Geronzi al test dell'assemblea
Il sole 24 ore
Capitalia, il patto conferma la fiducia a Geronzi. Cesare Geronzi si prepara a incassare oggi il via libera dell'assemblea di Capitalia che gli consentirà il reintegro alla presidenza. Il patto di sindacato si opporrà a una eventuale richiesta di revoca
ROMA - Cesare Geronzi, si prepara ad incassare oggi il via libera dell'assemblea di Capitalia che gli consentirà di riprendere servizio, in qualità di presidente della banca romana, a partire da lunedì prossimo. Dalla riunione del patto di sindacato di ieri è uscita la deliberazione all'unanimità di dare mandato a Vittorio Ripa di Meana, presidente del patto, "con riferimento all'esame del punto 4b dell'ordine del giorno dell'assemblea di Capitalia, di esprimere un voto negativo all'eventuale richiesta di revoca del presidente Geronzi". Dunque, se un azionista deciderà di porre ai voti la questione Ripa di Meana ha la delega del 31% circa del capitale a votare contro una revoca. In vista dell'assemblea risulta depositato poco meno del 50% del capitale della banca (48-49%): perché la deliberazione sia approvata è sufficiente la maggioranza dei presenti. Non è da escludere che sia lo stesso Ripa di Meana a prendere l'iniziativa per mettere ai voti la questione della revoca ed esprimere in assemblea la posizione compatta del patto.
L'unanimità di vedute, raggiunta non senza fatica dopo i malumori lasciati trapelare nei giorni scorsi dall'azionista di maggior peso - Abn Amro con il suo 7,7% del capitale - sembra circoscritta all'indirizzo da esprimere oggi. Nel testo del comunicato, infatti, il preambolo tradisce una certa cautela nei riguardi della piega che nelle prossime settimane potrebbe prendere la posizione giudiziaria del presidente di Capitalia, interdetto con provvedimento del tribunale di Parma per la vicenda Parmalat-Ciappazzi.
L'assemblea del patto, recita il comunicato, "ha valutato ad oggi (una sottolineatura temporale voluta da Carlo Puri Negri, rappresentante di Pirelli, ndr) l'assenza di motivi idonei a esprimere, allo stato degli atti, una decisione negativa in merito al rapporto fiduciario con il presidente, Cesare Geronzi, ed ha considerato l'esigenza di mantenere, in modo consapevole, il sostegno alla stabilità del Patto di sindacato". Poi il passaggio chiave: "confermata la necessità di mantenere particolare attenzione all'evolversi della situazione e riservandosi di intervenire tempestivamente ove necessario l'assemblea ha dato mandato" e via dicendo. Dunque, a seconda di quello che accadrà, i soci del patto si riservano di riprendere in considerazione la questione della fiducia al presidente. Ieri Ripa di Meana ha portato nella riunione tre pareri per avvallare la deliberazione sul voto negativo alla revoca: quelli di Guido Rossi, Piergaetano Marchetti e Alberto Crespi. Ma i singoli azionisti si erano già fatti le valutazioni con i propri legali. Abn Amro, ad esempio, sapeva che il voto su Geronzi non l'avrebbe esposta a particolari rischi. I malumori espressi alla vigilia dell'assemblea sono stati letti con il timore degli olandesi di essere "scavalcati" da un accordo di fusione Intesa-Capitalia. Trattative in questo senso tra Geronzi e Giovanni Bazoli, presidente di Intesa, potrebbero ora riprendere quota. Per gli olandesi ci sarebbe la prospettiva di una ricca plusvalenza (un miliardo di euro?) per bilanciare in parte il grande dispendio della conquista di AntonVeneta. Ieri intanto l'assemblea Mcc ha approvato il bilancio 2005, con un utile di 124,1 miliardi, e il rinnovo del cda.
L'unanimità di vedute, raggiunta non senza fatica dopo i malumori lasciati trapelare nei giorni scorsi dall'azionista di maggior peso - Abn Amro con il suo 7,7% del capitale - sembra circoscritta all'indirizzo da esprimere oggi. Nel testo del comunicato, infatti, il preambolo tradisce una certa cautela nei riguardi della piega che nelle prossime settimane potrebbe prendere la posizione giudiziaria del presidente di Capitalia, interdetto con provvedimento del tribunale di Parma per la vicenda Parmalat-Ciappazzi.
L'assemblea del patto, recita il comunicato, "ha valutato ad oggi (una sottolineatura temporale voluta da Carlo Puri Negri, rappresentante di Pirelli, ndr) l'assenza di motivi idonei a esprimere, allo stato degli atti, una decisione negativa in merito al rapporto fiduciario con il presidente, Cesare Geronzi, ed ha considerato l'esigenza di mantenere, in modo consapevole, il sostegno alla stabilità del Patto di sindacato". Poi il passaggio chiave: "confermata la necessità di mantenere particolare attenzione all'evolversi della situazione e riservandosi di intervenire tempestivamente ove necessario l'assemblea ha dato mandato" e via dicendo. Dunque, a seconda di quello che accadrà, i soci del patto si riservano di riprendere in considerazione la questione della fiducia al presidente. Ieri Ripa di Meana ha portato nella riunione tre pareri per avvallare la deliberazione sul voto negativo alla revoca: quelli di Guido Rossi, Piergaetano Marchetti e Alberto Crespi. Ma i singoli azionisti si erano già fatti le valutazioni con i propri legali. Abn Amro, ad esempio, sapeva che il voto su Geronzi non l'avrebbe esposta a particolari rischi. I malumori espressi alla vigilia dell'assemblea sono stati letti con il timore degli olandesi di essere "scavalcati" da un accordo di fusione Intesa-Capitalia. Trattative in questo senso tra Geronzi e Giovanni Bazoli, presidente di Intesa, potrebbero ora riprendere quota. Per gli olandesi ci sarebbe la prospettiva di una ricca plusvalenza (un miliardo di euro?) per bilanciare in parte il grande dispendio della conquista di AntonVeneta. Ieri intanto l'assemblea Mcc ha approvato il bilancio 2005, con un utile di 124,1 miliardi, e il rinnovo del cda.