Valentino Parlato: «Lo conosco da 20 anni i pm stanno sbagliando»
Corriere della Sera
Pagina tre del manifesto di ieri. Valentino Parlato difende Cesare Geronzi e critica i magistrati, senza perdere la leggerezza dell'autoironia:
ROMA - Pagina tre del manifesto di ieri. Valentino Parlato difende Cesare Geronzi e critica i magistrati, senza perdere la leggerezza dell'autoironia: «Rischio di essere d'accordo con Berlusconi», scrive. Lei sostiene che i magistrati dovevano aver «più avvedutezza». Cosa vuol dire, che non dovevano interdire Geronzi? «Dico che hanno proceduto in modo sommario e poco responsabile». Il fatto che Capitalia sia da tempo la banca del manifesto non c'entra nulla? «In una certa misura c'entra: con Geronzi ho un rapporto antico, lo conosco da venti anni. È una persona avveduta e navigata e mi sembra improbabile che si sia fatto incastrare in questa faccenda». Allora è solo una questione personale? «No, il fatto che conosca Geronzi aggiunge qualcosa ma non è il solo motivo per cui i magistrati dovevano essere più prudenti: quando toccano una banca di quest'importanza, un'azienda di questa importanza, devono tener conto degli effetti di ogni loro azione». Il padre del quotidiano comunista che difende un padrone. «Ma con il padrone i suoi lavoratori». Per difendere Geronzi lei critica il suo accusatore, Tanzi. «Ho conosciuto anche lui: persona amabile, sembrava rispettabilissimo. E invece è come mister Hyde e dottor Jekyll». Non potrebbe essere lo stesso per Geronzi? «No, perché in una banca ci sono maggiori controlli rispetto ad un'azienda padronale come Parmalat, dove il proprietario fa tutto quello che vuole». È un po' come per i pentiti: attaccare gli accusatori per smontare l'accusa. «E infatti io con i pentiti non ho mai avuto un buon rapporto. I peggiori sono i pentiti del fumo: quando smettono diventano i rompiscatole peggiori».