Vertice Mediobanca, Geronzi raddoppia
La Repubblica
I grandi soci lo votano presidente del consiglio di sorveglianza e del Patto. Le azioni racchiuse nel sindacato scendono al 47% e la scadenza passa da tre a due anni. Bolloré e francesi rimangono con 4 consiglieri e l'11%
MILANO — La nuova Mediobanca duale nasce sotto il segno di Cesare Geronzi. Non solo il numero uno di Capitalia viene indicato dall'assemblea del patto presidente del nuovo consiglio di sorveglianza alla tedesca. Geronzi, sostituendo Piergaetano Marchetti che lascia per dedicarsi alla presidenza Rcs, incassa anche la presidenza del patto, riscritto ieri sul 47% delle azioni fino a fìne 2009. La riunione di ieri, preceduta da una rapida consultazione dei primi soci, è servita a presentare la lista, che farà eleggere 21 membri il 27 giugno, o due in meno se giungeranno liste di minoranza. Al momento queste non sono pervenute, ma ci sono cinque giorni di tempo. Il posto alle minoranze lo lascerebbero Alessandro Trotter e Paolo Sfameni, che fanno parte della pattuglia di revisori dei conti (almeno tre). Il gruppo dei soci bancari ha diritto a 6 membri, 7 al gruppo B industriale, in cui ci sono novità come Pieno Ferrero, mentre restano 4 i candidati dei soci esteri. Manca Alessandro Profumo, leader di Unicredit che resta a rappresentare il primo socio nel direttivo del patto. «L'assemblea ha apprezzato la sensibilità manifestata nei confronti degli orientamenti che appaiono emergere dall'autorità antitrust», è scritto a riguardo. Segno di una mossa per prevenire le critiche dell'autorità per la concorrenza,che ha al vaglio la fusione Unicredit-Capitalia. Un iter i cui esiti forse preoccupano il banchiere genovese, che comunque ha accettato una sensibile riduzione della pattuglia in Mediobanca: da tre membri Unicredit più tre Capitalia si passa a Geronzi presidente, tre Unicredit (s'è aggiunto Roberto Bertazzoni) e un revisore (Eugenio Pinto).
L'addio di Marchetti suscita «vivo apprezzamento» dell'assemblea, che ha manifestato «pieno appoggio per l'impegno profuso in Rcs e gli obiettivi perseguiti e da perseguire» nell'editrice partecipata. L'avvicendamento con Geronzi avverrà a inizio luglio, mentre per l'insediamento al consiglio di sorveglianza il banchiere romano vorrà attendere l'autunno, dopo che la fusione si sarà chiusa. Una volta nominato, il consiglio "alto" di Mediobanca indicherà l'organo di gestione, ristretto e limitato ai dirigenti interni guidati dal consigliere delegato Alberto Nagel. Resta aperta, qui, la poltrona della presidenza, teorico appannaggio di Gabriele Galateri, se l'attuale presidente di Mediobanca non sarà chiamato al soglio della Telecom. «Non le rispondo», ha detto ieri Galateri a un giornalista che domandava a riguardo. Quanto al nuovo patto di sindacato, che nell'estate ospiterà gli eventuali nuovi soci acquirenti delle azioni Unicredit-Capitalia eccedenti il 9,39%, è da ieri più snello. Ha perso la funzione consultiva, è solo di blocco, passa da triennale a biennale. Inoltre, i soci francesi (C) hanno perso il diritto a vendere il loro 10% in caso di dissidio sulle decisioni strategiche, con ciò rinunciando a una facoltà che potrebbe di fatto ingessare le decisioni manageriali. La formulazione del nuovo patto è stata intesa anche per piacere di più alla Banca d'Italia, alla Consob e all'Antitrust, in teoria critiche nei confronti della permanenza di un simile strumento nella governance duale. Nelle istituzioni, tuttavia, si apprezza la netta separazione, tra i soci e la gestione, che promana dai due consigli come formulati ieri a Piazzetta Cuccia.
L'addio di Marchetti suscita «vivo apprezzamento» dell'assemblea, che ha manifestato «pieno appoggio per l'impegno profuso in Rcs e gli obiettivi perseguiti e da perseguire» nell'editrice partecipata. L'avvicendamento con Geronzi avverrà a inizio luglio, mentre per l'insediamento al consiglio di sorveglianza il banchiere romano vorrà attendere l'autunno, dopo che la fusione si sarà chiusa. Una volta nominato, il consiglio "alto" di Mediobanca indicherà l'organo di gestione, ristretto e limitato ai dirigenti interni guidati dal consigliere delegato Alberto Nagel. Resta aperta, qui, la poltrona della presidenza, teorico appannaggio di Gabriele Galateri, se l'attuale presidente di Mediobanca non sarà chiamato al soglio della Telecom. «Non le rispondo», ha detto ieri Galateri a un giornalista che domandava a riguardo. Quanto al nuovo patto di sindacato, che nell'estate ospiterà gli eventuali nuovi soci acquirenti delle azioni Unicredit-Capitalia eccedenti il 9,39%, è da ieri più snello. Ha perso la funzione consultiva, è solo di blocco, passa da triennale a biennale. Inoltre, i soci francesi (C) hanno perso il diritto a vendere il loro 10% in caso di dissidio sulle decisioni strategiche, con ciò rinunciando a una facoltà che potrebbe di fatto ingessare le decisioni manageriali. La formulazione del nuovo patto è stata intesa anche per piacere di più alla Banca d'Italia, alla Consob e all'Antitrust, in teoria critiche nei confronti della permanenza di un simile strumento nella governance duale. Nelle istituzioni, tuttavia, si apprezza la netta separazione, tra i soci e la gestione, che promana dai due consigli come formulati ieri a Piazzetta Cuccia.