmente non convivranno un giorno al vertice della nuova superbanca, che partirà in ottobre. Il presidente di Capitalia ha detto e ripetuto in questi giorni che non avrà doppi incarichi. «Nella mia vita non ne ho mai avuti. Non mi vedo bene a fare un doppio lavoro». Andrà quindi direttamente in Piazzetta Cuccia al vertice del consiglio di sorveglianza, dove saranno rappresentati i soci dell'istituto. Vicepresidente di Unicredit, secondo la clausola di governance già prevista nel piano di fusione, sarà dunque Berardino Libonati, presidente di Banca di Roma e oggi anche di Alitalia. Con la nuova governance dualistica l'attuale presidente di Mediobanca, Gabriele Galateri, guiderà il consiglio di gestione, che nel modello «puro» scelto dall'istituto (e sembra il più gradito da Mario Draghi) sarà costituito solo dal management. Al suo fianco ci saranno quindi Alberto Nagel, che dovrebbe passare da direttore generale a consigliere delegato, Renato Pagliaro (che dovrebbe essere nominato direttore generale), e gli altri componenti il team che in questi anni ha guidato la svolta della merchant bank orientandola maggiormente verso il business: Maurizio Cereda, Massimo Di Carlo e Francesco Saverio Vinci. È possibile inoltre ci sia un componente esterno, cioè un «indipendente».
L'accelerazione verso la nuova governance coincide di fatto nei tempi con la fusione Unicredito-Capitalia che renderà necessario un riassetto azionario dell'istituto con il collocamento di metà della quota di Mediobanca che verrebbe detenuta dall'aggregato, quindi di circa un 9,3%. La sistemazione, affidata da Profumo alla stessa Piazzetta Cuccia, avverrà all'interno del patto che potrà accogliere nuovi investitori. È probabile che l'operazione avvenga a questo punto dopo l'estate.
Il nuovo modello di governo societario sarà approvato dal patto di sindacato e dal consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia previsti domani; sarà introdotto con l'assemblea straordinaria che verrà convocata il mese prossimo (probabilmente il 29) per cambiare lo statuto; ma potrà già essere, applicato dal primo luglio solo se nel frattempo arriverà l'ok della Banca d'Italia.
Eventualità considerata al momento piuttosto probabile. In caso contrario, la geografia della nuova governance sarà già definita, ma bisognerà attendere fine ottobre (quando ci sarà l'assemblea per il bilancio) per passare effettivamente dall'attuale sistema di governo tradizionale a quello dualistico. Geronzi e Alessandro Profumo, dunque, pur essendo i grandi protagonisti della fusione, molto probabilmente non convivranno un giorno al vertice della nuova superbanca, che partirà in ottobre. Il presidente di Capitalia ha detto e ripetuto in questi giorni che non avrà doppi incarichi. «Nella mia vita non ne ho mai avuti. Non mi vedo bene a fare un doppio lavoro». Andrà quindi direttamente in Piazzetta Cuccia al vertice del consiglio di sorveglianza, dove saranno rappresentati i soci dell'istituto. Vicepresidente di Unicredit, secondo la clausola di governance già prevista nel piano di fusione, sarà dunque Berardino Libonati, presidente di Banca di Roma e oggi anche di Alitalia. Con la nuova governance dualistica l'attuale presidente di Mediobanca, Gabriele Galateri, guiderà il consiglio di gestione, che nel modello «puro» scelto dall'istituto (e sembra il più gradito da Mario Draghi) sarà costituito solo dal management. Al suo fianco ci saranno quindi Alberto Nagel, che dovrebbe passare da direttore generale a consigliere delegato, Renato Pagliaro (che dovrebbe essere nominato direttore generale), e gli altri componenti il team che in questi anni ha guidato la svolta della merchant bank orientandola maggiormente verso il business: Maurizio Cereda, Massimo Di Carlo e Francesco Saverio Vinci. È possibile inoltre ci sia un componente esterno, cioè un «indipendente».
L'accelerazione verso la nuova governance coincide di fatto nei tempi con la fusione Unicredito-Capitalia che renderà necessario un riassetto azionario dell'istituto con il collocamento di metà della quota di Mediobanca che verrebbe detenuta dall'aggregato, quindi di circa un 9,3%. La sistemazione, affidata da Profumo alla stessa Piazzetta Cuccia, avverrà all'interno del patto che potrà accogliere nuovi investitori. È probabile che l'operazione avvenga a questo punto dopo l'estate.