Capitalia, depositata la richiesta di rinvio a giudizio per Geronzi e altri 7 manager
Il Messaggero
Arriva la richiesta di rinvio a giudizio per il presidente di Capitalia Cesare Geronzi e altri sette manager dell'istituto capitolino. A depositare il dossier è stata la Procura di Parma,
ROMA - Arriva la richiesta di rinvio a giudizio per il presidente di Capitalia Cesare Geronzi e altri sette manager dell'istituto capitolino. A depositare il dossier è stata la Procura di Parma, una mossa scontata dopo l'avviso di fine indagini notificato il 26 gennaio scorso per l'inchiesta sull'affare delle acque Ciappazzi, la società del gruppo Ciarrapico rilevata da Parmalat nel 2001, grazie anche a un finanziamento della Banca di Roma (ora Capitalia). La notizia arrivata ieri in serata non ha colto di sorpresa Guido Calvi, avvocato del banchiere romano che "ha apprezzato la rapidità della richiesta", sottolineando che "essendo trascorsi i 20 giorni previsti dal Codice per la chiusura dell'istruttoria, l'accusa ha trasmesso gli atti al Gip". A questo punto, ha aggiunto ancora Calvi, "prima si giungerà a discutere nel merito delle accuse, prima potremo far valere le nostre ragioni". Geronzi, insieme con Alberto Tristano è accusato di concorso in bancarotta fraudolenta nell'ambito del crac di Parmalat. E sempre al presidente di Capitalia è contestato il reato di usura, in concorso con Giordano, Monza e Tristano. Diversa la posizione degli altri indagati: concorso in bancarotta è il reato contestato all'amministratore delegato Matteo Arpe (insieme a Eugenio Favale, Antonio Muto e Luigi Giove). Ma è stato lo stesso Arpe a precisare ieri che la Procura di Parma gli contesta di "non aver impedito la consumazione di fatti di bancarotta". Nell'ambito della stessa inchiesta, la scorsa settimana, il Gip Pietro Rogato aveva deciso la temporanea interdizione di Geronzi dagli uffici direttivi, accogliendo la richiesta del Pm Vincenzo Picciotti: lo stesso magistrato che ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio.