La difesa del banchiere: «Una misura infondata»

Corriere della Sera

Piena solidarietà e fiducia dai soci e dal patto Capitalia. L'interdizione dagli uffici valida per tutti gli incarichi

ROMA - Una riunione straordinaria del consiglio di Capitalia convocata dall'amministratore delegato Matteo Arpe, durata appena un quarto d'ora: giusto il tempo per prendere atto della decisione del giudice per le indagini preliminari di Parma e stilare un comunicato in cui si esprime a Cesare Geronzi «solidarietà, stima e fiducia». La stessa «piena solidarietà e fiducia» espressa poco dopo al presidente del gruppo bancario anche dal Patto di sindacato guidato dall'avvocato Vittorio Ripa di Meana. Così la banca e i suoi azionisti di controllo hanno reagito allo choc dell'interdizione per due mesi da tutti gli incarichi disposta dalla magistratura parmense a carico di Geronzi con una ordinanza di ben 195 pagine. E quanto forte sia stato il colpo traspare chiaramente dalle parole con cui il presidente di Capitalia ha commentato l'iniziativa del giudice Pietro Rogato: «Ho appreso con stupore e indignazione della misura interdittiva, intervenuta quando le indagini, da tempo avviate, si erano già concluse e relativa a contestazioni prive di fondamento, tutte già respinte e che fermamente respingo ancora una volta».
DA CAPITALIA ALLA TRECCANI - Una rabbia che però non può cancellare gli effetti della misura. Geronzi, che una settimana fa ha compiuto 71 anni, non potrà fino al 22 aprile presiedere le riunioni del consiglio di amministrazione di Capitalia, né partecipare a quelli di Mediobanca (istituto del quale è anche membro del comitato esecutivo), della Rcs MediaGroup, società che edita il Corriere della Sera, dell'Istituto dell'enciclopedia italiana (di cui è vicepresidente) e forse dell'associazione nazionale per l'Enciclopedia della banca e della Borsa (della quale è presidente). Non che questo, mentre si intensificano le voci sul possibile coinvolgimento del gruppo romano nelle grandi manovre bancarie, cambi qualcosa per Capitalia.
ALTALENA IN BORSA - Le deleghe sono tutte nelle mani di Arpe, e il problema della rappresentanza legale, prerogativa del presidente, può essere risolto per un paio di mesi dai due vicepresidenti Mario Federici e Coenraad Hendrik Adolf Collee. Non è un caso che ieri il consiglio di amministrazione abbia «espresso il proprio supporto all'amministratore delegato e al management» per «gli obiettivi del piano industriale», confermando la riunione di oggi per l'approvazione dell'ultima trimestrale del 2005, che sarà presieduta forse da Federici. Un segnale di normalità evidentemente indirizzato al mercato, dove il titolo Capitalia aveva aperto in calo dell'1,54% per poi chiudere con un progresso (2,49%) più o meno in linea con quello registrato dagli altri istituti: in una Borsa già preda della febbre da aggregazioni.